Concerti 2022

Plácido Domingo Gala Verdi

Al Teatro Municipale di Piacenza un Gala Verdiano con un protagonista d’eccezione: Plácido Domingo.

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Plácido Domingo

Ad un anno di distanza, il Maestro Plácido Domingo fa ritorno al Teatro Municipale di Piacenza per un attesissimo concerto. Nel 2021 era salito sul podio per dirigere “Messa da Requiem”, il capolavoro sacro verdiano, in una toccante esecuzione dedicata a tutte le vittime della pandemia. Oggi torna sul palcoscenico piacentino per dare vita ad un concerto evento interamente dedicato alle musiche del Cigno di Busseto. Ci troviamo di fronte ad un artista con tanti anni di carriera (non è sempre elegante ricordare l’età anagrafica di una persona) e che tuttora si sposta per il mondo per portare la sua arte al suo pubblico, sempre numeroso e sempre fedele al suo mito. L’altra sera la sala del Municipale era stipata come solo di rado si è visto dalla riapertura post-pandemia e, ad un orecchio attento, non sfuggiva certo la commistione di accenti stranieri che si mescolavano tra loro nell’aria. La serata ha inizio con la pregevole esecuzione della ouverture da “I vespri siciliani” da parte della Orchestra Filarmonica Italiana ben guidata, con gesto sicuro e vibrante, dal Maestro Francesco Ivan Ciampa. E dai bagliori dell’assolata Sicilia, veniamo trasportati nelle brume scozzesi, direttamente nel castello di Macbeth. Sui primi accordi della melodia, fa il suo ingresso in scena il divo della serata, impeccabile nel suo smoking, e scatta un applauso a scena aperta che non interrompe di certo la musica. Domingo si esibisce nella celeberrima aria di Macbeth “Pietà, rispetto, amore” e, sebbene la linea vocale non sia più immacolata e i fiati quelli di un tempo, resta l’innegabile bellezza di un timbro lucente e solare come pochi se ne sono sentiti negli ultimi anni. Poco più tardi il Maestro ci regala un’altra pagina, sempre da “Macbeth”, e questa volta è la scena della morte. Un brano che Domingo sa infiammare con una esecuzione emotivamente trascinante che ben rappresenta un Re che nulla ha più da perdere se non arrendersi dinanzi alla ineluttabilità della morte. Durante la serata ci sono anche duetti che il “nostro” Plácido esegue con l’altra grande protagonista del gala, il soprano Anastasia Bartoli. I due artisti danno vita, dapprima, al duetto tra Abigaille e Nabucco dal terzo atto dell’opera omonima: un riuscitissimo incontro tra un Re disperato e smarrito e una Regina volitiva ed accecata dalla rabbia della mancata felicità. Nella seconda parte del concerto un altro duetto, quello tra Leonora e Il Conte di Luna dal quarto atto de “Il trovatore”. Ancora una volta Domingo ci regala il bagliore di un mezzo avvolgente e squarci di nobilita d’accento in un fraseggio che ben si amalgama con la morbida vocalità della sua partner sulla scena. La Bartoli ci offre anche l’esecuzione di due momenti solistici: la grande scena di Elvira da primo atto di “Ernani” e la prima aria di Amelia da secondo atto di “Un ballo in maschera”. Il soprano, elegantissimo nei due abiti indossati (impreziositi per altro da abbaglianti gioielli), possiede una vocalità rigogliosa ed omogenea, che si espande con facilità nel registro acuto. Il mezzo, dal timbro chiaro e squisitamente lirico, mostra una buona duttilità spaziando dai gravi, mai forzati, di Abigaille alle agilità, ben tornite, di Elvira o Leonora. Una artista che, sebbene non sia certo una scoperta ma, anzi, una certezza nell’attuale panorama lirico, ci auguriamo di poter presto risentire in una opera completa, magari in forma scenica.

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Anastasia Bartoli

Come già accennato, inoltre, la buona riuscita della serata è assicurata dalla presenza sul podio del Maestro Ivan Ciampa che con il giusto estro, si muove con disinvoltura tra le dinamiche e le peculiarità sonore dei diversi brani supportando ottimamente i protagonisti del gala. Pregevole, inoltre, l’abilità del Maestro nell’ottenere dai complessi orchestrali il giusto equilibrio sonoro e nel creare la giusta tensione narrativa in ogni pagina proposta.

L’Orchestra Filarmonica Italiana dà prova di grande familiarità con il repertorio verdiano brillando, in particolare, nelle due ouverture previste durante la serata, la già citata de “I vespri siciliani” in apertura e de “La forza del destino” all’inizio della seconda parte del concerto. Ottimo l’apporto del Coro del Teatro Municipale di Piacenza, guidato con mano esperta dal Maestro Corrado Casati, che si prova, tra l’altro, in una toccante esecuzione del celeberrimo “Và pensiero”.
Una menzione speciale, infine, meritano i tenori Andrea Galli e Antonio Mandrillo le cui vocalità, efficaci ed incisive al punto giusto, impreziosiscono il finale di Macbeth intrecciandosi con abile maestria rispetto alle masse corali del Teatro.
Al termine del programma gli applausi scatenati del pubblico sono il preludio, inevitabile, alla concessione dei bis. E se la Bartoli ci regala una l’esecuzione davvero ispirata del brano “Oh, mio babbino caro” dal pucciniano Gianni Schicchi, Domingo ci regala una zarzuela piena di travolgente e caliente passionalità.
Ma come tutte le feste che si rispettino, il finale è all’insegna della danza, i due protagonisti intonano con passi di valzer “Tace il labbro” da “La vedova allegra” di Lehar, eseguito prima nel sua versione originale in lingua tedesca e poi in spagnolo.

Tanti, tantissimi gli applausi per questo mito assoluto della lirica che non finisce mai di stupirci.

Plácido Domingo – Gala Verdi

Soprano Anastasia Bartoli
Direttore Francesco Ivan Ciampa
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Maestro del Coro Corrado Casati

Foto Cravedi | Cavalli