Spettacoli

Una vita in tre quadri – Teatro Coccia, Novara

Una serata speciale a Novara per celebrare l’opera tutta e i 150 anni dalla morte di Carlo Coccia.

Carlo Coccia, un nome indissolubilmente legato al teatro di Novara, a lui titolato, ma che ha perso nitidezza nel panorama musicale odierno. A riportarlo alla mente e nel cuore di tutti noi ci pensano i giovani talenti dell’Accademia Amo che hanno pensato e creato interamente lo spettacolo: Una vita in tre quadri. L’intenzione è quella di celebrare, a 150 anni dalla morte il genio musicale napoletano, nato nel 1782 e naturalizzatosi poi novarese, morirà proprio qui nel 1873. La serata vuole però al contempo far riflettere sul ruolo del teatro nella vita cittadina e ricordare quanto il mondo dell’opera sia affascinante e ancora così capace di parlarci ed emozionarci.

Come già ricordato uno spettacolo ma anche un grande banco di prova per i giovani talenti dell’ Accademia Amo che si sono provati, e con ottimi risultati, in ogni parte dello spettacolo.

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Edoardo Siravo e Maria Chiara Scarale

I tre quadri, di cui l’opera è composta, hanno come filo conduttore la presenza in scena di Carlo Coccia, magistralmente interpretato dall’attore Edoardo Siravo, che offre una prova sicuramente di alto profilo. Le musiche originali e le rielaborazione orchestrali sono affidate al talento di tre giovani compositori: Giuseppe Guerrera, Davide Sebartoli e Lorenzo Sorgi. I tre musicisti creano un tappeto sonoro piacevole e sempre godibilissimo che guarda al repertorio classico con qualche divagazione verso il Novecento. Particolarmente riuscita l’ouverture che ci trasporta in un mondo di fantasia e sogno, proprio come lo è quello del teatro che si vuole celebrare. Il libretto e la drammaturgia su cui si muovono i tanti personaggi è affidato alla cure di Emanuela Ersilia Abbadessa. Sul podio tiene egregiamente le fila dello spettacolo la giovane e talentuosa direttrice Camilla Rossetti che si muove con facilità fra le sonorità classiche e la melodia contemporanea. Al gesto sicuro ma al tempo stesso delicato del podio risponde ottimamente e in piena sintonia d’intenti l’Orchestra Classica di Alessandria.

Il primo quadro, curato nella regia da Ilaria Sainato e Giuseppe Trovato, ci porta in un caffè della Napoli di primo ottocento. Una grande veduta del Vesuvio domina la scena, ai tavoli troviamo musicisti, popolani, soldati e lo stesso Coccia. Una scena piacevole ed educata, dove spiccano lo squillante Xiangbo Zhang con la cavatina “Ecco ridente in cielo” dal Barbiere di Siviglia e l’agile e precisa Rosina di Li Ma con “Una voce poco fa”. Da citare anche la spigliata e convincente Cameriera di Danae Rikos, perfettamente a suo agio nella divertente parte musicale inedita a lei assegnata. Chiudono il quadro Okju Lee che con grande partecipazione ci porta nel mondo di Donizetti con “Quel guardo il cavaliere” e la delicatissima Hyejung Kim che ci fa ascoltare “Una povera ragazza” da La buona figliola di Piccinni.

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Clementina Regina

Il secondo quadro vede alla regia Giulio Leone e Vittoria Licostini ed è dedicato alla musica dell’Ottocento. L’azione si concentra sul proscenio dove il Maestro Coccia chiede all’orchestra di eseguire il suo Inno a re Carlo Alberto, composto nel 1847. Un vero piacere potere sentire le note del compositore risuonare nel teatro che porta il suo nome. Dopo questo bellissimo omaggio arrivano in scena i personaggi del Don Carlo di Giuseppe Verdi: i bravissimi Yo Otahara, Eleonora Filipponi, Wangyang Chen e Stefano Paradiso danno voce a “Sire, soggetta è a voi”, e si rendono protagonisti di una prova convincente. Ma non posssiamo omettere di citare i divertenti e credibili Davide Lando e Maria Chiara Scarale: un compositore ed una bizzosa cantante. Un plauso particolare, con la speranza di risentirla ancora, va a a Clementina Regina che compare come Elisabetta d’Inghilterra per interpretare l’aria “Quel sangue” del donizettiano Roberto Devereux.

L’ultimo quadro, la cui regia è curata da Erika Chilò ed Enrica Rebaudo si apre sulle mura nude del teatro, ci spostiamo nella nostra contemporaneità, anche se lo spirito di Carlo Coccia continua a seguirci e parlarci. Da menzionare sono sicuramente la Tosca piena di passione di Kim Namok, la buona prova del Dottor Malatesta di Tanyi Jiang e la dolcissima Contessa di Judith Duerr, da Le nozze di Figaro. Ci ha colpito poi in positivo, l’ottima esecuzione, oltretutto a freddo, della temibile “pira” del Trovatore, eseguita con notevole capacità da Francesco Congiu, che pensiamo possa veramente essere una giovane promessa della lirica.

Si conclude così una serata piacevole, pensata e creata da giovani con tanta speranza negli occhi, perché come sostena William Shakespeare “L’amore dei giovani non sta nel cuore, ma negli occhi”.

“UNA VITA IN TRE QUADRI”
Opera in un atto
In occasione dei 150 anni dalla scomparsa del Maestro

Musiche originali e rielaborazioni orchestrali:
GIUSEPPE GUERRERA, DAVIDE SEBARTOLI, LORENZO SORGI

Drammaturgia e libretto:
EMANUELA ERSILIA ABBADESSA

Cast:
CLEMENTINA REGINA, DANAE RIKOS, FRANCESCO CONGIU, LI MA, OKJU LEE, YO OTAHARA, WANGYANG CHEN, XIANGBO ZHANG, HYEJUNG KIM, ELEONORA FILIPPONI, ANGELO CAPRARA, JUDITH DUERR, RANYI JIANG, MARIA CHIARA SCARALE, ZHENG HUI, NAMOK KIM, BAIYANG YU, GUANNAN CHEN, DAVIDE LANDO

Con la partecipazione straordinaria nel ruolo di Carlo Coccia di:
EDOARDO SIRAVO

Direttore d’orchestra:
CAMILLA ROSSETTI

Regia:
ILARIA SAINATO, GIUSEPPE TROVATO, GIULIO LEONE, VITTORIA LICOSTINI, ERIKA CHILÒ, ENRICA REBAUDO

Scene e costumi:
ERIKA CHILÒ

Orchestra Classica di Alessandria
Una produzione realizzata dall’Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia (AMO)

FOTO: MARIO FINOTTI