Il Farnace
Il cartellone d’opera del Teatro Municipale di Piacenza prosegue con Il Farnace, capolavoro della maturità di Antonio Vivaldi, nella produzione che ha debuttato alla fine del 2021 al Teatro Comunale di Ferrara.
Una sorta di “restituzione morale”, così può essere letta questa intera produzione. Leggiamo nel libretto di sala che Farnace, rappresenta una sorta di testamento spirituale per Antonio Vivaldi, ultima opera della sua produzione a noi rimasta è andata incontro ad un destino poco felice. La sesta revisione dell’opera, quelle che sarebbe stata definitiva probabilmente, doveva andare in scena nel 1739, proprio a Ferrara, ma così non fu, soprattutto per volere del Cardinale Ruffo che riteneva che Vivaldi trascorresse una esistenza eccessivamente mondana e lontana dallo spirito ecclesiastico. Nel 2021, a distanza di quasi trecento anni, finalmente l’opera è andata in scena proprio a Ferrara ed ora a Piacenza per una sorta di compenso morale al prete rosso. Una operazione culturalmente interessante, dove si è scelto, su base filologica, di proporre solo i primi due atti, poiché il terzo è andata perduto. Il regista Marco Bellussi decide di lasciare ampio spazio alla musica, con una regia non invadente e defilata. Una particolare attenzione è stata data però alla gestualità dei cantanti sul palco che rimanda a quella tipica del teatro del settecento. La scena risulta pulita, con pochissimi elementi scenici, ma di grande eleganza, e viene risolta con contrasti cromatici, un buon uso delle luci (a cura di Marco Cazzola) e con le proiezioni video di CREATIVITE. Ricchi i costumi di Carlos Tieppo che uniscono sapientemente classicità e modernità e risultano estremamente piacevoli da vedere.
Il versante musicale si avvale della bellissima direzione del Maestro Federico Sardelli, profondo conoscitore di questo repertorio in virtù, tra l’altro, di un progetto che lo vede impegnato da svariati anni nella catalogazione della produzione vivaldiana. Come già anticipato si sceglie di eseguire la versione scritta per Ferrara nel 1739, costituita da due soli atti. Sardelli offre una lettura tesa e vibrante dello spartito e dimostra una spiccata sensibilità nel cogliere il giusto colore per ogni aria e ogni recitativo in un tappeto sonoro in grado di esaltare le peculiarità dei singoli strumenti in buca. Meticolosa l’attenzione alle voci, ben supportate con la giusta intensità sonora; ottima anche la scelta dei tempi, sempre delicati e raffinati. Di gran pregio è anche la prova della Orchestra Accademia dello Spirito Santo, splendida per precisione e pulizia, sempre compatta ed omogenea.
La compagnia di canto è capitata dal controtenore Raffaele Pe, un Farnace esemplare, appassionato e travolgente. Vocalmente fa sfoggio di un mezzo dal colore chiaro, ben proiettato in acuto e sonoro nei centri. La coloratura viene affrontata con precisione e gusto, conferendo al fraseggio un tono sempre spavaldo ed imperioso. Particolarmente commovente è poi l’andante di secondo atto “Perdona o figlio amato” dove l’artista lodigiano riesce a trovare accenti di toccante patetismo. Di indubbio valore, infine, la carismatica presenza scenica.
Note positive anche per la Tamiri di Chiara Brunello. L’artista conferisce al complesso personaggio della regina, divisa tra il suo essere sposa, madre e figlia, le suggestive screziature del suo timbro contraltile ad un fraseggio adeguatamente variegato risultando così interprete efficace. Vocalmente affronta la parte con adeguato controllo tecnico tanto nel canto d’agilità quanto nei cantabili.
Francesca Lombardi Mazzulli interpreta il personaggio en travesti di Gilade unendo la freschezza della linea vocale, dal suadente timbro cristallino e facilità nell’emissione, ad una presenza scenica avvincente e sempre coinvolgente. Una prova vocalmente ben riuscita, ad onta di qualche piccola sbavatura nella ripresa dell’aria “dell’usignolo” di secondo atto.
Elena Biscuola viene annunciata indisposta all’inizio dello spettacolo. Sotto il profilo interpretativo la sua Berenice restituisce appieno la fierezza della crudele e spietata regina di Cappadocia, mentre sotto l’aspetto meramente vocale si colgono qua e là talune incertezze nell’intonazione e nella linea dovute, senza dubbio, alla non perfetta forma fisica in cui versava l’artista.
Spicca Leonardo Cortellazzi nel ruolo di Pompeo. Il tenore possiede un mezzo squillante, dal colore cristallino, che si espande compatto ed omogeneo verso l’acuto. Stilisticamente pertinente, grazie alla morbidezza dell’emissione, disegna un personaggio nobile ma, ad un contempo, molto umano e benevolo.
Silvia Alice Gianolla interpreta Selinda in modo convincente. Dotata di buona musicalità ed emissione sempre corretta e ben appoggiata, risulta vocalmente ben a fuoco. Scenicamente sa essere adeguatamente seducente ed aggraziata, sempre pungente e adeguatamente malizioso il fraseggio.
Mauro Borgioni è un ottimo Aquilio. La voce è di grana preziosa, ricca di armonici, ben appoggiata e tecnicamente sempre controllata. Il fraseggio partecipato ed appassionato e una presenza scenica volitiva e palpitante, riescono a sbalzare un personaggio che convince a tutto tondo. L’esecuzione dell’aria “Penso che que’ begl’occhi”, stilisticamente inappuntabile, rappresenta uno dei vertici della serata.
Positiva la prova del Coro Accademia dello Spirito Santo, condotto con sicurezza e valore dal Maestro Francesco Pinamonti, in grado di trasmettere al meglio lo spirito belligerante dei propri interventi di primo atto.
Successo convinto al termine, con punte di maggiore entusiasmo per Raffaele Pe e Sardelli, da parte di un pubblico che lasciava intravedere in sala troppi posti vuoti; il repertorio barocco rappresenta forse ancora uno scoglio per il grande pubblico emiliano.
IL FARNACE
dramma per musica in due atti
su libretto di Antonio Maria Lucchini
Musica di Antonio Vivaldi
Versione del 1738
Edizione critica a cura di Bernardo Ticci
Farnace Raffaele Pe
Gilade Francesca Lombardi Mazzulli
Tamiri Chiara Brunello
Berenice Elena Biscuola
Pompeo Leonardo Cortellazzi
Selinda Silvia Alice Gianolla
Aquilio Mauro Borgioni
Mimi Elisabetta Galli, Davide Craglietto
Orchestra Accademia dello Spirito Santo
Coro Accademia dello Spirito Santo
Direttore Federico Maria Sardelli
Direttore del coro Francesco Pinamonti
Regia Marco Bellussi
Scene Matteo Paoletti Franzato
Costumi Carlos Tieppo
Luci Marco Cazzola
Video Creativite
FOTO: Gianni Cravedi