“Genoveva”: i motivi del fallimento dell’unica opera di Schumann
Il più grande compositore di musica romantica. Robert Schumann è stato spesso definito in questa maniera ed è conosciuto soprattutto per i brevi e numerosi brani per pianoforte, nonostante la sua produzione sia molto più vasta. I capolavori del musicista tedesco sono soprattutto gli “Studi Sinfonici”, ma anche le “Dieci Fughe” e le “Sonate”, ma forse in pochi sanno che ha composto un’unica, discussa e misteriosa opera lirica, “Genoveva”. La prima rappresentazione di quella che viene definita “opera romantica” risale al 25 giugno 1850 presso lo Stadttheater di Lipsia e fu subito un fallimento, nonostante al giorno d’oggi sia apprezzata e valorizzata. Che cosa successe esattamente allora?
Spiegare i motivi di un flop di 171 anni fa non è semplice, ma si possono analizzare i fatti. Nel luglio del 1848, ad esempio, Schumann era a dir poco entusiasta dei primi abbozzi della sua “Genoveva”: l’ispirazione non gli mancava, al punto che iniziò a ipotizzare la composizione contemporanea di un altro lavoro, tratto da un dramma poetico di Lord Byron e che avrebbe avuto come titolo “Manfredi”. Secondo alcuni studiosi, inoltre, “Genoveva” può essere il simbolo delle prime polemiche che contrapposero i sostenitori e gli oppositori di Richard Wagner. Va infatti ricordato che Schumann fu presente a Dresda nel 1845 per assistere al “Tannhäuser” e il giudizio non fu certo lusinghiero.
Il compositore sassone criticò senza mezzi termini la musica del connazionale e successivamente ebbe anche da ridire sul libretto del “Lohengrin”, a suo parere impossibile da orchestrare. A sua volta Wagner non apprezzò il terzo atto di “Genoveva”, ritenuto senza senso, al punto da ricordargli i suoi avvertimenti e consigli dopo la delusione della prèmiere del 1850. Solitamente i motivi dell’insuccesso sono stati rintracciati nel libretto, fin troppo complesso e ispirato a un’antica leggenda del Nord Europa (l’azione si svolge nel 730, ai tempi di Carlo Martello: Genoveva è la moglie del conte palatino Siegfried, pronto a partire per la campgna militare contro i Mori).
In realtà bisognerebbe andare più a fondo. In particolare, gli studi hanno evidenziato come gli obiettivi che Schumann si era posto durante la creazione dell’opera fossero quelli di mostrarne il lato drammatico, diversamente da quello tardo sentimentale messo in luce appena un anno prima dal poeta Johann Ludwig Tieck per quel che riguarda lo stesso soggetto. Schumann puntava a una “nuova” Genoveva, prendendo spunto dalla versione di un altro drammaturgo, Christian Friedrich Hebbel, il quale aveva messo da parte il Medio Evo della fonte originale per puntare su una collocazione temporale più soggettiva e di finzione.
Hebbel e Tieck avevano dato vita a due versioni differenti della leggenda, ma Schumann si affidò a entrambe per la sua opera romantica. Il giudizio comune, dunque, è che il mix di ispirazione abbia privato i personaggi di “Genoveva” del giusto spirito e della brillantezza. In aggiunta, il compositore tedesco non sarebbe stato in grado di risolvere un problema di non poco conto, cioè quello dei due distinti episodi che hanno fatto nascere la leggenda. La seconda porzione del racconto, quella in cui la protagonista del titolo rimane nelle foreste e nasce suo figlio, è stata ampiamente eliminata, ma c’è poi un episodio in cui emerge l’effetto sentimentale che Schumann voleva evitare.
Si sta parlando del momento in cui Siegfried apprende dell’innocenza di Genoveva, una situazione melodrammatica che poteva forse essere evitata e che non convinse del tutto gli spettatori del 1850. Schumann non si avvicinò mai più all’opera lirica e anche il fantasticato “Manfredi” non vide mai la luce. “Genoveva” rimase la sua unica esperienza di questo tipo, un ricordo non molto piacevole che però è stato rivalutato ai giorni nostri. Negli anni Duemila sono state allestite produzioni di qualità che hanno fatto emergere le virtù dei quattro atti di Schumann, tanto da far ritenere a tutti che avrebbero meritato una seconda occasione mentre il compositore teutonico era ancora in vita.
Esiste una buona discografia, per non parlare della videografia, per maturare un giudizio su “Genoveva” e cercare di capire i motivi del fallimento di oltre un secolo e mezzo fa. Tra l’altro, c’è un dettaglio di non poco conto che riguarda quest’opera: Schumann la divise in vari numeri (recitativi, arie, duetti e così via), ma la musica che si può ascoltare in ogni atto o scena non ha alcuna soluzione di continuità, una mancanza di interruzioni che ha accostato queste note a quelle dei capolavori di Wagner.