I Lombardi alla Prima Crociata
Una giornata fredda, cupa e tormentata da notizie sempre tristi e raggelanti di guerre ed attentati è stata rischiarata da questo gioiello verdiano, prima rappresentazione in Fenice in tempi moderni de “I Lombardi alla prima crociata” di Giuseppe Verdi, concepito e curato con passione ed alto professionismo da tutti gli organici artistici e dalla Sovrintendenza del Gran Teatro alla Fenice. Degna di nota la presenza costante e premurosa in platea di Fortunato Ortombina Sovrintendente e Direttore Artistico del teatro veneziano che come un padre premuroso ed emozionato, chiedeva a giornalisti e spettatori la loro opinione. Secondo chi scrive i due autentici protagonisti dell’emozionante pomeriggio musicale sono stati il direttore d’orchestra Sebastiano Rolli, parmigiano con nelle vene Verdi e la sua musica, ed il Coro del Teatro La Fenice, che pur dotato della scomoda, ma purtroppo ancora necessaria mascherina, ha saputo emozionare ed affascinare gli ascoltatori. Rolli ha non solo diretto, ma vissuto, respirato, cantato e sostenuto con maestria talentuosa e grande forza il cast vocale in scena. Verdi il maestro parmigiano lo vive sin da bambino e si sente. Ogni accento, ogni battuta vibrano con grande personalità ed ogni colore e sfumatura viene impiegata con sapere superiore durante lo svolgimento dell’opera. Un esempio su tutti la famosa invettiva di Giselda “No, non giusta causa” così dolorosamente attuale e vibrante, iniziata con un tempo leggermente più lento dell’abituale proprio per definire il sofferto ed intimo sbigottimento della fanciulla cristiana nel vedere il padre imbrattato del sangue dell’amato. Poi piano piano il ritmo si fa incalzante, più sale l’intima rabbia e sdegno nella ragazza, che come la maggior parte di noi anche adesso, si chiede perché in nome di Dio si sia compiuto un massacro simile, fino a sfociare in un bruciante finale che scatena l’applauso del pubblico. Oppure il bellissimo e famoso coro “Oh Signore dal tetto natio”, così diafano e trasparente, quasi un sussurro di anime sofferenti. E qui il direttore è stato ottimamente assecondato dallo splendido Coro, diretto dal Maestro Alfonso Caiani, che per tutto lo spettacolo ha regalato momenti di grande prova vocale, ottimo in tutte le sezioni, con un colore unico e vellutato, assecondando i maestri, direttore e maestro del coro, con pianissimi soavi e fortissimi scolpiti. L’Orchestra del Teatro La Fenice è stata perfetta. Mai una sbavatura, una tenuta del ritmo luminosa ed unica, su tutti la grandissima prova, prima del Terzetto, del primo violino Miriam Dal Don
In palcoscenico l’eccellente prova dei quattro cantanti principali. Grande signore in scena, Michele Pertusi ha reso un Pagano forte nella vendetta come nel pentimento, usando la sua magnifica, brunita voce in tutta la sua gamma e rendendo musicalmente e scenicamente una figura intagliata nella roccia. La Giselda di Roberta Mantegna si è fatta apprezzare per la sua soave e perlacea morbidezza, rendendo l’eroina verdiana per quello che effettivamente è, una tenera fanciulla soverchiata dagli eventi ed innamorata contro ogni convenzione dell’epoca del suo principe mussulmano. La bella voce del soprano palermitano ha ben sostenuto la terribile tessitura della parte, sfoggiando acuti sicuri, anche se qualche volta all’estremo un po’ tesi, ma sempre a fuoco, e pianissimi molto belli. Personalmente la preferisco nei momenti lirici, come la preghiera “Te Vergin santa adoro”. Il suo innamorato Oronte aveva la splendida e sicura voce del tenore Antonio Poli dotato di uno strumento a fuoco, raggiante negli acuti lanciati come saette e musicalissimo nel fraseggio di ogni inciso. Molto bello anche scenicamente come lo era il “suocero” cioè l’Arvino di Antonio Corianò, ben sicuro e con grande musicalità. La voce è del pari molto buona e corre per tutto il teatro. Degni di questo quartetto i comprimari il Pirro di Mattia Denti, molto presente e dalla voce di bronzo dorato, la Sofia di Barbara Massaro, dolce e dalla presenza incisiva, Marianna Mappa, musicale e appropriata Viclinda, e Christian Collia dalla buona voce e presenza incisiva.
La regia di Valentino Villa è stata un ”vorrei dire ma non oso fino in fondo”. I concetti espressi nelle note di sala erano condivisibili, ma in scena sono apparsi confusi ed inappropriati. I crociati sono una setta violenta e fanatica, costantemente scortati da fanciulle dotate di mitra che non sanno comunque gestire ed indossano come borse shopping, mentre gli islamici appaiono come vittime di questa follia religiosa. Storicamente non è proprio così ed anche l’attualità ci dimostra che da ambedue le parti ci sono carnefici e vittime e la guerra proclamata santa o jihad è da entrambe le parti (l’11 settembre ce lo siamo scordati?). Insomma secondo me un paragone ed un’attualizzazione storica inutile e dannosa. Come inutile, anche se apprezzabile visto i due soggetti, lo spogliarello di due prestanti figuranti che hanno interpretato la storia di Abele e Caino nell’assolo del Terzo atto. O il linciaggio del povero venditore di kebab che vorrebbe significare la presa di Gerusalemme da parte dei crociati. Piacevoli e funzionali comunque le scene di Massimo Checchetto, ben scolpite e definite dalle sapienti luci di Fabio Barettin, modesti ed a volte incomprensibili i costumi di Elena Ciccorella, con le odalische dell’harem tutte nere e simili alle iraniane sotto il regime degli hayatollah o le cristiane tutte bardate tipo monache in libera uscita, invece gradevoli i movimenti coreografici di Marco Angelilli. Un folto pubblico entusiasta ha decretato il gran successo dell’opera, con molte chiamate al proscenio del cast vocale, direttore e coro.
I Lombardi alla Prima Crociata
Dramma lirico in quattro atti
Libretto di Temistocle Solera
Musica di Giuseppe Verdi
Personaggi ed interpreti
Arvino Antonio Corianò
Pagano Michele Pertusi
Viclinda Marianna Mappa
Giselda Roberta Mantegna
Pirro Mattia Denti
Un priore della città di Milano Christian Collia
Acciano Adolfo Corrado
Oronte Antonio Poli
Sofia Barbara Massaro
Maestro concertatore e Direttore d’ Orchestra Sebastiano Rolli
Regia: Valentino Villa
Scene Massimo Checchetto Costumi Elena Cicorella
light designer Fabio Barettin Movimenti coreografici Marco Angelilli
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro : Alfonso Caiani
Foto: Michele Crosera