Don Giovanni
Il Don Giovanni torna al Petruzzelli. Dopo quasi due anni di forzato silenzio, per via dei motivi ormai noti a noi tutti, il 10 settembre il teatro Petruzzelli è stato restituito al suo amato pubblico con uno dei massimi capolavori nella storia dell’Opera, il Don Giovanni, dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte e musica di Wolfgang Amadeus Mozart, andato in scena per la prima volta il 29 ottobre del 1787 a Praga. La produzione barese, in scena dal 10 al 16 settembre, vede la firma dei due premi oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo e la regia di Giorgio Ferrara. L’allestimento proviene dal Festival dei Due Mondi di Spoleto.
L’orchestra del teatro Petruzzelli è guidata dall’attenta bacchetta della direttrice Sascha Goetzel e il coro è diretto da Fabrizio Cassi.
Il ruolo del titolo è stato magistralmente interpretato dal baritono Giorgio Caoduro, voce imponente, dall’ammaliante colore brunito e al tempo stesso brillante. Il giovane baritono, al debutto nel ruolo, incarna un irresistibile e dissoluto libertino e impunito seduttore, che beffardo sfida il Commendatore. Una fine degna dei suoi crimini, però, attende Don Giovanni che viene inghiottito dalla voragine infernale.
Non si può a tal proposito non menzionare il bravissimo basso In Sung Sim, a cui è stato affidato il ruolo del Commendatore, monumentale voce, di notevole volume, la quale nel finale del capolavoro mozartiano ben delinea, insieme a Giorgio Caoduro e alla meravigliosa melodia del genio salisburghese, l’ironia tragicomica propria del personaggio eponimo, sempre in fuga dai propri misfatti, ma che alla fine non può sfuggire alla sua coscienza, rappresentata dallo stesso Commendatore, inizialmente vittima dello spietato don Giovanni, ma che vestirà i panni del vincitore nell’emozionante finale che vede trionfare la giustizia, perché “Questo è il fin di chi fa mal”. Un ottimo Leporello si è rivelato il baritono Pietro Spagnoli che ha molto ben interpretato l’anima del servo astuto e scaltro, incapace di ribellarsi alla volontà del proprio padrone, ma ben pronto a sottrarsi alle proprie responsabilità. Ginger Costa Jackson dipinge una Donna Elvira tradita e indispettita, ma pure ancora innamorata di don Giovanni.
Del soprano colpisce l’espressività del fraseggio e l’intensità di accenti, scissa nella propria dicotomia di sentimenti che ben esprime nell’aria “Mi tradì quell’alma ingrata“. L’australiana Jessica Pratt, già ascoltata dal vivo nel lontano 2012 al teatro Regio di Parma come Gilda, esibisce un buon volume ed è sempre sorretta da una solidissima tecnica con un canto sul fiato e agilità sapientemente ricamate.
Il Don Ottavio del tenore lirico Giovanni Sala è voce di ottima qualità e morbidezza di emissione, il suo personaggio è costantemente e correttamente teso a voler vendicare i torti subiti dalla sua Donna Anna, a cui sempre riserva delicata premura e dolcezza.
Molto corretti la Zerlina di Anna Dowsley e il Masetto di Davide Giangregorio.
Foto di Clarissa Lapolla cortesia della Fondazione Petruzzelli
DON GIOVANNI
di Wolfgang Amadeus Mozart
Dramma giocoso in due atti, libretto di Lorenzo Da Ponte, tratto dall’opera “Don Giovanni, ossia Il convitato di pietra” di Giuseppe Gazzaniga del 1787, su libretto di Giovanni Bertati.
[ KV 527]
direttore Sascha Goetzel
regia Giorgio Ferrara
scene Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo
costumi Maurizio Galante
disegno luci Fiammetta Baldiserri
maestro del coro Fabrizio Cassi
Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli
Allestimento scenico – Festival dei Due Mondi di Spoleto | Fondazione Teatro Coccia di Novara
Don Giovanni
Giorgio Caoduro
Il Commendatore
In Sung Sim
Donna Anna
Jessica Pratt
Don Ottavio
Giovanni Sala
Donna Elvira
Ginger Costa Jackson
Leporello
Pietro Spagnoli
Zerlina
Anna Dowsley
Masetto
Davide Giangregorio