Concerti

Sinfonia n.8 in mi bem. magg. – Teatro alla Scala, Milano

Nella programmazione della stagione sinfonica 2022/2023 brilla l’esecuzione della Sinfonia n.8 in mi bem, magg. (la cosiddetta Sinfonia dei mille) di Gustav Mahler, portata in trionfo della bacchetta di Riccardo Chailly.
 
Maiernigg, Carinzia, Austria Meridionale. Nel 1906, il compositore Gustav Mahler si è ritirato sulla sponda meridionale del Wörthersee per concedersi un periodo di assoluto riposo. Saranno, invece, due mesi di lavoro frenetico dai quali nascerà l’Ottava Sinfonia in mi bemolle maggiore, una composizione di eccezionale complessità, “la cosa più grande che ho fatto” dirà, poi, lo stesso Mahler. La Sinfonia è altresì nota come la Sinfonia dei mille per la monumentalità dell’organico coinvolto, ovvero orchestra, soli, coro di voci bianche e due cori misti.
La composizione, originata da un forte quanto intenso impulso creativo, rappresenta un unicum all’interno del catalogo dell’autore, soprattutto per quella vena di spirituale ottimismo che la pervade, in netta antitesi con il carattere tragico delle altre composizioni. L’esecuzione si articola in due parti, la prima sulle parole dell’inno Veni Creator Spiritus, attribuito al vescovo di Magonza Rabano Mauro, e la seconda sui versi conclusivi del Faust di Johann Wolfgang von Goethe. Le due parti, inoltre, presentano una forte connessione tra loro in quanto collegate da temi comuni e dalla tematica della redenzione per via dell’amore.

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Ricarda Merbeth, Polina Pastirchak, Regula Mühlemann, Wiebke Lehmkuhl, Okka von der Damerau, Klaus Florian Vogt, Michael Volle, Ain Anger e Riccardo Chailly

Dopo mezzo secolo di assenza (era il 1970 e la direzione era affidata al Maestro Seiji Ozawa), le melodie immortali di questo supremo capolavoro rivivono sul palcoscenico del Teatro alla Scala grazie alla bacchetta del Maestro Riccardo Chailly, grande protagonista di un appuntamento imperdibile per ogni appassionato. Il direttore milanese, di casa al Piermarini dove ricopre, tra l’altro, la carica di direttore musicale, ha già incontrato questa composizione in più occasioni, tra le quali possiamo ricordare, senza dubbio, l’esecuzione del 2013 al MiCo (Milano Congressi) con i complessi dell’Orchestra Verdi. Chailly offre una lettura maestosa e magniloquente del componimento. Il gesto è ampio e solenne, grandioso nel coordinare l’immenso organico a sua disposizione, ma, ad un contempo, attentissimo e meticoloso nello sbalzare il più piccolo dettaglio sonoro. La partitura è attraversata da una energia viscerale, una tensione quasi muscolare che cattura lo spettatore e lo trascina in un vorticoso affresco di dinamiche quantomai variegate. La prima parte della serata, l’inno Veni Creator Spiritus, è pervasa un sentimento di mistica ed estatica gioia ben rappresentato da sonorità maestose e da dinamiche brillanti. Seguono quindi pagine intrise di lirismo, dolce abbandono, delicate pennellate che ci conducono, poi, alle battute finali in un clima di massima concitazione ed esaltazione. La seconda parte, che ruota attorno ai versi conclusivi del Faust di Goethe, sembra elevarsi ad un livello metafisico caratterizzato da impalpabili pennellate di suono che si fondono con grande naturalezza in un affresco di sovrumana dolcezza e di consacrato raccoglimento. A questa dimensione eterea fa da contraltare la conclusione, caratterizzata da sonorità vigorose e possenti. L’eccellente prova del Maestro Chailly è sorretta ottimamente dalla prestazione del Teatro alla Scala che qui appare in forma eccezionale. Una esecuzione magistrale per compattezza ed amalgama, ben equilibrata nei volumi e splendidamente curata nella brillantezza sonora.
Altrettanto eccellenti le prove dei due cori qui impegnati, il Coro del Teatro alla Scala e il Coro del Teatro La Fenice di Venezia diretti,rispettivamente, da Alberto Malazzi e Alfonso Caiani. In una vera e propria gara di bravura, ogni intervento risulta rifinito ottimamente per omogeneità, intensità ed espressività. Un plauso particolare, poi, va rivolto ai piccoli cantori del Coro di voci bianche del Teatro alla Scala, guidati con encomiabile sicurezza da Bruno Casoni.

Le voci dei solisti, chiamate ad intervenire per gran parte della composizione, risultano ben amalgamate con i complessi orchestrali e corali. Molto bene la Magna Peccatrix di Ricarda Merbeth, subentrata all’indisposta Marina Rebeka. Con vocalità di buon volume e la giusta proiezione nel registro superiore, il soprano risolve i numerosi, quanto arditi, interventi a lei richiesti. Un’altra defezione, questa volta da parte del soprano Krassimira Stoyanova, vede subentrare il soprano Polina Pastirchak nel ruolo di Una Poenitentium. Una prova, la sua, che si distingue per una linea vocale dalla buona musicalità. Regula Mühlemann infonde alla parte di Mater gloriosa il fascino di una vocalità che si apprezza per morbidezza e duttilità. Il contralto Wiebke Lehmkuhl intepreta la Mulier Samaritana con timbro screziato e pastoso. Il cast femminile si completa, inoltre, con la Maria Aegyptiaca di Okka von der Damerau dalla vocalità ben tornita e dal colore suadente.
Tra le voci maschili spicca Michael Volle (subentrato all’annunciato Andrè Schuen) che, con uno strumento possente e vibrante, valorizza al meglio le pagine e gli incisi riservati al ruolo di Pater ecstaticus. Il tenore Klaus Florian Vogt impersona Doctor Marianus con voce chiara e ben sfogata che, pur valorizzata dalla giusta attenzione al fraseggio, non risulta sempre impeccabile sotto il profilo esecutivo, specie nella salita al registro superiore. Il comparto maschile si completa, infine, con il Pater Profundus di Ain Anger di cui si apprezza il velluto e corposa.
Dopo gli ultimi, impetuosi, accordi trascorrono alcuni brevi istanti, un lasso di tempo davvero brevissimo, durante il quale la sala sembra trattenere il respiro ancora attonita per le emozioni di questa musica dalla sconvolgente carica emotiva. E subito dopo inizia la festa: il pubblico, stipato in ogni ordine di posto, esplode in frenetici applausi che salutano cantanti, direttore, maestri del coro, professori d’orchestra e delle compagini corali coinvolte, con grandi acclamazioni. Una bella serata di musica con la quale viene inaugurata, tra l’altro, la nuova camera acustica, realizzata dalla ditta Suono Vivo grazie al sostegno di Allianz.

Gustav MahlerSinfonia n° 8 in mi bemolle maggiore (“Sinfonia dei mille”)
Parte I: Inno Veni Creator Spiritus Parte II: Scena finale dal Faust

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Coro del Teatro La Fenice di Venezia
Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala
Direttore Riccardo Chailly
Maestro del coro del Teatro alla Scala Alberto Malazzi
Maestro del coro del Teatro La Fenice di Venezia Alfonso Caiani
Maestro del Coro di voci bianche dell’Accademia Teatro alla Scala Bruno Casoni
I Soprano (Magna Peccatrix) Ricarda Merbeth
II Soprano (Una Poenitentium) Polina Pastirchak
Soprano (Mater gloriosa) Regula Mühlemann
I Contralto (Mulier Samaritana) Wiebke Lehmkuhl
II Contralto (Maria Aegyptiaca) Okka von der Damerau
Tenore (Doctor Marianus) Klaus Florian Vogt
Baritono (Pater ecstaticus) Michael Volle
Basso (Pater profundus) Ain Anger

Foto: Brescia Amisano Teatro alla Scala