Spettacoli

Idomeneo – Teatro Carlo Felice, Genova

Idomeno, nel suo nostos, tocca la costa ligure e sbarca al Teatro Carlo Felice di Genova. 

Pochi sono nell’Iliade i versi dedicati a Idomeneo, re di Creta. Viene descritto come gran maestro di lancia, come uomo prestante, capitano di ottanta navi, e come uno dei prodi nascosti nel famoso cavallo di Troia, ma del nipote di Minosse non si parla mai approfonditamente. Nell’Eneide si tramanda invece come, dopo la guerra, abbia fondato una colonia nel Salento. La fama di questo eroe cretese, deve però, sicuramente, molto a Mozart che creò un’intera opera ispirata da lui. La composizione, basata su un libretto di Gianbattista Varesco tratta dalla tragédie Lyrique Idomenée di Antoine Danchet, fu commissionata dal Principe Elettore Carlo Teodoro di Baviera, e andò in scena per la prima volta nel Carnevale del 1781, all’Hoftheater di Monaco di Baviera. 

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Antonio Poli, Cecilia Molinari e Benedetta Torre

L’allestimento, ora di proprietà della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova, è già stato proposta alla Scala di Milano nel 2019. Lo spettacolo, che vede alla regia Matthias Hartmann e alle scene Volker Hintermeier, rivisto a qualche anno di distanza, ci ha confermato la buona impressione suscitata al Piermarini. Elementi fondamentali, che dominano la scena, sono una gigantesca testa di Minotauro e un relitto della nave di Idomeno che, posti su una pedana rotante, si alternano e disegnano i vari spazi scenici. Sul palco genovese, più alto ma più stretto di quello scaligero, si è venuta a creare una sorta di sovraffollamento della scena e in alcuni frangenti coro e cantanti sembravano quasi faticare a trovare posto. Al netto di questi piccoli problemi di adattamento, lo spettacolo resta godibilissimo, visivamente ricco ed imponente. Particolarmente riuscite le luci di Mathias Märker, riprese da Valerio Tiberi, che, puntando nei momenti salienti sul pubblico, sottolineano ed esaltano gli attimi  più drammatici. Interessante, inoltre, la scelta di dotare il grande Minotauro di due inquietanti occhi luminosi. Contemporanei, ma con qualche rimando alla classicità greca, i riusciti costumi di Malte Lübben

Un discorso a parte meritano le coreografie di Reginaldo Oliveira, eseguite dai ballerini di Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS. Gli artisti indossano costumi che li trasformano in spiritelli dei mari e dei venti, e interagiscono spesso con i cantanti e con gli elementi scenici, a volte i loro movimenti risultano piacevoli da guardare, ma in alcuni frangenti forse troppo invadenti e un po’ goffi. 

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Cecilia Molinari

Il versante musicale dello spettacolo evidenzia diversi elementi di interesse.

Antonio Poli, nel ruolo del titolo, esibisce una vocalità morbida e pastosa dal caratteristico colore solare. Il tenore risulta egualmente efficace nell’utilizzo delle mezze voci quanto nel canto di forza, avvalorato dalla pienezza dei centri e dalla sicurezza del registro superiore. La linea risulta complessivamente ben controllata anche nelle pagine dove la scrittura si fa più frastagliata, come nella celeberrima “Fuor dal mar”, con le sue colorature sciorinate con la giusta perizia esecutiva. Il fraseggio, sfumato ed appassionato, contribuisce inoltre alla definizione di un Idomeneo tormentato e dalla spiccata sensibilità.

Spicca, al suo fianco, l’Idamante di Cecilia Molinari. L’artista possiede uno strumento dalla linea limpida ed omogenea, molto musicale e ben proiettata. Il mezzosoprano riesce a plasmare l’emissione con il giusto fine espressivo e risulta, così, sempre efficace e pertinente nell’accento. Di rilievo, inoltre, la presenza scenica, agile e disinvolta nei movimenti. 

Di ottimo livello anche la prova di Benedetta Torre che, con la purezza di una linea cristallina, dipinge al meglio il candore virginale di questa principessa troiana. Il soprano esibisce un pregevole controllo tecnico e regala filati impalpabili e dolcissimi. Una esecuzione vocale rifinita e composta che si sposa perfettamente con l’incisività di un fraseggio pertinente e mai lezioso. Da sottolineare, infine, il riuscito amalgama vocale con gli altri interpreti e, in particolare, con Cecilia Molinari.

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Benedetta Torre

A Lenneke Ruiten spetta il compito di vestire i panni di Elettra, personaggio dalla scrittura vocale particolarmente insidiosa. Il soprano possiede uno strumento dal timbro acidulo e che mostra una certa tensione, specie nella salita verso i vertici del pentagramma. Un vero peccato perché l’interprete è sempre presente ed accorata, specie nell’aria elegiaca di secondo atto.

Positiva la prova di Giorgio Misseri che, con vocalità sfogata e ben organizzata, esegue, con la giusta disinvoltura, le arie di Arbace, coronate, nel finale, da cadenze arricchite da interpolazioni sovracute. 

Note positive anche per Blagoj Nakoski che, con il proprio strumento ben timbrato e uniforme, veste i panni del Gran Sacerdote di Nettuno. La sacralità del personaggio è messa ben in evidenza dalla solennità del fraseggio.

Notevole, infine, l’intervento di Ugo Guagliardo che, dalla galleria del teatro, scandisce con la giusta sonorità l’intervento della Voce di Nettuno.

La concertazione di questa complessa partitura è affidata a Riccardo Minasi, già Direttore musicale della Fondazione Carlo Felice, che, con cura meticolosa, ricerca il costante equilibrio tra la leggerezza delle pagine di maggiore abbandono e la concitazione di quelle più drammatiche. Attraverso la scelta delle dinamiche e dei colori, il direttore riesce, inoltre, a far percepire tutta la modernità e la forza espressiva di questo dramma. Una lettura complessivamente convincente grazie, tra l’altro, al prezioso contributo di Antonio Fantinuoli e Sirio Restani, rispettivamente impegnati, in qualità di Maestro al violoncello e al clavicembalo, nella esecuzione dei diversi recitativi. Positiva del pari è, senza ombra di dubbio, la prova della Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, in grado di offrire un più che valido supporto alle voci presenti in palcoscenico.

Di rilievo, infine, è la prestazione del Coro del Teatro Carlo Felice di Genova, ottimamente preparato dal Maestro Claudio Marino Moretti. Proprio dalle fila della compagine corale provengono, inoltre, Lucia Nicotra e Maria Letizia Poltini, Damiano Profumo e Franco Rios Castro, impegnati con solida professionalità nelle parti, rispettivamente, di due donne cretesi e due prigionieri troiani. 

Il pubblico presente in sala, piuttosto numeroso, applaude con moderazione ai principali numeri e riserva calorose accoglienze al termine per tutto il cast con punte di maggiore entusiasmo per Poli, Molinari, Torre e Minasi.

IDOMENEO
Dramma per musica in tre atti
Libretto di Gianbattista Varesco
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Idomeneo Antonio Poli
Idamante Cecilia Molinari
Ilia Benedetta Torre
Elettra Lenneke Ruiten
Arbace Giorgio Misseri
Gran Sacerdote Blagoj Nacoski
Voce di Nettuno Ugo Guagliardo
Due cretesi Lucia Nicotra, Maria Letizia Poltini
Due troiani Damiano Profumo, Franco Rios Castro

Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice
Direttore Riccardo Minasi
Maestro del coro Claudio Marino Moretti
Regia Matthias Hartmann
Scene Volker Hintermeier
Costumi Malte Lübben
Coreografie Reginaldo Oliveira
Luci Mathias Märker / Valerio Tiberi
Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS

Foto: Marcello Orselli