Concerti

Concerto Finale – Mola di Bari, Palazzo Pesce

La suggestiva e romantica cornice di Palazzo Pesce ha ospitato tre giorni di intensa masterclass con il soprano Eva Mei, elegante belcantista, in collaborazione col pianista Michele D’Elia, nome prestigioso  tra i principali collaboratori presso l’Accademia del Teatro alla Scala. La masterclass si rivolgeva a cantanti lirici e, come assoluta novità, anche a pianisti accompagnatori. Come reso noto da Margherita Rotondi in apertura, la serata segna due importanti novità: la prima è l’assegnazione del premio master, consistente nella partecipazione alla masterclass appena terminata e messo in palio da Palazzo Pesce nella scorsa edizione del concorso di canto lirico Valerio Gentile, la seconda concerne l’avvio di una collaborazione col festival di belcanto di Turi, il cui presidente Ferdinando Redavid, presente in sala, avrebbe offerto alle voci più meritevoli la partecipazione ad uno dei suoi concerti. Ad aggiudicarsi il premio masterclass è stato il giovane soprano, appena ventunenne, Carmen Aurora Bocale e vincitore anche del primo premio della scorsa edizione del concorso Valerio Gentile. Il sempre difficile compito di aprire la serata è affidato al soprano cinese Hu Xuzhi con il valzer di Musetta Quando m’en vo, dalla Boheme di Giacomo Puccini. L’emozione nel trovarsi di fronte ad un folto pubblico e rompere il ghiaccio è lecita. Ciò non giustifica tuttavia un fraseggio non soddisfacente, nonostante la luminosità del timbro. La cantante non convince per interpretazione e mancanza del giusto guizzo che il giocoso personaggio di Musetta richiede. A seguire il soprano Maria Antonietta Patti con un’altra aria tratta dal repertorio pucciniano: Chi il bel sogno di Doretta, dalla Rondine. Il soprano delinea una Magda luminosa, dal timbro schiettamente chiaro e leggero. La dizione è chiara e la linea di canto pulita.  L’incursione nelle opere pucciniane termina col soprano Giuliana Di Stefano che ha eseguito Si. Mi chiamano Mimì sfoggiando una mirabile pienezza di timbro lirico pieno. La vocalità è piena e rotonda, eccetto la prima nota, lievemente schiacciata, il suo canto è avvolgente e immascherato. Il mezzo vocale è ampio e sonoro, peccato per qualche suono ancora imprigionato dalla gola e preso di fibra. La dizione è buona, gli attacchi sono morbidi e sicuri. La sua prova convince nettamente e ci auguriamo di tornare presto ad applaudire questa giovane promessa della lirica.

A questo punto occorre rivolgere una lode di merito ai tre pianisti accompagnatori, in questi giorni studenti del maestro D’Elia: nell’ordine Laura Zanon, Alessio Buzza e Gilda Panico che con perizia e preparazione hanno magnificamente accompagnato al piano le prime tre cantanti. A loro va il nostro più fervido in bocca al lupo per nuovi e sempre più grandi successi. Da questo momento è lo stesso maestro D’Elia ad accompagnare i ragazzi. È ora la volta di Silvia Porcellini con Non si dà follia maggiore, l’aria di Fiorilla dal Turco in Italia di Gioacchino Rossini. La giovane artista delizia il pubblico con disinvolta sicurezza nell’agile canto rossiniano, con cui sembra aver già maturato una certa esperienza e familiarità. Il fraseggio e raffinato e la sua Fiorilla appare perfettamente disegnata: brillante, volubile e scaltra. Il soprano è perfettamente intonato e musicale, le quartine in agilità elegantemente ricamate da un mezzo sonoro, squillante e brillantissimo. A seguire l’unico baritono della serata, dominata da soprani. Si tratta dell’ottimo Nicola Farnesi che è Figaro nella sua aria Aprite un po’ quegli occhi dalle Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart. Dalla sua l’artista possiede un’importante vocalità baritonale, chiara e omogenea, ampia e di limpido squillo. Del cantante si apprezza la personalità e la dizione, sempre scandita e presente. Si apre ora un’ampia parentesi verdiana con il soprano salentino Marina Conte che esegue l’aria di Oscar Volta la terrea fronte, da Un ballo in maschera. La freschezza è la caratteristica qualità di una voce da soprano leggero, come la sua. La giovane artista ben si compenetra nei panni del personaggio en travesti delineandolo con gaiezza e brillantezza. La scrittura verdiana, costellata di agilità, è perfettamente risolta.

Donatella De Luca dà vita alla Marchesa Del Poggio dalla seconda opera di Verdi: Un giorno di regno, con l’aria Grave a core innamorato, eseguita con attenzione a cesellare ogni dettaglio di un’impegnativa e quantomai difficile scrittura derivante dal belcanto, ma che si avvia a divenire, a un tempo, drammatica. La De Luca è in possesso di una ragguardevole tecnica, sostenuta da lunghi fiati che le consentono un buon legato nel cantabile. La sua voce, di derivazione leggera, si tinge di un colore vellutato, tendente al lirico. Il suo strumento è teatrale, in grado di piegarsi alle agilità della cabaletta, il cui acuto finale, preso con sicurezza, conclude una pregevole esibizione. Giunge il momento del giovane soprano citato inizialmente nella recensione, ovvero di Carmen Aurora Bocale, la quale è nannetta in Sul fil d’un soffio etesio dal Falstaff. La Bocale è dotata di timbro lucente e ben si disimpegna nell’acuta scrittura affidata dal compositore di Busseto al personaggio di nannetta. L’eterea scala cromatica a conclusione dell’aria è molto ben cantata sul fiato e con morbidezza. Al termine dell’esecuzione la giovane artista riceve i complimenti di Eva mei, che con premura e affetto la presenta al pubblico, orgogliosa dell’ottimo risultato conseguito dall’allieva: una dimostrazione di amore e umanità che tocca il cuore. Raramente nelle masterclass si ha modo di scoprire talenti in grado di emozionare oltre modo l’ascoltatore. Non è il caso di questa sera. A eseguire il bellissimo quanto irto cantabile Arrigo! Ah! Parli a un core dai Vespri Siciliani è una fuoriclasse, per lei si prova il raro brivido lungo la schiena. Si tratta del soprano portoricano Anais Mejias, un talento innato, con voce di raro velluto, dolce e d’acciaio. Vocalità sontuosa, importante, estesa e adatta al ruolo della Duchessa Elena. Il registro grave è ampio e sonoro, i centri compatti e sicuri e il registro acuto risplende in tutto il suo possente splendore. La terribile cadenza che conclude il cantabile è ben risolta. Nell’intenso brano il soprano è una Elena dolente e drammatica, fin dall’attacco con cui già dimostra al pubblico il suo valore. La mejias è un’artista che sbalordisce. Una maggior dolcezza nel porgere il legato e attenzione a non schiacciare qualche suono sulle E e i impreziosirebbero ancor più la sua interpretazione in futuro. 

Ultima, ma non per importanza, è Martina Tragni con O luce di quest’anima dalla Linda di Chamounix di Gaetano Donizetti. L’incantevole scrittura belcantistica risalta le doti del soprano in possesso di un mezzo ampio robusto, teatrale, ricco di armonici e di grande squillo. La sua vocalità è di derivazione leggera per brillantezza e luminosità, ma il cui peso vocale lascia presagire una tendenza verso il soprano lirico, per rotondità e colore screziato. Ogni nota e pesata con attenzione, la dizione è sempre impeccabile, così come l’intonazione. L’artista, peraltro già ascoltata dal vivo in diverse occasioni, sembra essere particolarmente a suo agio col Belcanto, la cabaletta è variata con gusto, le agilità perfettamente sgranate e ben proiettate mediante un sapiente uso dei fiati. Un pubblico giustamente entusiasta e festoso applaude i dieci cantanti, guidati con dovizia di competenze e umanità dal soprano Eva Mei e dal maestro D’Elia, pianista elegante e raffinato, nonché anche ottimo presentatore della serata. 

Foto di Nicola Parente

PROGRAMMA DEL CONCERTO:

  • “Quando m’en vo”
    da La Bohèm di G.Puccini
    Hu Xuzhi (soprano)
    Laura Zanon (pianoforte)
  • Chi il bel sogno di Doretta
    La Rondine di G. Puccini
    Maria Antonietta Patti (soprano)
    Alessio Buzza (pianoforte)
  • Si. Mi chiamano Mimì
    La Bohèm di G. Puccini
    Giuliana Di Stefano (soprano)
    Gilda Panico (pianoforte)
  • Non si dà follia maggiore
    Il turco in Italia di G. Rossini
    Silvia Porcellini (soprano)
  • Aprite un po’ quegli occhi
    Le nozze di Figaro di W.A. Mozart
    Nicola Farnesi (baritono)
  • “Volta la terrea fronte “
    Un ballo in Maschera di G. Verdi
    Marina Conte (soprano)
  • Grave a core innamorato
    Un giorno di regno di G. Verdi
    Donatella De Luca (soprano)
  • Sul fil d’ un soffio etesio
    Falstaff di G. Verdi
    Carmen Aurora Bocale ( soprano)
  • Arrigo! Ah! Parli a un core.
    I Vespri Siciliani di G. Verdi
    Anais Mejias (soprano)
  • O luce di quest’anima
    Linda di Chamounix di G. Donizetti
    Martina Tragni (soprano)