The Tempest
The Tempest, la rilettura contemporanea del capolavoro di William Shakespeare arriva alla Scala di Milano.
La stagione d’opera 2021/2022 del Teatro alla Scala di Milano, si chiude con un titolo del repertorio contemporaneo: il debutto assoluto, per l’Italia, di The Tempest di Thomas Adès. Uno spettacolo in coproduzione con Wiener Staatsoper, Metropolitan Opera, e L’Opéra de Québec che da ben diciotto anni si può vedere nei più importanti teatri mondiali, ma che mai era giunto in Italia.
La tempesta, fra le ultime opere di William Shakespeare, si conclude con un accorato appello al pubblico pronunciato dal protagonista Prospero: “e per vostro incantesimo, in tal caso avendo riottenuto il mio ducato e perdonato a tutti i traditori; che vogliate al contrario magicamente con le vostre mani sciogliermi e liberarmi da ogni laccio” un epilogo che riflette sul ruolo di chi fa arte e sul mondo del teatro: quel legame imprescindibile autore, attore e pubblico. Inevitabilmente e giustamente, quindi, il regista Robert Lepage e la scenografa Jasmine Catudal decidono di celebrare con questo allestimento il teatro per antonomasia, il tempio della lirica milanese, scelta ancora più sensata se si pensa che Prospero è Duca di Milano. Nello spettacolo, totalmente ambientato nella sala del Piermarini splendidamente riprodotta, si celebra il luogo ma anche i meccanismi del fare teatro, un viaggio ben realizzato e entusiasmante, peccato solo risulti un po’ già visto, molti allestimenti hanno già infatti sfruttato questa stessa trovata. Lo spettacolo risulta comunque particolarmente gradevole da vedere, ricco di effetti speciali che a volte hanno un vago sapore circense. Belle e sempre adatte le luci di Michel Beaulieu, sempre pertinenti gli inserti video di David Leclerc e bellissimi i costumi di taglio favolistico di Kym Barrett.
La musica di Thomas Adès presenta uno stile variegato che, contando su di una gamma espressiva ampia e diversificata, riesce a caratterizzare al meglio le differenti scene che si susseguono nel racconto drammaturgico. Non si avverte mai uno scollamento fra il testo, vicino all’originale opera teatrale, e la musica. Frequenti sono i riferimenti al genere operistico “tradizionale”, particolarmente evidenti nei pezzi chiusi, come il duetto tra Miranda e Ferdinando in secondo atto. A fronte di forme e linguaggi musicali eterogenei, si susseguono contrasti ritmici e melodici, dove omofonia si alterna con polifonia. Il compositore, attraverso una scrittura frastagliata e quantomai cangiante, sfrutta appieno le potenzialità delle vocalità e degli strumenti previsti in partitura, realizzando un quadro complessivo fluido e sfumato. Alcune pagine sono di grande fascinazione: su tutte, la tempesta che apre il primo atto o, ancora, il quintetto finale nel quale si celebra il tema del perdono e della misericordia.
Le scritture vocali dei singoli personaggi sono molto differenti tra loro: iper-acrobatica per Ariel, ieratica e granitica per Prospero, appassionata per Ferdinand, sognate quella per Miranda e, ancora, volubile e sfaccettata per Caliban. L’impiego di stili tanto diversi e contrastanti delinea al meglio la psicologia dei protagonisti. Di sicuro interesse anche l’elaborazione del tessuto orchestrale, che gioca con le tonalità alternando effetti dissonanti ad altri di perfetto equilibrio armonico e trascina così l’ascoltatore in un modo dove la magia convive con le passioni umane.
Sul podio il compositore stesso, che plasma il suono orchestrale al fine di valorizzare tutte le peculiarità e le contraddizioni di questa partitura complessa, ma ad un contempo suggestiva. Meticolosa è la cura nel ricercare il giusto equilibrio tra le diverse compagini dell’Orchestra del Teatro alla Scala che appare in gran forma per precisione e politezza sonora. Adès ci accompagna nel racconto con incedere vigoroso, ma anche con soffusa delicatezza dei momenti più sentimentali. Una interpretazione trascinante e travolgente che conquista il pubblico.
Ottimo il versante musicale, composto in gran parte da specialisti di madrelingua inglese.
Il baritono Leigh Melrose interpreta il personaggio di Prospero con buona musicalità e una certa duttilità nell’affrontare una scrittura spesso sfogata in acuto. Molto curato il fraseggio, grazie al quale Melrose riesce ad essere credibile nel tratteggiare un personaggio che brama soddisfare il proprio istinto vendicativo. Particolarmente riuscite anche le pagine dove a prevalere è l’affetto paterno verso Miranda e, soprattutto, la bellissima scena finale con il perdono misericordioso.
Audrey Luna affronta la temibile scrittura di Ariel sciorinando sovracuti ad altezze vertiginose e superando con invidiabile souplesse una scrittura vocale a dir poco impervia. Un recente incidente costringe l’artista ad esibirsi ai lati del proscenio mentre sulla scena il suo personaggio prende vita grazie ai volteggi di una acrobata, la brava Geneviève Bérubé.
A Frédéric Antoun spetta il compito di vestire i panni di Caliban, uno dei personaggi più affascinanti dell’intera vicenda. La vocalità ben tornita e luminosa del tenore Franco-canadese, con il suo caratteristico colore solare, ben si presta alle esigenze della parte. Con adeguata morbidezza e la giusta omogeneità realizza il percorso di questo Caliban, creatura fatata che non nasconde certo la sua attrazione verso la figlia di Prospero ma che, alla fine, si troverà ad essere unico e incontrastato signore dell’isola. Ben curato il fraseggio così come la presenza scenica sempre partecipe e coinvolgente.
Isabel Leonard dona al personaggio di Miranda l’innocenza e l’ingenuità di una fanciulla che vive di sogni e desideri. La linea vocale, ben tornita e musicale, risponde con duttilità alla scrittura dell’autore; l’interprete, poi, tratteggia un personaggio elegante e delicato tanto nell’accento quanto nelle movenze sceniche, ben valorizzate dai costumi.
Josh Lovell, Ferdinand, mostra una buona simbiosi timbrica e vocale con la sua Miranda. Il mezzo colpisce per lo squillo e la ricchezza di armonici cui si unisce una innata aderenza al dettato dell’autore grazie ad una linea morbida e ben appoggiata. Pregevole la presenza scenica grazie alla statuaria fisicità.
Kevin Burdette e Owen Willetts, rispettivamente Stefano e Trinculo, sono irresistibili sulla scena nel loro incedere perennemente prede dei fumi dell’alcol. Molto buone sono anche le prove vocali dove il registro bass-baritonale di Burdette si fonde con quello da contro-tenore di Willetts in un piacevole dialogo sonoro dal ritmo generalmente brillante.
Alonso, il Re di Napoli, è affidato a Toby Spence che, conferendo alla linea vocale il giusto struggimento, incarna ottimamente il dolore del padre che si strugge per la perdita del figlio. Una prova interessante in ragione anche di una vocalità morbida e ben appoggiata.
A Robert Murray spetta il compito di vestire i panni del subdolo Antonio e lo fa conferendo alla voce la giusta espressività e credibilità nell’accento.
Sorin Colbalo esibisce, nel personaggio di Gonzalo, quella raffinatezza vocale che ben si addice al consigliere del re.
Completa la locandina il bravo Paul Grant nel ruolo di Sebastian.
Il Coro del Teatro alla Scala di Milano, sotto la guida irreprensibile del Maestro Alberto Malazzi, si rende protagonista, ancora una volta di una prova encomiabile per precisione ed incisività, ma ,soprattutto, si mostra a proprio agio anche in questo repertorio contemporaneo.
Successo convinto e prolungato al termine da parte di un pubblico accorso numeroso: il debutto italiano di questa Tempest è stato superato a pieni voti!
THE TEMPEST
Opera in tre atti
Libretto di Meredith Oakes
tratto dall’omonima opera teatrale di William Shakespeare
Musica di Thomas Adès
Prospero Leigh Melrose
Ariel Audrey Luna
Caliban Frédéric Antoun
Miranda Isabel Leonard
Ferdinand Josh Lovell
King of Naples Toby Spence
Antonio Robert Murray
Stefano Kevin Burdette
Trinculo Owen Willetts
Sebastian Paul Grant
Gonzalo Sorin Coliban
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Direttore Thomas Adès
Maestro del coro Alberto Malazzi
Regia Robert Lepage ripresa da Gregory A. Fortner
Scene Jasmine Catudal
Costumi Kym Barrett
Luci Michel Beaulieu riprese da Marco Filibeck
Video David Leclerc
Coreografia Crystal Pite ripresa da Katherine Cowie
Movimenti acrobatici Geneviève Bérubé
FOTO: BRESCIA /AMISANO – TEATRO ALLA SCALA