Belisario (DVD Dynamic 2021)
Tra le ultime uscite dell’etichetta discografica Dynamic, la registrazione di Belisario di Gaetano Donizetti, nell’esecuzione del Donizetti Festival di Bergamo edizione 2020.
Inizialmente proposto come titolo inaugurale del Festival 2020, per celebrare la riapertura del Teatro Donizetti di Bergamo, Belisario diventa invece la seconda proposta dell’edizione della kermesse realizzata, causa le tristemente note norme anti-Covid, per intero via streaming. L’etichetta discografica Dynamic propone ora, in dvd, blu-ray e cd, la registrazione dell’unica recita di questa produzione, trasmessa appunto solo via web.
In questa occasione viene presentata una nuova edizione critica approntata appositamente per il Festival a cura di Ottavio Sbragia. Il titolo appartiene alla maturità artistica del compositore bergamasco, e pur ricco di pagine musicalmente pregevoli, non ha goduto di grande fortuna ed è stato riscoperto solo nel 1969 a Venezia in una produzione dominata dalla compianta Leyla Gencer. In questa sede l’esecuzione avviene in forma di concerto con l’orchestra posta sul palco, alle sue spalle il coro, mentre i solisti si trovano in una platea vuota e sono desolatamente rivolti verso l’orchestra. Gli interpreti scandiscono entrate ed uscite dal fondo della sala raggiungendo i rispettivi leggii con grande teatralità, accennano piccoli gesti scenici tra loro e perfino il cambio d’abito delle due prime donne assume un significato simbolico ben preciso: nel primo atto Irene ed Antonina indossano abiti rispettivamente color pesca e smeraldo, entrambi destinati a mutare in un funereo nero con il precipitare della vicenda.
Nel ruolo del protagonista Roberto Frontali sigla un’interpretazione del tutto convincente. La parola scolpita, la padronanza del fraseggio, il colore drammatico e imperioso, la morbidezza di cui è permeato in particolare il duetto con la figlia Irene di secondo atto, contribuiscono a disegnare un personaggio convincente e adeguatamente scolpito.
Dopo i successi ottenuti nelle ultime edizioni del Festival nelle produzioni de Il Castello di Kenilworth e di Lucrezia Borgia (cui si aggiunge Medea in Corinto di Mayr nell’edizione 2021), torna a Bergamo Carmela Remigio nel ruolo di Antonina. Anche in questo personaggio si confermano le apprezzate doti del soprano nativo di Pescara: perfetta aderenza stilistica e pertinenza nell’accento, colore schiettamente lirico e particolarmente tornito nei registri centrale ed acuto, adeguato controllo delle agilità. La Remigio esce vittoriosa dall’ardita scrittura piegando con intelligenza il suo timbro suadente e delicato alle esigenze di un personaggio che richiede sia accenti furenti sia di dolente pentimento. Particolarmente riuscita l’esecuzione della grande aria di terzo atto e della seguente cabaletta con la quale si chiude l’opera.
Spicca senza riserve Annalisa Stroppa nel ruolo di Irene grazie ad un timbro smaltato, un registro acuto squillante e penetrante, una immedesimazione totale nel personaggio. Un’altra prova maiuscola che si aggiunge così al carnet di ruoli belcantisti che hanno visto trionfare il mezzosoprano bresciano.
Celso Albelo affronta con grande sicurezza il ruolo di Alamiro; la freschezza vocale, la facilità nel registro acuto e la naturalezza con cui raggiunge le vette del pentagramma contribuiscono ad una prestazione invero maiuscola. L’esecuzione della complessa aria di inizio secondo atto costituisce uno dei momenti meglio riusciti della serata.
Affidabile e ben centrato il personaggio dell’imperatore Giustininano interpretato da Simon Lim cui si riconosce il merito, tra gli altri, di una dizione pulita e pertinente per accento al ruolo.
Di buon livello i comprimari: Anaïs Mejias, Eudora, Klodjan Kacani, Eutropio, Stefano Gentilini, Eusebio, Matteo Castrignano, Ottario, Piermarco Viňas Mazzoleni, un centurione.
Sul podio dell’Orchestra Donizetti Opera, che conferma le buone impressioni destate in occasione di Marino Faliero, troviamo nuovamente il Maestro Riccardo Frizza, direttore musicale del Festival, che mostra così grande prova di eclettismo passando dalle atmosfere notturne e rarefatte del titolo inaugurale a quelle più eroiche e ad un contempo patetiche e dolenti di Belisario.
Il Coro Donizetti Opera, collocato alle spalle dell’orchestra, appare in buona forma cesellando con precisione gli interventi riservatagli dalla partitura.
Dopo gli ultimi accordi della partitura il cast si presenta schierato di fronte all’orchestra, quasi a ringraziare il Gaetano nostrano per una musica tanto bella, ricca di poesia e momenti di alta ispirazione.
La registrazione audio, a cura di Rino Trasi, Vera Zanotti e Silvano Landonio, è tecnicamente di ottima fattura, così come la regia televisiva, firmata da Matteo Ricchetti, riesce a rendere alla perfezione l’atmosfera drammatica e passionale del racconto donizettiano.