Concerto di Antoine Tamestit – Auditorium Verdi, Milano
Un concerto con un programma assai speciale, con alcune tra le pagine più belle della letteratura violistica: come l’Arpeggione di Schubert o i Märchenbilder di Schumann. Fanno da contorno a questo cuore romantico la sonata 21 in mi Minore k304 di Mozart e altre composizioni dal sapore lunare e notturno, perfetti per la voce della viola come “An der Mond” ( Alla Luna) D193 e Nacht und Träume D827 (Notte e Sogni) di Schubert e “Mondnacht“ ( Notte di Luna ) op 39 n.5 e “Adagio e Allegro in La bemolle maggiore” op.70 di Schumann. Antoine Tamestit suona uno speciale strumento, la Viola “Mahler”, unica viola di Antonio Stradivari, del 1672, di proprietà della Habireutiger Foundation. Dopo i primi momenti in cui non era certo di tenerla come proprio strumento fu incoraggiato da altre stelle del panorama violistico come Tabea Zimmermann, Yurij Bashmet a tenerla con sé, dicendo che lo strumento può essere imprevedibile ma restituisce molto.La voce chiara sulle corde di re e la e il suono caldo sulle corde di sol e do lo rendono uno strumento davvero sorprendente con la quale, come dichiarato a “The strad” da Antoine Tamestit, ad oggi ha una relazione simbiontica.
Un programma davvero raffinato, per questa sera della società del quartetto di Milano, dove la viola, strumento troppo spesso messo in secondo piano, che come diceva Ligeti “rimane nell’ombra”, in questa occasione trova un ruolo da protagonista che le si cuce addosso perfettamente con il ruolo di voce calda in una notte lunare dai nitidi chiari e scuri. La bellezza del suono ricercato da quella stella musicale che è Tamestit sta proprio nei colori più tenui, nei piano e nei pianissimi; proprio nei suoni delicati sta la sua grandezza. Con uno strumento importante con una cassa armonica ampia, la sua tecnica dell’arco, davvero raffinata, gli permette di raggiungere suoni mai sfrontati ma sempre porti con delicatezza, quasi un dolce sussurro che invita l’ascoltatore a sporgersi, ad impegnarsi per non perdere nemmeno un suono. In questo gli fa da abile accompagnatore Mao Fujita che si pone al pianoforte quasi in punta di piedi, con un approccio alla tastiera quasi clavicembalistico, che conduce gli interventi del pianoforte in un’atmosfera soffusa, in piena sintonia con la viola di Tamestit. Di questa serata davvero speciale l’apertura con la sonata 21 in mi Minore k304 di Mozart, specie rara nei programmi delle società di concerti, che nel suo minuetto dai toni languidi porge già la tinta dell’atmosfera lunare che ammanta il concerto.
Mozart si lega al languore delle pagine dell’Arpeggione di Schubert, che alterna ai momenti quasi danzanti i palpiti delle note lunghe con trilli del primo tempo sino alla melanconia dell’adagio. Nell’atmosfera notturna ci conducono poi i sapori fiabeschi dei Märchenbilder di Schumann che nella sfumatura che contraddistingue questo programma stupisce con l’ultimo movimento “Langsam, mit melancholischem Ausdruck” in Re maggiore che come dall’indicazione agogica mantiene la sfumatura malinconica. Conclude il concerto un cambio di stile con l’Adagio – Allegro op. 70 di Schumann nel suo arrangiamento per viola e pianoforte; la vivacità dell’allegro avvolto nell’atmosfera romantica addolcisce il finale di un concerto davvero speciale e che una volta tanto apre una finestra sulla bellezza del suono della viola.
Società del Quartetto di Milano
Auditorium Verdi
PROGRAMMA
Antoine Tamestit, Viola
Mao Fujita, Pianoforte
Wolfgag Amadeus Mozart
Sonata n 21 in Mi Minore K 304
Franz Schubert
Sonata in La minore D821 “L’arpeggione”
Robert Schumann
Märchenbilder io 113
Franz Schubert
An der Mond D193
Robert Schumann
Mondnacht op. 39 n. 5
Franz Schubert
Nacht un Träume D827
Robert Schumann
Adagio e Allegro in La bemolle maggiore op. 70 (arrangiamento per viola)