La gazzetta
Il Rossini Opera Festival ripropone La gazzetta nell’edizione critica curata da Philip Gosset e Fabrizio Scipioni e nell’allestimento del 2015 con la regia di Marco Carniti, quest’anno con la direzione del maestro Carlo Rizzi. L’opera buffa viene ripresentata in una felice e brillantissima versione che coniuga perfettamente una comicità esilarante con la raffinatezza musicale; “buffa” opera e quasi dramma giocoso, che si caratterizza per la complessità della struttura, l’ampiezza delle forme e il cospicuo riutilizzo di materiale già composto -un paio di numeri addirittura da un collaboratore di Rossini. Il divertentissimo libretto è ricavato da una commedia di Goldoni ed è trasposto dal regista nella Parigi degli anni ‘50, in un clima di grande fermento e trasformazione della società e della cultura. Di straordinaria attualità le sottolineature sul ruolo della stampa e della moda, particolarmente nelle scene iniziali con le sfilate e il caos dell’informazione, e le riflessioni sul culto dell’apparire e sullo smodato narcisismo, evidenti soprattutto in Lisetta e don Pomponio. Al centro della vicenda l’amore di due giovani di differente estrazione sociale, amore ovviamente contrastato dal padre di lei che fa appunto un annuncio sulla gazzetta per trovare alla figlia il migliore dei partiti. Le scene di Manuela Gasperoni sono essenziali e rarefatte, definite solamente da sfondi colorati, spesso in tinte pastello, che mutano di continuo con l’avvicendarsi delle tante diverse situazioni; pochi gli arredi, emblematici ed evocativi, sempre in movimento come la passerella-bancone che si smonta e ricompone. Le luci di Fabio Rossi contribuiscono efficacemente a creare l’effetto di caleidoscopio cromatico e sonoro, alla stregua dei costumi di Maria Filippi, nella foggia francese anni ‘50, stile Dior, eleganti anche quando intendono suscitare il ridicolo. Ogni gesto è alquanto accurato e i personaggi si muovono secondo disegni in accordo alla musica e la esaltano, specialmente nei quintetti e nei finali. Davvero spassoso l’episodio dei duelli dove i pugili contendenti divengono ballerine; ben realizzata in un’atmosfera sognante la festa alla turca.
La direzione di Carlo Rizzi è rigorosa e vivace. L’ ouverture è misurata ma piena di brio, nell’attenta definizione di ogni sezione. Fermo l’accompagnamento dei cantanti e puntuale la costruzione delle parti d’insieme. Il direttore esprime un lirismo delicato e soffuso negli intermezzi strumentali e gestisce con forza e dinamismo la complessità vorticosa dei cori e dei quintetti.
Preciso e spumeggiante il suono dell’Orchestra Sinfonica Gioacchino Rossini, nell’evidenza dei fiati e nella spinta degli archi.
Compatto e grintoso il Coro del Teatro della Fortuna diretto da Mirca Rosciani. Particolarmente riusciti l’intervento iniziale e quello del “rimbombar”; simpatico e gustoso il coro nell’episodio del Quakero fino al “chiasso maledetto”.
Validissimo nel suo complesso il cast dei cantanti per qualità ed affiatamento. Da rilevare in generale la capacità di creare momenti d’insieme travolgenti e smaglianti, dai duetti ai gran finali. Da notare tra i tanti l’incanto polifonico del quintetto “O vedite che accidente”.
Vera eccellenza la superba interpretazione di Carlo Lepore nei panni di Don Pomponio. La voce è profonda e solare e il fraseggio rotondo e modulato. E’ tronfio ed ironico nella cavatina “Co sta grazia” e conferisce spessore ad ogni sillaba nel duetto con Lisetta. Diverte con ogni battuta e dimostra grande abilità nel recitare e addirittura nell’improvvisare, come nella dettatura del suo secondo annuncio, che ci fa pensare alla lettera di Peppino e di Totò. E’ sempre accompagnato da Tommasino, servitore realista e disincantato, Sancho Pancha e Pulcinella, sorta di alter ego interpretato dal bravissimo attore Ernesto Lama.
Lisetta è Maria Grazia Schiavo. Agile e corretta nella cavatina iniziale, acquista maggior carattere e consistenza nel duetto con il padre e poi in quello con Filippo. Disinvolta in ogni pezzo d’insieme, canta l’aria “Eroi lì più galanti” con voce piena e con estrema delicatezza, esibendo dei vocalizzi nitidi e dolcissimi.
Ottima la prova di Giorgio Caoduro nel non facile ruolo di Filippo. Voce potente e compatta, si esprime in un canto articolato e versatile, dando differenti accentazioni e coloriture al locandiere innamorato, al Quakero, all’amante deluso e al duellante. La dizione è precisa e la frase scolpita e ci dimostra grande tecnica e coraggio nell’aria “Quando la fama altera”.
Fresco e luminoso l’Alberto di Pietro Adaìni. Consapevole del proprio strumento, sa calibrare con ampiezza e con misura “Ho girato tutto il mondo”. Più presente nei passaggi di arioso, perde tuttavia consistenza nei recitativi del I Atto. Descrive validamente l’evoluzione del personaggio (in questa vicenda forse l’unico a cambiare) e, pur con un paio di slittamenti, ci offre con l’aria “O lusinghiero amor” un momento lirico ed appassionato.
Martiniana Antoine è una Doralice chiara e suadente. E’ ricca di sfumature nell’aria “Ah, se spiegar potessi”, con una tenuta delle note sicura e leggiadra.
Andrea Nino è una Madama la Rose elegante e mondana, curiosa e divertita. Con un timbro squillante ed un’emissione omogenea, ha un canto tornito e sensuale nell’aria “Sempre in amore son io così”.
Con una voce morbida e profonda, Pablo Gàlvez tratteggia un Traversen incisivo ed intonato. Particolarmente riuscito il terzetto con Alberto e Madama la Rose per il bel contrasto dei tre diversi timbri.
Solido ed espressivo l’appropriato Anselmo di Alejandro Balinas.
Fragorosi gli applausi per tutti: cantanti, musicisti, attori e figuranti. Applauditissimo soprattutto Carlo Lepore; molto apprezzati anche Rizzi e Coaduro.
La gazzetta dunque, con le sue parole composte con lettere mobili alla fine dei cori, ha sparso gioia e buon umore. L’ultimo messaggio è ROSSINIOPERAFESTIVAL. E quindi viva Rossini! Viva il suo Festival!
LA GAZZETTA
Dramma per musica in due atti di Giuseppe Palomba
Musica di Gioacchino Rossini
Orchestra Sinfonica G. Rossini
Coro del Teatro della Fortuna
Direttore Carlo Rizzi
Maestro del Coro Mirca Rosciani
Don Pomponio Carlo Lepore
Lisetta Maria Grazia Schiavo
Filippo Giorgio Caoduro
Doralice Martiniana Antoine
Anselmo Alejandro Balinas
Alberto Pietro Adaìni
Madama la Rose Andrea Nino
Monsù Traversen Pablo Gàlvez
Tommasino Ernesto Lama
Regia Marco Carniti
Scene Manuela Gasperoni
Costumi Maria FIlippi
Luci Fabio Rossi
Foto: Rossini Opera Festival 2022- Amati Bacciardi