Sull’essere angeli – Pagliacci
L’inedito dittico “Sull’essere angeli – Pagliacci” apre la nuova stagione del Teatro Carlo Felice di Genova.
La voce del flauto (suonato dal bravo Mario Caroli) ed una ballerina (l’intensa Claudia Catarzi) dialogano nel balletto “Sull’essere angeli”, nuova versione in prima assoluta di questo interessante lavoro con le musiche di Francesco Filidei. La scena è essenziale: sfondo nero e grandi tendaggi bianchi, che nella lettura di Virgilio Sieni, (coreografia scena e regia) rimandano al mondo monocromo delle fotografie di Francesca Woodman, artista statunitense morta suicida a soli ventidue anni. Una meditazione onirica fra vita e morte, suggestiva ma criptica, dove la musica di Francesco Filidei esprime un senso di smarrimento che a volte ha il suono del vento o di un lamento di bambino e, a volte, sa essere dolcemente consolante. Il maestro Andriy Yurkevych si adatta con una certa naturalezza a queste sonorità insolite e riesce splendidamente a creare armonia fra l’orchestra del Teatro Carlo Felice ed il flauto solista sul palco.
Lo spettacolo prosegue con Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. La connessione fra le due opere, come suggerito dal libretto di sala, sta nel destino tragico che lega due “martiri per l’arte”, la Woodman del mondo reale e Nedda del mondo fantastico. “Il teatro e la vita non sono la stessa cosa” dice Canio ma forse così non è, e allora in un susseguirsi di specchi riflessi compare un allestimento giocato sulla realtà cosiddetta “aumentata”, i cantanti agiscono su uno sfondo verde ed un secondo schermo nella parte alta del palco rimanda la scena con sfondi e proiezioni che materializzano il sentire dei personaggi. Alle proiezione in realtà aumentata se ne aggiungono altre, nell’ intermezzo, di stampo più tradizionale, particolarmente toccanti ed evocative che indugiano sui volti dei protagonisti, (video a cura di Luca Attilii). Un progetto registico sfaccettato, già previsto per lo scorso anno, che ha trovato finalmente realizzazione, particolarmente emozionante la scena finale con le luci puntate sul pubblico che ancora una volta annullano la quarta parete giocando con la metateatralità (luci scena e regia sono a firma di Cristian Taraborrelli). Visivamente appaganti i costumi rilucenti di Angela Buscemi.
La parte musicale è nuovamente affidata a Andriy Yurkevych che dirige con gesto sicuro e appassionato l’orchestra. Si scelgono tempi sostenuti ma rispettosi delle sonorità ottenendo una splendida amalgama fra buca e palco. Particolarmente trascinante risulta l’Intermezzo che unisce i toni cupi della prima parte alla finta spensieratezza della seconda, preludio del dramma. L’Orchestra del Teatro Carlo Felice appare in buona forma e a proprio agio nelle sonorità veriste.
Nelle vesti del protagonista un nome importante nell’attuale panorama lirico: Fabio Sartori. Il ruolo è uno di quelli che il tenore ama e frequenta e questo si traduce in una grande sicurezza vocale ed immedesimazione scenica. Il mezzo vocale è omogeneo e compatto su tutta la linea, sicuro in acuto, la sua prova è sicuramente quella di un artista di classe che sa emozionare, creando un pagliaccio dignitoso e dolente. Non scade mai nella ovvietà interpretativa che il ruolo potrebbe suggerire e regala una esecuzione memorabile della celeberrima “vesti la giubba”.
Serena Gamberoni, amatissima dal “suo” pubblico genovese, interpreta una Nedda delicata e aggraziata. Il mezzo, dal bel timbro chiaro e lirico consente di affrontare la scrittura con morbidezza e naturalezza. Particolarmente a suo agio nel secondo atto dove si esaltano i colori brillanti della sua voce. Scenicamente disinvolta e credibile disegna un personaggio estremante verosimile aiutata anche dal buon fraseggio.
Tonio è Sabastian Catana, un baritono dalla voce piena, dal bel colore brunito e dalla buona capacità scenica. Apre l’opera nel prologo con il giusto estro metateatrale e chiude il dramma pronunciando la fatidica frase “la commedia è finita”, al posto di Canio, sempre con grande compostezza. Il suo fraseggio riesce a conferire al personaggio una connotazione subdola ma senza forzature.
Marcello Rosiello è Silvio, un giovane pieno di ardore, un innamorato credibile, che esegue splendidamente il duetto con Nedda. La voce è capace di sfumature, nei filati, molto suggestive.
Ottima la prova di Matteo Falcier, che nel ruolo di Arlecchino esegua una serenata raffinata, grazie ad una linea vocale suadente e delicata.
Completano la locandina Giampiero de Paoli e Luca Romano (due contadini).
Il Coro del Teatro Carlo Felice, diretto da Francesco Aliberti, si posiziona nelle prime file di platea per le problematiche di distanziamento ben note. La prova offerta è come sempre di buon livello, gli interventi risultano puntuali e musicali.
Apprezzabile anche la prova dei giovani cantori del Coro di voci bianche, diretto da Gino Tanasini, posizionati nella parte destra della platea.
Applausi finali, festanti, per tutti gli interpreti, da parte del pubblico purtroppo non ancora così numeroso come sarebbe stato auspicabile con la riapertura totale della capienza delle sale.
“SULL’ESSERE ANGELI”
Balletto su musica di Francesco Filidei
Flauto MARIO CAROLI
Ballerina CLAUDIA CATARZI
Regia, Coreografia, Scene, Costumi e Luci Virgilio Sieni
Nuovo allestimento Fondazione Teatro Carlo Felice
“PAGLIACCI”
Dramma in un prologo e tre atti
Libretto e musica di Ruggero Leoncavallo
Nedda SERENA GAMBERONI
Canio FABIO SARTORI
Tonio SEBASTIAN CATANA
Peppe MATTEO FALCIER
Silvio MARCELLO ROSIELLO
Un contadino LUCA ROMANO
Un altro contadino GIAMPIERO DE PAOLI
Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche del Teatro Carlo Felice di Genova
Direttore Andriy Yurkevych
Maestro del Coro Francesco Aliberti
Maestro del Coro di Voci Bianche Gino Tanasini
Regia, Scene e Luci Cristian Taraborrelli
Costumi Angela Buscemi
Videoproiezioni Luca Attilii
Nuovo allestimento Fondazione Teatro Carlo Felice in collaborazione con Rai Cultura
FOTO: TEATRO CARLO FELICE GENOVA