Nabucco – Anfiteatro Giovanni Paolo II, Sordevolo.
“Il teatro resiste come un divino anacronismo” diceva Orson Welles e, a Sordevolo, in provincia di Biella, il teatro popolare è un divino anacronismo dal 1816. In questo piccolo paese, quasi un terzo della popolazione partecipa ogni cinque anni ad una grande rievocazione estiva della Passione di Cristo. Un evento di cultura popolare, una festa che ora, grazie alla collaborazione fra il Teatro Coccia, il comune di Sordevolo, La Passione e il Contato del Canavese sarà intervallata da grandi spettacoli teatrali. Quest’anno si inizia con Nabucco, forse il titolo verdiano più pop, più adatto ad una grande rappresentazione di piazza.
Nel grande Anfiteatro Giovanni Paolo II, il regista Alberto Jona e lo scenografo Matteo Capobianco creano uno spettacolo che gioca con i tempi e le epoche. Resti archeologici della civiltà babilonese compaiono sul palco impacchettati alla Christo con grandi drappi dorati, affiancati da grandi Menorah; all’esterno a sinistra il simulacro del Dio di Belo, a destra le tavole della legge. Ottimo l’uso delle masse, da una parte il Coro del Teatro Coccia ma anche gli attori della passione di Sordevolo che compaiono sia come ebrei perseguitati negli anni quaranta del novecento, sia come profughi e naufraghi. Le masse assistono allo spettacolo ai lati del palco, a volte scappano impauriti e vivono, in secondo piano, le emozioni dell’opera: un prezioso cameo che arricchisce questo allestimento. Splendide le luci, a cura dello stesso Jona che fanno vibrare i grandi drappi illuminandoli di rosso, blu e verde, creando piacevolissime e suadenti sfumature.
Note positive anche sul versante musicale a partire dalla direzione garbata e rispettosa del Maestro Francesco Rosa che sa conferire il giusto slancio eroico alla partitura verdiana rispettando però anche le voci. Una direzione che sceglie tempi adeguatamente larghi e suntuosi, una scelta musicale ben recepita dall’Orchestra Filarmonica Italiana che è persa in ottima forma, compatta e ben equilibrata.
Il Coro del Teatro Coccia, ben diretto dal maestro Mauro Trombetta regala al pubblico un iconico “Va, pensiero” cantato a fior di labbra con autentica emozione.
Il ruolo del titolo è affidato ad Angelo Veccia, che offre una prova veramente degna di nota. Il suo Nabucco è un re possente ed impavido e la bella voce è sorretta da una ferrea tecnica che gli permette di scandire sempre con eleganza e mirabile chiarezza la parola scenica. Ottima anche la capacità interpretativa.
Ottima anche la prova di France Dariz dotata di una voce autenticamente verdiana. Il soprano francese si muove con facilità nel pentagramma e la voce possente si fa ammirare particolarmente nelle note gravi e centrali perdendo forse solo un po’ di incisività nelle parti più acute senza però inficiare una prova nel complesso mirabile. Emozionante e vibrante in particolare l’aria di secondo atto “Anch’io dischiuso un giorno”.
Zaccaria è Deyan Vatchkov, il basso bulgaro ha una voce sicuramente importante, caratterizzata da un peculiare vibrato e un colore brunito. La statuaria presenza scenica e la buona capacità interpretative gli permettono di creare un profeta ieratico che incute un certo timore.
La Fenena di Giulia Diomede è una donna che soffre con compostezza e nobiltà. La voce risulta sempre gradevole, con il suo colore ambrato, ed il suono emesso in modo sicuro. Delicata e musicale la sua aria di quarto atto: “oh dischiuso è il firmamento”.
L’ismaele di Emanuele D’Aguanno è un giovane che soffre il peso degli avvenimenti, un’anima tormentata che però regala al pubblico sicuri slanci in acuto con una voce dal potenziale interessante.
Completano il cast il Gran Sacerdote interpretato con voce pulita e sonora da Bing Li , la squillante Anna di Clementina Regina e l’adeguato Andrij Severini (Abdallo).
Là, sulle montagne di Sordevolo, si tornerà il prossimo anno per una nuova avventura estiva destinata a continuare a rallegrare l’estate piemontese.
NABUCCO
dramma lirico in quattro parti
Musica di Giuseppe Verdi
Libretto di Temistocle Solera
Nabucco Angelo Veccia
Ismaele Emanuele D’Aguanno
Zaccaria Deyan Vatchkov
Abigaille France Dariz
Fenena Giulia Diomede
Il Gran Sacerdote Bing Li
Abdallo Andrij Severini
Anna Clementina Regina
La speranza Irene Paloma Jona
Direttore Francesco Rosa
Regia e Luci Alberto Jona
Scene Matteo Capobianco
Maestro del coro Mauro Trombetta
Coro del Teatro Coccia
Orchestra Filarmonica Italiana
FOTO: Claudio Burato