Le nozze in villa (DVD Dynamic)
La casa discografica Dynamic lancia sul mercato la registrazione dello spettacolo “Le nozze in villa”, ultimo titolo operistico del Festival Donizetti 2020 di Bergamo.
L’edizione 2020 del Fetival Donizetti di Bergamo verrà, suo malgrado, ricordata, come una manifestazione svoltasi unicamente via streaming: in sala l’accesso è precluso agli spettatori che devono accontentarsi di vedere lo spettacolo attraverso le piattaforme streaming del teatro. L’etichetta discografica Dynamic ha ora immortalato, in dvd, blu-ray e cd, la registrazione dell’ unica recita, trasmessa appunto solo via web, di questa produzione.
Gaetano Donizetti compose l’opera buffa “Le nozze in villa” poco più che ventenne, ispirandosi a “Die deutschen Kleinstädter” di August von Kotzebue. La prima rappresentazione ebbe luogo nel 1819 durante la stagione del carnevale al Teatro Vecchio di Mantova e dopo essere stata rimaneggiata in un paio di altre versioni (ultima delle quali andata in scena al Teatro di Sant’Agostino di Genova nel 1822 con il titolo “I provinciali”) in poco più di un triennio sparve dai cartelloni di tutti i teatri. Nell’ambito del progetto Donizetti200, il cui scopo, in occasione del Festival che Bergamo dedica ogni anno al proprio compositore, è l’allestimento di un titolo che compie duecento anni dalla sua prima rappresentazione, il lavoro incessante e meticoloso di ricerca musicologica a cura di Edoardo Cavalli e Maria Chiara Bertieri ha prodotto una nuova versione critica di questo lavoro di cui si conosce un’unica partitura superstite, peraltro non autografa, ed incompleta. In questa occasione, la parte musicale mancante (il quintetto del secondo atto “Aura gentil che mormori”) viene affidata all’estro creativo degli artisti contemporanei Elio e Rocco Tanica in collaborazione con Enrico Melozzi; la sfida è vinta e il risultato convince senza riserve. Il rispetto filologico viene assicurato dall’uso del diapason dell’epoca e di “ strumentisti informati”, l’orchestra Gli originali, formatasi in quel di Bergamo proprio per il progetto Donizetti200. Alla guida di un’orchestra assai ben amalgamata, il Maestro Stefano Montanari dirige con verve e brio, cogliendo appieno lo spirito comico e spensierato della partitura senza mancare tuttavia di sottolineare anche le pagine più languide e melanconiche.
Particolarmente riuscito il progetto registico a cura di Davide Marranchelli. Come per le altre produzioni dell’edizione 2020 del Festival (che verrano tristemente ricordate come una sequela di performance a porte chiuse) anche in questo spettacolo l’orchestra viene posta sul palco, alle sue spalle il coro, mentre l’azione scenica ha luogo in platea, la cui superficie viene rivestita per l’occasione da un manto erboso sintetico impiegato tipicamente per i campi da calcetto. I protagonisti e i mimi entrano in scena e simulano una partitella che viene tuttavia interrotta allorquando il Maestro Montanari si fa consegnare il pallone per poi forarlo; parte la sinfonia e lo spettatore viene catapultato in un mondo coloratissimo e irresistibilmente kitsch. L’ambientazione unica, grazie all’ausilio di pochi elementi d’arredo (scene a cura di Anna Bonomelli), una statuaria torta nuziale a più piani e una certa quantità di palloncini con cui vengono create vere e proprie sculture, quali ad esempio due giganteschi cigni e colonne, suggerisce che ci troviamo in una location per matrimoni. Sabina, la protagonista dell’opera fa la fotografa, mentre il padre, con tanto di fascia tricolore, in qualità di Podestà, officia le cerimonie. Perfetti i costumi, firmati da Linda Riccardi, dalle tonalità accese con tanto di mascherina abbinata (che i cantanti indossano mentre agiscono sul palcoscenico allorquando non debbano cantare): su tutti meritano una menzione particolare gli abiti di Trifoglio, nonna Anastasia, e Rosaria. Efficaci, per la buona riuscita dello spettacolo, le luci a cura di Alessandro Carletti.
Ben amalgamato il cast vocale.
Riuscita la Sabina di Gaia Petrone, interprete disinvolta e a suo agio in scena, dalla corretta intonazione e buona omogeneità tra i registri.
Giorgio Misseri, irresistibile in camicia hawaiana e infradito, interpreta con accorato accento il ruolo del l’innamorato tipico di questa tipologia di teatro buffo. Vocalmente risulta in parte e affronta con correttezza la difficile aria di secondo atto.
Godibilissimo Fabio Capitanucci, Trifoglio, che si dimostra, anche in questa occasione interprete arguto e di grande intelligenza scenica. Vocalmente risulta ben rifinito e affine alla scrittura donizettiana tanto nel canto di coloratura quanto in quello di conversazione.
Pregevole anche il Don Petronio di Omar Montanari come Don Petronio, un personaggio simpaticamente diviso tra gli impegni della carica pubblica rivestita e l’apprensione verso una figlia prossima alle nozze. Il timbro pastoso e il colore ambrato della voce consentono di realizzare una prova particolarmente apprezzabile.
Bravissima Manuela Custer che veste con grande eleganza e simpatia i panni di Nonna Anastasia; ottima l’aria da “sorbetto” a lei riservata affrontata con voce vellutata e ottimo controllo delle agilità.
Di buon livello anche le prove di Claudia Urru (Rosaura) e Daniele Lettieri (Anselmo).
Degno di nota il Coro Donizetti Opera diretto da Maestro Fabio Tartari.
La registrazione audio, a cura di Rino Trasi, Vera Zanotti e Silvano Landonio, è tecnicamente di ottima fattura, così come la regia televisiva, firmata da Matteo Ricchetti, riesce a rendere alla perfezione l’atmosfera spensierata e romantica del racconto donizettiano.