Recital Verdiano – Festival Verdi 2023, Fidenza
Al Teatro Magnani di Fidenza va in scena uno straordinario recital di canto dedicato alle immortali melodie di Giuseppe Verdi.
Ad un giorno di distanza dal gala che ha celebrato il compleanno del Maestro, il Festival Verdi propone un appuntamento imperdibile per tutti i melomani. Dopo i recenti successi delle recite di Nabucco, il Teatro Magnani di Fidenza, con la sua meravigliosa camera acustica installata sul palco, apre di nuovo le porte per ospitare un evento della manifestazione festivaliera. Protagonisti della serata sono il tenore Gregory Kunde, il soprano Francesca Dotto e il Maestro Gianluca Ascheri, artisti già impegnati in altre produzioni di questa edizione del Festival.
La serata si apre con il “Preludio” da Macbeth, eseguito al piano dal Maestro Ascheri che ben sottolinea, nella sua prova, la tinta fosca ed onirica di questa pagina. La prima parte del concerto è, poi, dedicata al Verdi delle romanze. “Il tramonto”, “Ad una stella” e “Il mistero”, sono componimenti densi di malinconico struggimento che rivivono nel canto melodico ed appassionato di Gregory Kunde. “Stornello” e “Brindisi”, al contrario, sono brani pervasi da un ritmo brioso e frizzante, esaltato dolcemente dalla freschezza timbrica di Francesca Dotto. Un caso particolare, infine, è quello di “In solitaria stanza” che, con la sua scrittura di stampo prettamente romantico e le sue lunghe arcate melodiche, sembra anticipare il tema dell’aria di Leonora “Tacea la notte placida” da Il trovatore.
L’esecuzione del “preludio” dal terzo atto de La traviata, con quella carica di dolente mestizia che si dissolve nella lettura delicata e malinconica di Ascheri, segna idealmente la fine della prima parte del concerto e l’apertura di una seconda interamente dedicata al grande repertorio operistico verdiano. Il primo brano è l’aria “Arrigo, ah, pari a un core” da I vespri siciliani dove Francesca Dotto, facendo sfoggio di una linea di canto morbida ed omogena, ottiene suggestivi effetti chiaroscurali. Il soprano trevigiano torna, poi, sul palco per dare vita ad Elvira, la protagonista di Ernani. Nell’aria di ingresso, “Ernani involami”, apprezziamo la sicurezza dell’emissione e la luminosità del registro superiore. Gregory Kunde porta sulla scena la meravigliosa scena di Rodolfo da Luisa Miller. Dopo un recitativo livido di rabbia, il tenore americano regala, attraverso un canto a fior di labbro misurato e ben controllato, una esecuzione emozionante dell’aria “Quando le sere al placido”. Nella successiva cabaletta, Kunde sa come accendere gli animi e, con un registro superiore saldissimo, conquista il pubblico che, dopo una puntatura finale al fulmicotone, esplode in un boato di acclamazioni. Poco dopo una altra aria per il tenore, “La vita è inferno all’infelice” da La forza del destino, dove si rimane colpiti dalla facilità con cui Kunde riesce a dosare l’intensità e la forza di una vocalità sempre ben tornita e tecnicamente solidissima.
Si ritorna, poi, ad un brano sinfonico e questa volta si tratta della “Sinfonia” da Alzira. Gianluca Ascheri si prodiga in una lettura travolgente e stilisticamente impeccabile del pezzo, la cui interpretazione risalta per la brillantezza ritmica e la precisione esecutiva. Il programma si chiude con un duetto, “già nella notte densa” da Otello, dove il timbro brunito e virile di Kunde si fonde perfettamente con la dolcezza del canto spiegato della Dotto.
Al termine del concerto il pubblico chiede a gran voce dei bis ed ecco, allora, un altro duetto da una delle opere più amate di tutti i tempi: “Parigi o cara” da La traviata. La Violetta volitiva ed appassionata di Francesca Dotto incontra, così, l’amorevole e premuroso Alfredo di Gregory Kunde. La serata riserva, ancora, una sorpresa, ovvero un omaggio alle imminenti celebrazioni per il 2024, centenario della scomparsa di Giacomo Puccini. Francesca Dotto torna sul palco per dare vita ad una trascinante interpretazione di “Vissi d’arte” da Tosca, dove la pienezza dell’emissione si unisce ad un accento cesellato e ben rifinito. In conclusione, un altro brano pucciniano, “Nessun dorma” da Turandot, nella trionfante e spavalda esecuzione di Kunde.
Successo incandescente al termine. Una serata di grande musica la cui unica pecca, forse, è rappresentata da alcuni vuoti in sala.
Recital Verdiano
Tenore Gregory Kunde
Soprano Francesca Dotto
Pianoforte Gianluca Ascheri
Foto: ROBERTO RICCI