Messa da Requiem – Teatro Massimo Bellini, Catania
Nell’ambito della Stagione di Concerti il 13 e 14 gennaio 2023 il pubblico di Catania ha avuto l’opportunità di ascoltare al Teatro Massimo Bellini la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, magnificamente diretta dalla bacchetta di Eckehard Stier, nuovo direttore ospite principale del Bellini. Il concerto è stato dedicato alla memoria del compianto maestro Gianluigi Gelmetti, eminente protagonista del panorama musicale internazionale e per anni direttore principale del Teatro. A lui, in apertura di serata, ha rivolto parole di profonda gratitudine il Sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano. Di eccellente livello anche il cast dei solisti, con il soprano Leyla Martinucci, il mezzosoprano Alessandra Volpe, il tenore Samuele Simoncini e il basso Ramaz Chikviladze. Il coro è istruito dal maestro Luigi Petrozziello.
Composta nel 1874 in occasione del primo anniversario della morte di Alessandro Manzoni, immensamente stimato dal musicista, e diretta dallo stesso Giuseppe Verdi in prima esecuzione nella chiesa di San Marco a Milano il 22 maggio 1874, la Messa da Requiem ebbe un successo enorme in Italia e all’estero. Ad ogni nuovo ascolto comprendiamo le ragioni di tanto richiamo presso il pubblico, poichè l’incanto, il carisma, la grazia di questa solenne composizione sacra ci sconvolge e ci turba; trascinati dalla sconfinata bellezza delle note e della densa vocalità contenute nella partitura, approdiamo ad una sorta di waste land solitaria ed impervia dove dimora il nostro inappagato, incommensurabile desiderio di spiritualità, pervaso di dubbi e domande su ciò che ci attende al di là dell’ineluttabile confine della morte. Furono dilemmi ed inquietudini di tale natura che condussero il compositore di Busseto alla creazione del suo struggente, straordinario, superbo capolavoro, in cui confluirono pensieri, emozioni, stati d’animo propri di anni in cui aveva affrontato numerosi lutti per la scomparsa dei figli e della giovane prima moglie, Margherita Barezzi, ma anche disillusioni in campo politico ed artistico. Ascoltando la Messa da Requiem di Verdi ci si trova soli, vulnerabili, fragili dinanzi alla paura della morte, disperatamente alla ricerca di un senso pur nella sua insensatezza; si rimane come sospesi sull’orlo di un precipizio, immobili, quasi senza respiro in un vuoto lacerante, drammatico, spaventoso. La monumentale tessitura sonora si dipana dal sommesso, smorzato, lieve “Kyrie” dell’apertura all’impetuosa deflagrazione improvvisa del “Dies Irae”, il giorno del giudizio universale, ciclicamente ripetuto per tre volte a significare la costante presenza dello sgomento e dell’angoscia dell’uomo nel momento estremo della fine della vita. Tutta la struttura dell’opera segue uno schema circolare in cui troviamo le notevoli pagine del “Tuba Mirum” e del “Rex tremendae”, il lirismo del “Recordare”, il disperato abbandono del “Lacrimosa” fino all’immenso “Libera me” finale che riprende tragicamente l’inizio del Requiem, lasciandoci un ineffabile silenzio esistenziale.
L’esecuzione cui abbiamo assistito il pomeriggio del 14 gennaio al Bellini di Catania ha certamente rappresentato una gradita conferma della costante, ampia risposta del pubblico alla nutrita e pregevole offerta sinfonica programmata dall’Ente lirico catanese. Sia il coro che la compagine orchestrale sono apparsi in magnifica forma, esprimendo al meglio le distinte evidenti qualità interpretative per una resa musicale contrassegnata da unità e coesione. Davvero notevole dal punto di vista della disposizione dell’organico strumentale ci è sembrata la scelta originale di sistemare le trombe, due a destra e due a sinistra, nei palchi di secondo ordine ai lati del palcoscenico: l’esito sonoro è stato veramente eccezionale e sorprendente, rendendo ancora più avvolgente ed impetuosa la potenza dirompente della partitura, esaltata dalle caratteristiche acustiche del Teatro. Di assoluto rilievo ed interesse è stata la direzione del maestro tedesco Eckehard Stier, che ha offerto il suo gesto elegante ad una lettura rigorosa, attenta ad ogni tinta, ad ogni distinta tonalità sonora, mantenendo sempre felice equilibrio e misurata armonia tra le parti orchestrali e corali e di queste con i quattro solisti. Per il soprano Leyla Martinuci, figlia d’arte e con un’ampia esperienza in molti paesi del mondo, la Messa da Requiem segna un debutto a Catania. L’artista ha saputo contemperare la sua versatilità con la responsabilità e la complessità di un ruolo che richiede tutta la concentrazione necessaria ad affrontare le difficoltà della scrittura verdiana. Dotata di una voce dolce e dal colore cangiante, ha attraversato con intensità intimista il passaggio dai toni gravi a quelli molto acuti, ai tumulti inquietanti del “Dies Irae” fino alle parti a cappella con il coro. La parte con cui ci ha più profondamente emozionato è il “Recordare”, eccelso, sublime duetto con il mezzosoprano Alessandra Volpe, anche lei protagonista di un’interpretazione del tutto convincente ed efficace per plasticità della voce e statuaria presenza scenica. Anche il tenore Samuele Simoncini ha ricoperto il suo ruolo sostenuto da una voce certamente all’altezza delle difficoltà della partitura e ha superato agevolmente qualche lieve esitazione nell’appoggio del fiato procedendo con fluidità e coerenza armonica. La vocalità del basso Ramaz Chikviladze, sempre perfetto negli attacchi e nell’esecuzione delle parti, ha raggiunto profondità tali da farci percepire fisicamente la voragine degli abissi eterni. Dentro al baratro desolato di quegli abissi rimaniamo al termine della struggente invocazione del “Libera me”, destinata a lasciarci soli nel silenzio, lo stesso lunghissimo istante di silenzio che ha preceduto i calorosi applausi tributati a tutti i protagonisti del concerto.
Messa da Requiem
per soli, coro e orchestra
Musica di Giuseppe Verdi
in memoria del maestro Gianluigi Gelmetti
direttore principale del Teatro Massimo Bellini
Leyla Martinucci soprano
Alessandra Volpe mezzosoprano
Samuele Simoncini tenore
Ramaz Chikviladze basso
Eckehard Stier direttore
Luigi Petrozziello maestro del coro
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Massimo Bellini