Manon Lescaut – Comunale Noveau, Bologna
La stagione d’Opera 2024 del Teatro Comunale di Bologna si inaugura nel segno di Giacomo Puccini con una nuova produzione di Manon Lescaut.
2024, anno pucciniano. Anche il Teatro Comunale di Bologna contribuisce alle celebrazioni per il centenario della morte del Maestro di Lucca con una nuova messinscena di Manon Lescaut, titolo giovanile del compositore e che, di fatto, ne ha segnato la definitiva affermazione nel panorama musicale dell’epoca. Per la produzione inaugurale della stagione d’Opera 2024 il teatro felsineo, al suo secondo anno consecutivo nella sede provvisoria del Comunale Noveau, riesce a confezionare uno spettacolo che presenta più di un motivo di interesse.
Il ruolo della protagonista viene affidato ad Erika Grimaldi, qui al suo primo incontro con Manon. Il soprano possiede una vocalità ampia e compatta, rigogliosa nei centri e facile all’acuto, dove suona sicura e ben proiettata. L’esecuzione appare, inoltre, sempre sorvegliata e condotta con una certa raffinatezza di fondo. Riuscita anche la caratterizzazione del personaggio, attraverso una interpretazione misurata e attenta nel delineare, con un fraseggio delicato e privo di forzature, l’evoluzione sentimentale di questa eroina, sino al drammatico finale, tratteggiato con accenti di commosso struggimento.
Al suo fianco ritroviamo Luciano Ganci che, al suo debutto nel ruolo del Cavaliere Des Grieux, giunge a questa prova in forma smagliante. Il tenore romano, infatti, esibisce una vocalità dal timbro luminoso e solare e supera le numerose asperità della scrittura con evidente facilità. Oltre alla pienezza dei centri si ammira, inoltre, lo squillo di un registro superiore sempre ben proiettato. Ganci si rivela anche interprete di grande caratura grazie ad un fraseggio ricercato e sfumato, in grado di valorizzare ogni inciso per rendere al meglio il tormento interiore di questo meraviglioso personaggio.
Claudio Sgura torna a vestire di panni di Lescaut e regala una prova grandiosa. La vocalità del baritono, salda e vibrante, evidenzia una singolare familiarità con lo stile pucciniano e, nell’ambito di una prestazione di livello superiore, dimostra di saper votare l’esecuzione alle esigenze drammaturgiche del momento. Non possiamo, inoltre, non riferire della statuaria e carismatica presenza scenica.
Giacomo Prestia, con il suo timbro vellutato, è un Geronte di lusso grazie, tra l’altro, alla eleganza del portamento.
Paolo Antognetti, in possesso di uno strumento squillante e ben timbrato, conferisce al personaggio di Edmondo il giusto rilievo siglando una prova particolarmente efficace, tanto sotto il profilo vocale quanto sotto l’aspetto interpretativo.
Bene ha fatto anche Bruno Lazzaretti, capace di disegnare, con buona abilità, un maestro di ballo più sobrio e meno affettato del solito.
Ben a fuoco il musico, dal timbro serotino, di Aloisa Aisemberg.
Interessante e ben tornita la vocalità di Kwangsik Park, impegnato nel duplice ruolo dell’oste e di un sergente.
Poco efficace il lampionaio di Cristiano Olivieri, di cui dobbiamo sottolineare un poco felice slittamento di intonazione.
Completano la locandina il puntuale Costantino Finucci, un comandante di marina.
Sul podio, la direttrice musicale del Teatro Comunale, Oksana Lyniv, offre una lettura della partitura che si apprezza per lucidità e per pulizia, di carattere quasi sinfonico, delle sonorità orchestrali. La Manon della Lyniv, con il suo incedere rigoroso e metronomico, disvela la modernità pucciniana e la sua sua apertura verso un nuovo mondo musicale, quello novecentesco appunto, fatto di contaminazioni e sperimentazioni. D’altro canto, tuttavia, viene a mancare tutta quella travolgente passionalità che rappresenta l’essenza più intima dello stile compositivo del Maestro di Lucca. Tutto appare misurato ed equilibrato dunque, ma ben poco spazio è lasciato alla irrefrenabile forza dirompente dei sentimenti.
In gran forma, sotto la guida della direttrice, la compagine orchestrale capace di creare un magma sonoro denso e brillante.
Di livello, come di consueto, la prova del Coro del Teatro Comunale di Bologna che, sotto la valida guida di Gea Garatti Ansini, spicca per compattezza ed intensità tanto in primo quanto in terzo atto.
E poi c’è lo spettacolo che, come già noto, deve fare i conti con il boccascena del Comunale Noveau, largo come quello di un tradizionale teatro d’opera, ma piuttosto compresso in altezza. Il regista Leo Muscato, nonostante la trasposizione della vicenda alla fine dell’Ottocento, ci racconta le sventure di Manon attraverso un impianto narrativo piuttosto tradizionale. La scena, a cura di Federica Parolini, richiama un paesaggio desertico che rimane dinanzi ai nostri occhi sin dalla prima apertura di sipario, quasi a significare l’ineluttabilità di un destino di morte scritto sin dall’inizio. Pochi elementi di scena sottolineano di volta in volta la locanda, il boudoir nella reggia di Geronte e, ancora, la banchina del porto. L’atto più riuscito è quello conclusivo dove, complice il suggestivo progetto luci di Alessandro Verazzi, la vicenda sembra assumere un taglio cinematografico e sottolineare, così, il triste vagabondare dei due amanti verso il tragico finale. Vero valore aggiunto sono, poi, i costumi di Silvia Aymonino, curati nella foggia e, soprattutto, nel contrasto cromatico. In definitiva, uno spettacolo ben confezionato che, però, esattamente come per la direzione, sembra mancare di qualcosa, di quella sconvolgente passione che agita i due protagonisti sino a portarli alla deriva.
Il numeroso pubblico presente riserva ampi consensi al termine per tutti gli interpreti, con punte di particolare apprezzamento per il terzetto dei protagonisti.
MANON LESCAUT
Dramma lirico in quattro atti
Libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica
Musica di Giacomo Puccini
Manon Lescaut Erika Grimaldi
Renato Des Grieux Luciano Ganci
Lescaut Claudio Sgura
Geronte di Revoir Giacomo Prestia
Edmondo Paolo Antognetti
L’oste Kwangsik Park
Il maestro di ballo Bruno Lazzaretti
Un musico Aloisa Aisemberg
Un sergente Kwangsik Park
Un lampionaio Cristiano Olivieri
Un comandante di marina Costantino Finucci
Orchestra Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Oksana Lyniv
Maestro del coro Gea Garatti Ansini
Regia Leo Muscato
Scene Federica Parolini
Costumi Silvia Aymonino
Luci Alessandro Verazzi
Foto: Andrea Ranzi