L’italiana in Algeri (streaming)
In occasione della Festa della Musica, celebrata il 21 giugno scorso, il Teatro alla Scala propone la trasmissione in streaming de L’italiana in Algeri di Gioachino Rossini.
Il Teatro alla Scala celebra la Festa della Musica, la cui ricorrenza è stata lo scorso 21 giugno, trasmettendo in streaming “L’italiana in Algeri”, si tratta della registrazione della prova generale del 22 maggio poiché la prima, prevista per il 25 maggio, non è andata in scena a seguito di un caso di positività al Covid.
Viene riproposto lo storico allestimento firmato, per regia, scene e costumi, da Jean-Pierre Ponnelle, spettacolo ormai storico che inaugurò la stagione 1973/1974, unica opera buffa ad avere aperto la stagione del Piermarini. Questo allestimento, che ha fatto il giro del mondo nel corso degli anni attraverso numerosissime riprese mantiene ancora oggi intatte la freschezza e l’intelligente ironia di quello che può essere considerato senza dubbio uno degli spettacoli più memorabili del registra francese. In questa edizione la regia viene ripresa da Grischa Asagaroff, che fu tra l’altro assistente dello stesso Ponnelle e che ne ha recentemente ripreso anche “La Cenerentola“. Un racconto che si dipana con disinvoltura tra una scena e l’altra con estrema leggerezza e che diverte senza mai scadere nell’ovvietà o nel cercare effetti di comicità spicciola. Numerosi i momenti irresistibili dello spettacolo, soprattutto il finale del primo atto: geniale nella trovata di tradurre lo stato di confusione interiore di ciascun personaggio in gesti nevrotici, anche insensati, che nella visione d’insieme della scena rende perfettamente il senso delle parole del libretto: “Va sossopra il mio cervello sbalordito in tanti imbrogli”.
La scena è costituita un impianto sostanzialmente fisso, l’interno del palazzo di Mustafà, elegante nella sua sobrietà, aperto sul fondo per creare un gioco godibilissimo di controscene che conferiscono un senso di dinamicità al racconto (splendida la scena dell’affondo del vascello che trasporta Isabella e Taddeo nel primo atto). Pochi gli arredi scenici, pur curati minuziosamente e fedeli all’ambientazione della vicenda.
Bellissimi i costumi, di foggia tardo ottocencentesca, ben rifiniti nei dettagli e in grado di creare accostamenti cromatici invero piacevoli. Molto bello il progetto luci di Marco Filibeck, con alcune trovate splendide come il gioco delle ombre dei personaggi proiettato sullo sfondo nel quintetto di secondo atto che segue la presa di coscienza da parte di Mustafà del raggiro di cui è stato vittima.
Di ottimo livello, per quanto giudicabile dallo streaming, il versante musicale.
Il Maestro Ottavio Dantone, conosciuto e apprezzato anche per la sua assidua frequentazione del repertorio barocco, imprime al capolavoro rossiniano una lettura delicata e leggiadra, in grado di cogliere appieno lo spirito di sottile ironia e spensierata civetteria che pervade la partitura. Ottima l’intesa con l’Orchestra del Teatro alla Scala che, sotto la guida del Maestro Dantone, interpreta con grande perizia le intenzioni dello stile rossiniano.
Nel ruolo della protagonista, spicca Cecilia Molinari. Dotata di bella presenza scenica, si muove con disinvoltura e naturalezza tratteggiando una Isabella spiritosa ed arguta. Vocalmente mostra un bel colore brunito che le consente di sfoggiare un registro grave ben tornito e vellutato. Le colorature risultano precise e di gusto così come il canto a fior di labbro, particolarmente suggestivo nell’aria “Per lui che adoro” di secondo atto.
Carlo Lepore è un Mustafà perfettamente riuscito: grande perizia nel fraseggio e nell’accento che risuona naturale e mai caricato, scenicamente credibile e godibilissimo. La voce, dal bel timbro luminoso, è caratterizzata da buona intonazione ed omogeneità, l’artista affronta la scrittura rossiniana con appropriatezza stilistica e sicurezza a tutti i livelli della partitura.
Il Lindoro di Maxim Mironov colpisce per la padronanza del canto di coloratura e il bel gioco delle variazioni nelle cabalette delle sue arie. Il colore della voce sembra ideale per questo tipo di repertorio, l’interprete è accorato ed appassionato grazie ad un accento adeguatamente vigoroso.
Ottima la prova di Marco Filippo Romano nel ruolo di Taddeo. La vocalità del baritono siciliano si sposa perfettamente con lo stile rossiniano: la voce, caratterizzata dal bel colore solare aderisce alla scrittura con facilità ed immediatezza, risultando morbida e naturale a tutte le altezze, il canto d’agilità suona espressivo e mai forzato. Il personaggio viene affrontato con grande verve comica risultando spiritoso ed elegante, mai grottesco. La scena della nomina a Pappataci e il duetto con Mustafà restano tra i momenti più riusciti della serata. Scenicamente è impressionante, poi, la somiglianza dell’artista con Enzo Dara, storico interprete di questo repertorio rossiniano buffo.
Pregevole la prova di Alessandro Luongo nel ruolo di Haly, efficace nei suoi interventi, si destreggia con bravura, sia sotto il profilo vocale sia sotto quello espressivo, nell’esecuzione della sua aria da sorbetto di secondo atto.
Enkeleda Kamani, con il suo timbro suadente e dal bel colore chiaro, si destreggia con facilità nel ruolo di Elvira, affrontando con facilità le due puntature acutissime previste nel concertato di fine primo atto.
Puntuale la Zulma interpretata da Francesca di Sauro.
Di ottimo livello, come sempre, il Coro del Teatro alla Scala di Milano, diretto dal Maestro Bruno Casoni.
Lo spettacolo rimarrà visibile sul sito del Teatro alla Scala, e sui canali YouTube e Facebook sino al 28 giugno 2021, inoltre tornerà nella sala del Piermarini nel settembre 2021 ma con un differente cast.
Teatro alla Scala
L’ITALIANA IN ALGERI
Dramma giocoso per musica in due atti di Angelo Anelli
Musica di Gioachino Rossini
Mustafà Carlo Lepore
Elvira Enkeleda Kamani
Zulma Francesca Di Sauro
Haly Alessandro Luongo
Lindoro Maxim Mironov
Isabella Cecilia Molinari
Taddeo Marco Filippo Romano
Orchestra e coro del Teatro alla Scala
Direttore Ottavio Dantone
Maestro del coro Bruno Casoni
Regia, scene e costumi Jean-Pierre Ponnelle
Ripresa della regia Grischa Asagaroff
Luci Marco Filibeck
FOTO BRESCIA-AMISANO TEATRO ALLA SCALA