Die Fledermaus – Teatro Carlo Felice, Genova
Genova saluta il nuovo anno con Die Fledermaus di Johann Strauss II, in scena al Teatro Carlo Felice in un allestimento vivace ed elegante, con la direzione di Fabio Luisi e la regia di Cesare Lievi. “Stosst an!”, Brindate!,“ Es lebe Champagne der Erste“, Viva Champagne Primo, il re dei vini: così tutti cantano alla festa di Orlofsky, inneggiando alla gioia di vivere che qui spumeggia al pari del desiderio di evasione. Si pensi che l’anno precedente alla composizione dell’operetta aveva registrato la più grave crisi finanziaria dell’impero asburgico, che di lì a pochi decenni sarebbe collassato su se stesso, segnando la fine di un’epoca, in un clima di nascosta inquietudine e di fatalismo e consegnando alla storia il mito della felix Austria.
“Felice è chi dimentica/ ciò che non si può cambiare.” Queste appunto le parole conclusive dell’aria di Alfred, mentre sul fondo compare lentamente un grande struzzo di peluche. Il sipario si era aperto come se fossimo su un set, teatro nel teatro, perché in fondo, ben al di là della mascherata, tutti i personaggi mentono agli altri, fingendosi diversi, e forse e soprattutto ingannano se stessi. Come lo struzzo mettono la testa sotto la sabbia per non vedere fino in fondo quel che sono e per sfuggire ad un mondo che di gradevole e scintillante in verità ha assai ben poco. Il simpatico pupazzone ci rimanda inoltre alla leggerezza delle sue piume e quindi alla mondanità e alle sue frivolezze, delineate dalle scenografie e dai costumi di Luigi Perego con forme essenziali e colori decisi, spesso caldi ed accesi, per lo più senza sfumature, realizzando superfici compatte, quasi senza profondità. Trabocca di vitalità ed ironia la scena del balletto, inaugurata dall’arrivo di un enorme panettone con l’etichetta dell’emblematico pennuto, a dirci che l’operetta è anche un po’cine-panettone. Travolgente e articolata con grazia la coreografia di Irina Kashkova, che coinvolge anche i cantanti e ci immerge nella magia di una polka da Capodanno viennese. Intrisa di nostalgia la scena sul coro “Brüderlein, Brüderlein und Schwesterlein”, con le luci soffuse di Luigi Saccomandi e il grande orologio che ci ricorda il fluire inesorabile del tempo. Infine, al terzo atto il grande struzzo è in gabbia, punito come Eisenstein e perfino Rosalinde, che si ritrovano bonariamente imbrigliati nel gioco delle loro piccole grandi menzogne e fughe dalla realtà.
La direzione di Fabio Luisi rende con trasparenzal’inventiva melodica di Strauss e ricostruisce accuratamente la complessa architettura dell’operetta. L’overture è vivace, con tratti scattosi, quasi nervosi in certuni temi ed ha forza contenuta nell’ampiezza del valzer; tutta l’energia viene poi liberata nella polka “Unter Donner und Blitz” scelta per il balletto, con il suono morbido degli archi e la precisione ritmica delle percussioni; piena di malinconica la breve introduzione all’atto conclusivo ed intessuti in una trama continua e vellutata i duetti e i concertati.
Allegri e festosi gli interventi del Coro dell’Opera Carlo Felice diretto da Claudio Marino Moretti, sospeso e meditativo quello sopra citato con l’orologio ed il cambio dell’ora.
Valentina Nafornita è una Rosalinde briosa e seducente, un po’ donna fatale, un po’ moglie gelosa. Con voce chiara ed estesa, è particolarmente incisiva nel registro acuto e, rispetto ad altre occasioni, si dimostra più agile e modulata nei passaggi. Interpreta il duetto con Alfred con vigore e simpatia e nell’aria “Klänge der Heimat” è prima assai dolce, poi alquanto brillante, non solo nel canto, ma anche nella recitazione e nella danza. Ben realizzato anche il terzetto del finale, episodio musicale assai felice di questa produzione.
Con una dizione ritmica e scolpita, Bo Skovhus è Gabriel von Eisenstein. Impetuoso ed energico nelle scene iniziali, ha un fraseggio dinamico e flessibile. Viveur pasticcione, con una gestualità molto accurata, produce effetti comici per tutta la vicenda, per essere poi più intenso nel finale.
Assai spiritosa anche la Adele/Olga di Danae Kontora, cameriera furbetta ma ingenua nel mondo degli artisti. Moderatamente consistente, ha una linea di canto snella e definita ed esegue in una forma brillante sia l’aria iniziale che quella al terzo atto.
Valida l’interpretazione di Bernhard Berchtold come Alfred, nitido ed appassionato con ironia nell’aria e nel duetto iniziali, ampio e screziato nel terzetto.
Con un suono scuro e rotondo soprattutto nei toni centrali, ben caratterizzato anche il ruolo en travesti, il principe Orlofsky di Deniz Uzun, ricco annoiato e superficiale, con certuni tratti da grande Gatsby.
Voce calda ed omogenea, dai cantabili luminosi, Liviu Holender nella parte del Dr. Falke:il Pipistrello appunto, l’architetto della burla, divertito ma venato di malinconia, quasi distaccato, aristocratico e sottilmente ironico.
Levent Bakirci , con un fraseggio sicuro e modulato, ben esprime la simpatica doppiezza sociale del commissario Frank.
Ritmico e melodico il Dr. Blind di Benedikt Kobel; fortemente caricaturale, con originali trovate, Udo Samel come Frosch, mentre Alena Sautier nei panni di Ida mette in risalto tutta la vanità e la presunta superiorità dell’attricetta.
Tutti molto applauditi, soprattutto Luisi, Nafornita e Kontora; gratitudine quindi da una sala affollata, e forse non solo perché “Felice è chi dimentica/ ciò che non si può cambiare.”, ma anche perché in questi valzer comunque riecheggia l’armonia delle sfere.
DIE FLEDERMAUS
Operetta in tre atti
Musica di Johann Strauss II
Libretto di Carl Haffner e Richard Genée, da Le réveillon di Henri Meilhac e Ludovic Halévy
Maestro concertatore e direttore d’orchestra Fabio Luisi
Regia Cesare Lievi
Scene e costumi Luigi Perego
Coreografie Irina Kashkova
Luci Luigi Saccomandi
Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti
Balletto Fondazione Formazione
Danza e Spettacolo “For Dance” ETS
Gabriel von Eisenstein Bo Skovhus
Rosalinde Valentina Naforniţa
Frank Levent Bakirci
Prinz Orlofsky Deniz Uzun
Alfred Bernhard Berchtold
Dr. Falke Liviu Holender
Dr. Blind Benedikt Kobel
Adele Danae Kontora
Ida Alena Sautier
Frosch Udo Samel
Fotografie di Marcello Orselli