Opera e pubblicità, quando la lirica rende inconfondibili gli spot
Pasta, salumi, pizza, ma anche detersivi, banche e supermercati: i pubblicitari che hanno scelto l’opera lirica come sottofondo per i loro spot non si sono fatti mancare proprio nulla, un accostamento che ha fatto diventare arie e sinfonie ancora più popolari, sfatando uno dei miti più abusati in assoluto, cioè quello secondo cui il Belcanto sarebbe una passione di nicchia. Basta accendere la tv per accorgersi di quanto l’opera sia presente al giorno d’oggi: il messaggio che un’azienda vuole trasmettere ai potenziali clienti viene sottolineato nel migliore dei modi dalle note di Verdi, Rossini, Bellini e Donizetti e sicuramente molte altre pubblicità sfrutteranno i loro spartiti per animare il marketing. Ma quali sono gli spot “lirici” che hanno fatto la storia?
Prima di cominciare ad approfondire l’argomento, bisogna distinguere tra gli spot in cui l’opera è presente come naturale sottofondo musicale e quelli “parodistici”, cioè le pubblicità in cui le parole di un’aria vengono cambiate per rendere ancora più potente la comunicazione di un determinato prodotto. Il primo tipo di spot è forse quello più diffuso in assoluto e gli esempi sono davvero svariati, dunque ne verranno citati soltanto alcuni senza la pretesa di essere esaurienti al 100%. Gli anni Ottanta e Novanta hanno fatto registrare un vero e proprio trionfo di queste pubblicità e poi si è deciso di seguire la stessa strada anche in quelli successivi.
Giuseppe Verdi è stato e viene ancora “scomodato”, non solo per i prodotti tipici della sua terra, l’Emilia Romagna. Si può ricordare, ad esempio, il “Va pensiero” utilizzato nel 1988 per pubblicizzare il Grana Padano, un coro ripreso dalla British Airways per le proprie linee aeree e nel 1996 in versione parodistica dalla Polti per la sua Vaporella. “La Traviata” e in particolare uno dei pezzi più celebri dell’opera, il brindisi del primo atto, è stato invece scelto dall’Istituto Geografico De Agostini nel 1986, mentre la Sharp ha puntato su Caro nome del “Rigoletto” per uno dei televisori LCD.
Le sinfonie di Rossini non sono da meno: oltre a fornire il giusto accompagnamento musicale a diverse sigle televisive, si ricorda l’ouverture celeberrima de “La gazza ladra” in una pubblicità del 1985, ancora una volta quella del Grana Padano. Vincenzo Bellini, poi, ha “firmato” la musica di moltissime pubblicità, in particolare quelle di profumi: Casta Diva, il brano più famoso della “Norma”, rappresenta la scelta di tante aziende per rendere elegante e raffinata la loro comunicazione commerciale, anche se il continuo utilizzo ha fatto diventare questa opzione fin troppo banale. Richard Wagner non poteva essere da meno in quanto ad abbinamenti pubblicitari.
La “Cavalcata delle Valchirie” è stata infatti impiegata negli spot della GS Supermercati e della Nordica Trident (scarponi da sci); inoltre, lo spot della Infostrada del 1998 è davvero interessante, in quanto contiene ben due estratti dall’ouverture di “Rienzi, l’ultimo dei tribuni”, una scelta particolare e poco scontata. I pubblicitari non potevano neanche lasciarsi sfuggire Wolfgang Amadeus Mozart: “Don Giovanni”, nello specifico “Là ci darem la mano”, ha reso inconfondibili gli spot della Fini degli anni Ottanta, col genio di Salisburgo associato sia ai tortellini che allo zampone, mentre il duetto tra Papageno e Papagena de “Il flauto magico” è appena tornato ad allietare le nostre case nello spot delle calzature Scholl dopo averlo già fatto in passato.
Inoltre, “Così fan tutte” è stata l’opera selezionata da Le Fablier, azienda attiva nel settore dell’arredamento, per una delle sue pubblicità più azzeccate. Le cosiddette “chicche” sono almeno due, vale a dire le arie tratte da opere che nessuno si aspetterebbe, neanche i melomani più accaniti. Nel 2006 la Peugeot ha puntato con decisione sul “Duetto dei fiori” (Viens, Mallika…) dall’opera “Lakmè” di Léo Delibes per pubblicizzare una delle proprie auto. In questi ultimi anni, invece, la catena di supermercati Conad sta proponendo gli spot in cui Cecilia Bartoli canta Tu, il fato, regola di questo impero del dramma “La vergine del sole” di Domenico Cimarosa, un modo interessante per far scoprire e apprezzare l’opera settecentesca.
Infine, vale la pena menzionare una pubblicità che ha fatto storcere un po’ il naso agli appassionati della lirica: si tratta dello spot Ajax in cui un gruppo di casalinghe urlano convinte “Pulito sì, fatica no” sulle note dell’Habanera della “Carmen” di Georges Bizet, forse la parodia più conosciuta e riconoscibile in assoluto di un ampio panorama. Questi pochi esempi servono a capire come l’opera e il melodramma siano presenti nella vita di tutti i giorni più di quanto si creda, un patrimonio di cui non si può fare a meno e che ispirerà sicuramente anche in futuro.