Il barbiere di Siviglia
La stagione 2022-2023 del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino inizia riproponendo una produzione, innovativa ma divenuta ormai classica, de Il barbiere di Siviglia con la regia di Damiano Michieletto e la direzione di Daniele Gatti. L’allestimento viene ora ripreso da Andrea Bernard ed ha il pregio di creare una serie di movimenti in accordo con la musica, inventando delle coreografie che accompagnano i momenti d’insieme ed esaltano il ritmo dei celeberrimi crescendo. La scena è essenziale, spoglia ma colorata, per lo più con uno sfondo scuro o comunque monocolore; gli arredi sono pochi e vengono di continuo ricombinati, evocando dei luoghi piuttosto che definirli, semplici oggetti come le sedie del barbiere e i cuscini della camera di Rosina. L’insieme è decisamente dinamico e policromo, con trovate rocambolesche realizzate dalla bravura degli atletici figuranti. Il clima è esuberante ma non sempre allegro. Il palco infatti pare spesso vuoto e i personaggi si muovono comunque in un ambiente astratto e minimalista, che talora non si addice del tutto ad un’opera tanto buffa e spumeggiante. I costumi di Carla Teti sono ironici e clowneschi, nelle loro fogge immaginifiche e raffinate, mentre le luci di Alessandro Tutini giocano con i contrasti ed evidenziano la musica. Molto efficace la scena iniziale con l’arrivo del conte e riuscitissima quella del temporale; meno felice il finale intermedio d’atto, con i palloni che impacciano e conferiscono paradossalmente alla scena un aspetto statico in un momento di vera e propria convulsione sonora. Simpatici i travestimenti di Almaviva ed azzeccate le entrate dalla platea, che sorprendono e vivacizzano l’azione.
La direzione di Daniele Gatti si caratterizza per la consueta eleganza della linea melodica e per la raffinatezza di una ricerca timbrica minuziosa. L’overture è eseguita con garbo e rigore, in uno stile che guarda al Settecento, enfatizzando moderatamente il contrasto tra i due temi principali e conferendo ai crescendo un’energia contenuta. In alcune parti del I Atto si allenta un po’ il ritmo narrativo, creando dei momenti di stasi, ed alcune parti corali avrebbero potute essere rese con maggiore vigore. Gatti si dimostra alquanto presente nel sostegno ai cantanti, arricchendo l’accompagnamento di arie e recitativi con finezze ed abbellimenti. Delinea con nitidezza i vari temi, dando risalto ai fiati e al violoncello, ed è solido nella costruzione del concertato di stupore. Intenso l’episodio del temporale ed assai brioso il finale, pur non essendo trascinante.
Morbido il suono dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in un’esecuzione di grande misura e precisione. E’ mancata tuttavia un po’ di forza e così il potenziale espressivo di cui è capace, e a cui ci ha abituato, non si è manifestato pienamente.
Anche in questa occasione il Coro Maggio Musicale Fiorentino diretto da Lorenzo Fratini è stato collocato nella buca orchestrale e dunque fuori scena, compatto e ben integrato nello slancio complessivo dei solisti e dell’orchestra.
Vivace e variopinto, il cast dei cantanti dimostra affiatamento e complementarità nei pezzi d’insieme e sfoggia virtuosismo in talune esecuzioni.
Interpretazione di rilievo quella di Nicola Alaimo nel ruolo di Figaro. Omogeneo nell’emissione e solidamente impostato, si muove con disinvoltura in tutta la gamma dei registri. Duttile e versatile, delinea con chiarezza ogni tema della cavatina iniziale e svolge con naturalezza ogni recitativo. Se non è troppo incisivo nel duetto con Almaviva, scolpisce poi con fermezza quello con Rosina, dando forma ad un momento assai melodico e spiritoso. Grande figura solare e gigionesca, il Figaro di Alaimo padroneggia la scena con libertà e fantasia.
Il Conte di Almaviva è Ruzil Gatin, consistente e squillante, con un fraseggio ampio ed intonato. All’inizio alcune salite in acuto risultano brusche e i recitativi tendono al parlato, rendendo alcune parti un po’ graffianti; la voce poi si scalda e riesce meglio a calibrare, modellando un canto ricco ed aggraziato, soprattutto nel II Atto. Resi con grande efficacia il soldato ubriaco e il maestro di musica, maschere brillanti nel gesto e nel suono.
Di notevole interesse la prova di Vasilisa Berzhanskaya come Rosina. La voce è estesa e potente, in un colore ambrato e smagliante. Ha un controllo rigoroso dell’altezza e dell’intensità e si esprime al meglio nel registro centrale con un fraseggio screziato e rotondo. E’ agilissima e ricca di sfumature in “Una voce poco fa”, dove tuttavia le discese verso il grave vengono eccessivamente marcate, poco in sintonia con lo stile della cavatina. Sbalzando una Rosina determinata ma sognante, la Berzhanskaya è deliziosa in coppia con Figaro e con incantevole grazia interpreta il rondò e la scena con il maestro di musica.
Fabio Capitanucci delinea il personaggio di Don Bartolo con simpatia e musicalità. La linea di canto è accurata e trasparente, con accenti e modulazioni. Difetta di qualche agilità in certuni passaggi dell’aria ma è assai incisivo nell terzetto della lezione e brillantissimo nel “Buona sera, mio signore”.
Molto ben impostato il Don Basilio di Evgeny Stavinskiy, voce profonda e voluminosa con un’espressione articolata e intessuta di sfumature. Insinuante come il serpente evocato dal suo costume, interpreta con forza “La calunnia è un venticello”, sostenuto da una presenza autorevole ed elegante.
Corretta e melodiosa, la Berta di Carmen Buendìa definisce con cura ogni recitativo ed intona con carattere e ironia ”Il vecchiotto cerca moglie“.
Luminoso e consistente, Eduardo Martínez Flores è gradevole e appropriato nel doppio ruolo di Fiorello e dell’Ufficiale.
Grande apprezzamento da parte del pubblico, soprattutto per il lavoro di Gatti. Molti applausi per i cantanti, particolarmente per Berzhanskaya, Alaimo e Gatin.
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
o sia L’inutile precauzione
Melodramma buffo in due atti di Cesare Sterbini
dalla commedia omonima di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Musica di Gioachino Rossini
Maestro concertatore e direttore Daniele Gatti
Regia e impianto scenico Damiano Michieletto
Regia ripresa da Andrea Bernard
Costumi Carla Teti
Luci Alessandro Tutini
Il Conte d’Almaviva Ruzil Gatin
Don Bartolo, dottore in medicina, tutore di Rosina Fabio Capitanucci
Rosina, ricca pupilla in casa di Bartolo Vasilisa Berzhanskaya
Figaro, barbiere Nicola Alaimo
Don Basilio, maestro di musica di Rosina, ipocrita Evgeny Stavinskiy
Fiorello, servitore d’Almaviva / Un ufficiale Eduardo Martínez Flores
Berta, cameriera di Bartolo Carmen Buendía
Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Foto: Michele Monasta – Maggio Musicale Fiorentino