Il matrimonio segreto
Il matrimonio segreto, capolavoro assoluto di Domenico Cimarosa, viene messo in scena al Teatro alla Scala con i complessi dell’Accademia.
Un coloratissimo sipario cattura gli spettatori che entrano nella sala del Piermarini: una rete da pesca su cui sono adagiati pesci, uova, conchiglie, farfalle ed uccelli di varie forme e colori. E, subito dopo l’attacco della sinfonia, ecco cominciare quel grande capolavoro del repertorio settecentesco che è “Il matrimonio segreto”. La regista dello spettacolo, Irina Brook, ci racconta l’intreccio dei sentimenti, nato dal genio di Domenico Cimarosa, proiettandolo nella nostra contemporaneità e lo fa con un ritmo iper cinetico, da serie tv, come lei stessa ha dichiarato in un’intervista contenuta nel programma di sala. Lo spazio scenico (ideato da Patrick Kinmonth) è delimitato, sullo sfondo, dal dorso di un enorme “libretto”, mentre altri due grandi volumi aperti, posti rispettivamente ai lati del palcoscenico, rivelano, ruotando all’occorrenza su loro stessi, alcuni ambienti dell’abitazione di Don Geronio (la sua camera da letto e il suo studio). Al centro del palcoscenico, poi, si svolge la vicenda: i personaggi vanno e vengono con spontaneità, perfettamente immedesimati nella parte e bravissimi nell’eseguire i tanti (forse troppi) movimenti a loro richiesti; la narrazione è volutamente sopra le righe, ma ,a volte, l’uso eccessivo di ammiccamenti e mossettine rischia di sconfinare nel trash con quella sensazione di “sovraccarico” e “già visto”. In questo contesto ben si inseriscono, tuttavia, i coloratissimi (e numerosissimi) costumi, sempre a cura di Patrick Kinmonth, a metà strada tra little Italy e la cultura pop.
Splendido il disegno luci di Marco Filibeck, impeccabile e sempre efficace nel dare il giusto risalto ai diversi momenti della vicenda.
Sul podio, il Maestro Ottavio Dantone offre una lettura impeccabile di questa meravigliosa partitura. Dal suo gesto, di comprovata esperienza e maturità, prendono vita infiniti colori e sfumature che impreziosiscono e valorizzano ogni frase musicale senza lasciare nulla al caso. Grande è il rispetto per il dettato dell’autore, così come la capacità di differenziare i singoli personaggi nella loro specificità, senza mai tradire il disegno unitario complessivo. In buca troviamo i complessi dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, bravissimi e brillanti per precisione e guizzo interpretativo. Un plauso particolare va riservato, senza ombra di dubbio, a Eric Foster, Maestro al cembalo, sempre puntuale e fantasioso nell’esecuzione.
La compagnia vocale è capitanata da Pietro Spagnoli, nel ruolo di Geronimo. Nella sua prova troviamo la bellezza di un timbro dal colore caldo ed avvolgente e la morbidezza nel saper porgere l’altra frase. La cura del fraseggio, sempre ironico e sfumato, rende alla perfezione questo personaggio cinico ed opportunista, ma che pur sa perdonare i “celati imbrogli” assicurando il sospirato happy end. Sulla scena l’interprete è spassosissimo e carismatico, a proprio agio nel vestire i panni di un boss della malavita, che cerca di migliorare le proprie finanze grazie all’ingresso in famiglia del Conte Robinson e che sa guadagnarsi l’altrui rispetto grazie, tra l’altro, ad un’arma da fuoco nel taschino.
Al suo fianco gli allievi dell’Accademia per cantanti lirici del Teatro alla Scala.
Nel ruolo di Carolina troviamo Aleksandrina Mihaylova, in possesso di una vocalità chiara e ben educata, tornita nei centri ed efficace in acuto. Scenicamente sempre credibile, sa esprimere al meglio i palpiti della ragazza innamorata, mai ingenua e, anzi, ben determinata a tenersi stretto il suo Paolino.
Al suo fianco trionfa la Elisetta di Fan Zhou, dotata di ottima musicalità, brillantezza e pregevole proiezione verso il registro superiore. Anche nel suo caso va riconosciuta un’impareggiabile immedesimazione nel personaggio che, in questa produzione, viene tratteggiato come una sorta di vamp che si atteggia egocentrica e che vede già coronata la sua ambizione di scalare le vette della popolarità come sposa del Conte.
Buona impressione suscita anche la Fidalma di Valentina Pluzhnikova, la cui vocalità, imponente per volume e suggestiva per il caratteristico colore ambrato, merita di essere ascoltata nuovamente (anche in altro repertorio). Ammiriamo, inoltre, l’ampia cavata e la naturalezza del registro basso cui si aggiunga la cura del fraseggio e degli accenti nel creare un personaggio giovanile e seduttivo. Scenicamente irresistibile, si rende protagonista, tra l’altro, di un goffo, quanto graffiante ed ammiccante, tentativo di seduzione nei confronti di Paolino.
Altra voce di sicuro interesse e’ quella di Jorge Martínez, che presta il bel timbro baritonale al personaggio del Conte di Robinson. Martínez spicca per una linea dal colore solare, compatta e facile nella salita verso l’alto. Attento e sempre partecipato il fraseggio; la scena con Geronimo rimane forse il vertice esecutivo della serata. Ottima la presenza scenica, sempre naturale e disinvolta; eccezionale l’abilità di cambiarsi continuamente (e rapidamente) indossando abiti coloratissimi che, nel suo caso, sanno accostare cromie volutamente improbabili.
Completa il cast il Paolino di Brayan Avila Martinez, che si fa apprezzare per un mezzo ben impostato e dal bel colore chiaro. Scenicamente ben a fuoco, sa cogliere alla perfezione il carattere di questo personaggio, vittima di tutte le donne che lo circondano.
Successo travolgente al termine da parte di un pubblico divertito che pur lasciava diversi vuoti in sala.
Lo spettacolo rimane in scena fino al 19 settembre.
IL MATRIMONIO SEGRETO
Dramma giocoso in due atti di Giovanni Bertati
Musica di Domenico Cimarosa
Geronimo Pietro Spagnoli
Elisetta Fan Zhou
Carolina Aleksandrina Mihaylova
Fidalma Valentina Pluzhnikova
Il Conte Robinson Jorge Martínez
Paolino Brayan Avila Martinez
Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala
Solisti dell’Accademia di perfezionamento per Cantanti lirici del Teatro alla Scala
Direttore Ottavio Dantone
Regia Irina Brook
Scene e costumi Patrick Kinmonth
Luci Marco Filibeck
FOTO: BRESCIA/AMISANO TEATRO ALLA SCALA