La traviata – Firenze, Teatro del Maggio
Un debutto tempestoso quanto atteso quello de La traviata al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Lo spettacolo, che riscosse un considerevole successo nell’autunno 2021, è stato riproposto lo scorso febbraio e andrà in scena con una rappresentazione straordinaria anche il prossimo 30 marzo. Prima burrascosa appunto, con la rinuncia di Placido Domingo per indisposizione a poche ore dall’apertura del sipario ed il teatro che ha dovuto farsi carico della sostituzione in tempi a dir poco ristretti. Problema brillantemente risolto grazie alla disponibilità del baritono Amartuvshin Enkhbat che si è precipitato a Firenze da Genova, arrivando giusto in tempo per entrare in scena.
L’attesa era invece soprattutto per Aida Garifullina, che ha ben interpretato una Violetta dall’interiorità lacerata. La voce è consistente e di grande sicurezza nel registro medio, con un fraseggio articolato e dinamico. Con intelligenza ed abilità adatta la cavatina e la cabaletta del primo atto alle proprie caratteristiche, pur limitando le sfumature belcantistiche. La ritroviamo poi fresca e leggera all’inizio del secondo atto ed assistiamo ad una crescente ed originale immedesimazione nel personaggio. E’ di notevole espressività nel corso dell’intero duetto con Giorgio Germont, particolarmente intensa nel cantabile “Dite alla giovane sì bella e pura” ed agile ed incisiva in “Morrò…la mia memoria”. Appassionata e vigorosa in “Amami Alfredo”, fino ad essere contenuta e assai dolente nella scena della festa. Ci regala il meglio di sé al terzo atto, con recitativi scolpiti e assai modulati ed una straziante drammaticità nelle parti di arioso, raggiungendo nel finale un canto lirico e trasfigurato.
Davvero pregevole la prova di Francesco Meli che interpreta un Alfredo romantico e luminoso. Il suono è rotondo e di grande naturalezza, con qualche sporadica forzatura in acuto. Risulta particolarmente omogeneo nella scena del brindisi e molto passionale in “Un dì felice, etera”. Eseguita con morbidezza e vigore “De miei bollenti spiriti”, applaudita per giunta a scena aperta. Dispiace pertanto l’incidente nella cabaletta, davvero immeritato – chissà forse un moscerino in gola o qualcos’altro di traverso che impedisce per due volte alla nota di uscire adeguatamente. Ne resta peraltro mortificato lo stesso Meli, che però ritroviamo saldo e baldanzoso in casa di Flora, assai drammatico nei turbini della gelosia. Ritorna solare nella camera di Violetta, con un canto trasparente e melodioso ed “Una Parigi o cara” che ci porta lontano dalla malattia e dal senso di morte imminente.
Amartuvshin Enkhbat come Giorgio Germont esegue ogni nota con correttezza e vigore, levigato e voluminoso in ogni parte. Ha una linea ampia e maestosa in “Di Provenza il mare i sol”, pur risolvendo alcuni passaggi di forza e mancando quindi un pochino di grazia. Esibisce un’interpretazione più drammatica e convincente nella scena della festa e nel finale, con un contegno addolorato e molto partecipe. Considerando che è entrato in scena praticamente di corsa e senza aver fatto alcuna prova -tant’è che indossa un abito nero anziché quello chiaro previsto da clima provenzale- , il baritono mongolo ha fatto davvero al meglio che potesse, anche sul piano interpretativo.
Grintosa ma elegante la Flora di Ana Victória Pitts, con una certa dose di spavalderia ed aggressività; accorata e squillante l’Annina di Caterina Meldolesi, con una linea definita e gesti misurati. Brillante il Barone di Francesco Samuele Venuti, con voce salda e profonda, mentre è chiaro ed espressivo Joseph Dahdah nei panni di Gastone. Validi attori e corretti in ogni intervento anche gli altri personaggi: il Marchese d’Obigny di Matteo Mancini e il Dottor Grenvil di Volodymyr Morozov, così come il Giuseppe di Davide Ciarrocchi, il domestico di Egidio Massimo Naccarato e il Commissionario di Lisandro Guinis.
Sul podio Zubin Metha con una direzione analitica ed un suono molto screziato. L’attacco risulta un po’ fiacco ma poi la scena iniziale è alquanto dinamica e per tutta l’opera viene dato risalto ad aspetti che esaltano la forza della drammaturgia musicale verdiana. Vivace la festa da Flora, con un magnifico concertato finale, potente e raffinato; molto espressivo e tagliente tutto il terzo atto, con squarci luminosi e preziose sonorità.
Vigoroso e travolgente ogni intervento del Coro del Maggio Musicale Fiorentino, ottimamente diretto da Lorenzo Fratini.
L’allestimento conferma la sua validità, con la calzante trasposizione del rigido mondo borghese ottocentesco negli anni della contestazione parigina. La regia di Davide Livermore ripresa da Stefania Grazioli ci si mostra alleggerita da alcuni continui eccessi erotici che nella passata edizione finivano per essere ingombranti e distrarre dalla musica. I quadri, pieni di colori ma immersi nell’oscurità, sono tutti molto incisivi e, benché si riferiscano intenzionalmente al sessantotto, li percepiamo molto vicini alla nostra attualità, soprattutto nei momenti corali. L’immagine dell’albergo di classe rimanda infatti ad un’idea di sesso come consumo in una forma che caratterizza più i nostri giorni che gli anni della contestazione; d’altra parte entrambe le feste ci raccontano non soltanto del desiderio di libertà, ma anche del cupio dissolvi che attanaglia Violetta e non solo. Di intensa suggestione infine la morte della protagonista che si avvia verso la luce.
Molti applausi per Garifullina, Meli ed Enkhbat.
In via del tutto eccezionale, si replica il 30 marzo. Un’occasione per riascoltare Meli ed Enkhbat e scoprire, dopo Sierra e Garifullina, la Violetta di Nadezhda Pavlova.
LA TRAVIATA
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Melodramma in tre atti di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi
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Maestro concertatore e direttore Zubin Mehta
Regia Davide Livermore
Ripresa da Stefania Grazioli
Scene Giò Forma
Costumi Mariana Fracasso
Luci Antonio Castro
Riprese da Andrea Locorotondo
Video D-wok
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Violetta Valéry Aida Garifullina
Alfredo Germont Francesco Meli
Giorgio Germont, suo padre Amartuvshin Enkhbat
Flora Bervoix Ana Victória Pitts
Annina Caterina Meldolesi
Gastone, Visconte di Létorières Joseph Dahdah
Barone Douphol Francesco Samuele Venuti
Marchese d’Obigny Matteo Mancini
Dottor Grenvil Volodymyr Morozov
Giuseppe Davide Ciarrocchi
Un domestico Egidio Massimo Naccarato
Commissionario Lisandro Guinis
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Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Foto: Michele Monasta-Maggio Musicale Fiorentino