Spettacoli 2022

La favorite (Donizetti Opera 2022)

27 novembre 2022. Il Festival Donizetti Opera capitanato dal bravissimo Francesco Micheli prosegue la sua eccellente ricerca scientifica – guidata da Paolo Fabbri – con la messa in scena dell’edizione critica de La favorite a cura di Rebecca Harris-Warrick, risultando la giusta prosecuzione dell’esecuzione de L’ange de Nisida di qualche anno fa. Edizione critica che pare mettere fine a ogni tentativo di sommaria traduzione o rimaneggiamento, nessuno mai vidimato dal compositore.

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Annalisa Stroppa

Ottimo il direttore musicale del festival Riccardo Frizza, che sa creare un buon amalgama tra buca e palcoscenico e sorprendente per la purezza di suono durante i ballabili.

Lo spettacolo di Valentina Carrasco, con scene di Carles Berga e Peter van Praet, costumi di Silvia Aymonino, coreografia di Massimiliano Volpini e luci di Peter van Praet, è tutto da vedere! Una vera e propria condanna al mondo delle donne usate, sfruttate e messe da parte. Molto intenso l’uso dei simboli, dalla prigione dorata alla tomba alcova, al castello di letti. Davvero toccante la coreografia dei ballabili.
Léonor de Guzman è Annalisa Stroppa, elegante e raffinata, coinvolgente, eloquente, dotata di un velluto vocale davvero pregevole, sempre omogeneo anche nei bellissimi acuti che non sforano mai.
Javier Camarena è un Fernand delicato e squillante, ricco di morbide sfumature.

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Florian Sempey

Interprete graffiante è Florian Sempey nei panni di Alphonse XI, chiaro e preciso nel canto, mordente nel personaggio.
Risoluto è il Balthazar di Evgeny Stavinsky, brillante il Don Gaspar di Edoardo Milletti.
Caterina Di Tonno è Ines, Alessandro Barbaglia è un signeur.
Ottima la prova del Coro Donizetti Opera e del Coro dell’Accademia Teatro alla Scala diretti da Salvo Sgrò.

William Fratti

3 dicembre 2022

Una memorabile produzione de La favorite, inaugura il Festival Donizetti Opera in un nuovo allestimento coprodotto con l’Opéra National de Bordeaux. 

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La favorite, Bergamo, Donizetti Opera 2022.

Una produzione, quella del Donizetti Opera 2022, che vuole rendere finalmente giustizia al capolavoro del compositore bergamasco, partitura che è spesso stata oggetto di tagli ed edizioni mai del tutto integrali. Si opta quindi per l’edizione in lingua francese ed integralissima. A fronte di tanta stupenda musica, la regista Valentina Carrasco sceglie quasi di fare un passo indietro e crea uno spettacolo elegante, visivamente piacevole ma mai prevaricante. Grande rilievo è dato alla componente religiosa della vicenda: già nelle prime scene, a cura di Carles Berga e Peter van Praet, compaiono statue processionali mariane ispirate a quelle delle valli della bergamasca, prima della apertura dello spettacolo irrompe anche nello stesso teatro una simulata processione di paese. Grandi strutture creano, in scena, quelli che paiono altari ma che si scopre solo in un secondo tempo essere letti, che contengono le favorite del re, donne anziane, scartate dal sovrano, abbandonate, che tuttavia continuano la loro vita privilegiata. È proprio questa la parte più bella e riuscita dello spettacolo, il lungo divertissement di danza diventa una narrazione ispirata alla vita di queste effervescenti signore, che si esprimono con passi di danza appena accennati (coreografie di Massimiliano Volpini) e raccontano una storia nella storia: un momento di teatro delizioso e a suo modo delicato. Eleganti e non banali, pur nella loro semplicità, i costumi di Silvia Aymonino. Perfetto il lighting design di Peter van Praet.

Splendido il versante musicale dello spettacolo, praticamente perfetto sotto tutti i punti di vista.

La partitura viene proposta, come già detto, nella sua versione integrale, comprensiva dei ballabili e dell’esecuzione, per la prima volta in epoca moderna, della cabaletta tra Léonor e Alphonse al termine del duetto di secondo atto, tagliata per motivi di censura dopo la prima assoluta del 1840. Il Maestro Riccardo Frizza, attraverso una lettura meditata ed accurata sin nel più piccolo dettaglio, coglie perfettamente lo spirito di questo grand opéra, qui restituito in tutto il suo splendore. Il direttore bresciano trova il giusto equilibrio tra la spiritualità delle scene monastiche, la brillantezza dei momenti corali e dei concertati, la prorompente passionalità delle oasi liriche, particolarmente evidente nelle arie dei protagonisti. Il racconto musicale si snoda così attraverso una costante tensione narrativa, specchio fedele di quella tempesta emotiva in cui sono intrappolati  i protagonisti della vicenda. Perfetta la scelta dei tempi e delle dinamiche sonore in una simbiosi ideale tra buca e palcoscenico. 

L’Orchestra Donizetti Opera, in forma smagliante per brillantezza e precisione sonore, si lascia trascinare dal gesto ispirato di Frizza, offrendo una prova di assoluto rilievo.

Annalisa Stroppa, al suo debutto nel ruolo, è una Léonor straordinaria. La voce, dal colore ambrato e dal timbro vellutato, si mostra ideale, con le sue infinite screziature, per incarnare le inquietudini dell’infelice eroina donizettiana. Atto dopo atto, la vocalità del mezzosoprano bresciano si evolve e, con grande duttilità, esprime alla perfezione gli sviluppi del personaggio. La linea si mantiene sempre musicale e accarezza ogni singola nota colorandola di naturale espressività. La grande aria di terzo atto, “O mon Fernand”, è, in tal senso, mirabile per il perfetto equilibrio tra precisione esecutiva ed espressività. Più in generale, rileva come, attraverso un fraseggio variegato e sfumato, questa Léonor risulti una donna molto umana e sensuale, viva e palpitante, desiderosa di trovare un riscatto dalla propria infelice condizione di vita della quale è vittima. Splendida, inoltre, la presenza scenica, sempre aggraziata ed elegante.

Ad una protagonista di tale levatura si affianca l’altrettanto straordinario Fernand di Javier Camarena. Il tenore messicano possiede un mezzo dal timbro solare, esemplare per controllo della linea ed omogeneità tra i registri. I centro suonano ben torniti, il registro superiore,luminoso e squillante, schiocca come folgore. Quello che colpisce maggiormente, nella vocalità di Camarena, sono la morbidezza e la delicatezza nel porgere ogni singola frase della scrittura donizettiana, ma anche la abilità  nel dominare la tessitura realizzando prodezze da autentico fuoriclasse (si pensi, ad esempio, a certe meravigliose smorzature).  Pagine come “Un ange, una femme” di primo atto e “Ange si pur” di quarto, vengono sbalzate, nel loro delicato sentimentalismo, con tinte pastello; altrettanto efficaci, per contrasto, sono i momenti di maggiore tensione emotiva, come il prorompente finale terzo. Ad una esecuzione vocale tanto eccellente, corrisponde, poi, una interpretazione altrettanto superlativa per la scelta di un fraseggio quantomai sfumato ed espressivo e una totale immedesimazione scenica. Perfetta, infine, l’intesa vocale ed interpretativa tra Camarena e la Stroppa, musicalmente esplosivi e scenicamente travolgenti. 

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La favorite, Bergamo, Donizetti Opera 2022.

Note positive per Florian Sempey, la cui vocalità rigogliosa e sicura ben si presta alla scrittura del personaggio di Alphonse. Degna di nota, tra l’altro, è l’esecuzione dell’aria di secondo atto “Léonor! viens!”, impreziosita da suadenti chiaroscuri, e della successiva cabaletta, dominata con sfrontata facilità. Una prestazione vocale di rilievo che ben si abbina ad una interpretazione sulla scena altrettanto convincente e carismatica per regale compostezza.

Evgeny Stavinsky, presta al personaggio di Balthazar la giusta autorevolezza vocale ed interpretativa in ragione di un mezzo dal colore scuro e un fraseggio sempre autorevole e solenne. 

La Ines di Caterina di Tonno appare ben rifinita sulla scena e vocalmente corretta. 

Efficace e ben a fuoco Edoardo Milletti, un Don Gaspar preciso sia sotto il profilo vocale che sotto quello scenico. 

Completa la locandina Alessandro Barbaglia nel ruolo di un signeur.

Ben calibrati gli interventi del Coro Donizetti Opera che, sotto la guida esperta del Maestro Salvo Sgrò, si mostra particolarmente brillante grazie, tra l’altro, anche al prezioso supporto della compagine corale dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano.

Successo trionfale al termine da parte di un teatro pressoché esaurito. Acclamazioni incandescenti per Stroppa e Camarena e per il Maestro Frizza.

Marco Faverzani | Giorgio Panigati

La favorite
Opéra en quatre actes di Alphonse Royer e Gustave Vaëz
Musica di Gaetano Donizetti

Prima esecuzione: Parigi, Théâtre de l’Académie Royale de Musique, 2 dicembre 1840
Edizione critica a cura di Rebecca Harris-Warrick

Direttore Riccardo Frizza
Regia Valentina Carrasco
Scene Carles Berga e Peter van Praet
Costumi Silvia Aymonino
Coreografia Massimiliano Volpini
Lighting design Peter van Praet

Léonor de Guzman Annalisa Stroppa
Fernand Javier Camarena
Alphonse XI Florian Sempey
Balthazar Evgeny Stavinsky
Don Gaspar Edoardo Milletti
Inès Caterina Di Tonno
Un signeur Alessandro Barbaglia

Orchestra Donizetti Opera
Coro Donizetti Opera e Coro dell’Accademia Teatro alla Scala
Maestro del Coro Salvo Sgrò

Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti in coproduzione con l’Opéra National de Bordeaux

Foto di Gianfranco Rota