Tutto in una notte
Il teatro Coccia di Novara riapre al suo pubblico con una serata innovativa e atipica.
Il teatro Coccia di Novara ha cercato di mantenere saldo per tutto il periodo pandemico il rapporto con il suo pubblico anche se a distanza. Lo ha fatto con tante iniziative: l’opera on line Alienati ad esempio, le serate musicali nella sala del Broletto e poi con la produzione dei corti, piccoli frammenti di opera lirica contemporanea resi disponibili online ma accompagnati dalla promessa di poterli rivedere poi, dal vivo, sul palco del Coccia. Promessa mantenuta anche grazie al completamento dei lavori che hanno interessato la sala dello storico teatro novarese rendendola pienamente aderente alle norme di sicurezza e con un nuovo palco.
Come si può dare una struttura comune a sette frammenti d’opera di generi e mondi sonori differenti?
Si è pensato all’espediente narrativo della cornice: un nottambulo che fa zapping televisivo e che guarda affascinato questi sette piccoli frammenti di spettacolo. La regia di Roberto Recchia unisce sapientemente mondi tanto diversi e lo fa sfruttando la voce dal bel colore ambrato del basso baritono Pasquale Greco che canta con sicurezza e disinvoltura le arie scritte da Federico Gon, su libretto di Stefano Valanzuolo. Funzionale la scena di Matteo Capobianco che sfrutta una pedana girevole per creare sette differenti set sempre risolti con pochi elementi che sanno caratterizzare iconicamente la scena. Sempre belle ed efficaci le luci di Ivan Pastrovicchio e i costumi contemporanei di Silvia Lumes.
Nel suo zapping notturno il primo frammento d’opera che il nottambulo incontra è “Diva Killer”, scritto da Alberto Cara con un stile musicale che guarda a Puccini, per la regia di Stefano Ferrara. I due bravi protagonisti, il soprano Alina Tabolina e il tenore Nanxin Ye, portano in scena una storia metateatrale, l’ossessione di un melomane per la sua diva feticcio che si conclude con un omicidio sulle note di Tosca.
Si passa poi alla musica di Cristiano Serino in “De due ne famo una“, una delicata storia d’amore tutta in romanesco tra la luna e una stella. La regia qui è di Elena Masullo, e gli interpreti sono il soprano Maria Grazia Piccardi e il mezzo soprano Caterina Dellaere, affiatate sul palco riescono a creare un piccolo momento sognante e delicato dalla piacevolissima atmosfera fra il melodramma e il jazz.
Un momento più ironico è quello sulle note scritte da Paola Magnanini: “Un paio in tre”, su soggetto di Stefano Valanzuolo e libretto di Vincenzo De Vivo e con la regia di Salvatore Sito. Qui il trio di protagonisti Federica Vinci, Simona Ruisi e Riccardo Massolin ci raccontano con bravura e musicalità una storia legata alla contemporaneità fra bollette da pagare e problemi domestici.
Joe Schittino firma invece “Stracci di poesia” con la regia di Salvatore Sito, e il libretto di Stefano Valanzuolo. Gli Interpreti, il soprano Sachi Nogami e il mezzo soprano Sabrina D’Amato ci offrono una buona prova interpretativa disegnano un piccolo quadro di vita da strada.
Federico Biscione è l’autore di musiche, soggetto e libretto de “L’autopsia”, una storia d’amore impossibile fra un addetto alle pompe funebri e una salma: interpreti gli adeguati Laura Ali e Wankyung Park; e con la regia di Mirco Michelon.
Il penultimo frammento è una storia purtroppo ben conosciuta da tutti noi, quella di paziente ed infermiere, firmato da Salvatore Passantino e dal titolo: “Dormire, guarire forse”. Il libretto è firmato da Stefano Valanzuolo e Vincenzo De Vivo, l’opera è dedicata a tutti gli infermieri che in questo ultimo anno e mezzo hanno dato prova del loro valore e ha ottenuto il premio speciale della Giuria nell’ultima edizione del Concorso di Canto Lirico Virtuale SOI Scuola dell’Opera Italiana Fiorenza Cedolins. La regia è di Stefano Ferrara, e le cantanti Laura Ali e Miryam Marcore affrontano la parte con la giusta sensibilità e delicatezza.
Si chiude con il sorriso con un ultimo atto in chiave opera buffa e un piccolo omaggio a Boheme: “Magic Moments”, firmata da Marco Taralli. La storia di un mago e di una sua disperata cliente scritta da Stefano Valanzuolo e Vincenzo De Vivo, la regia è di Mirco Michelon, interpreti adeguatamente ironici e sopra le righe il soprano Miryam Marcone e il baritono Semyon Basalaev.
Sul podio il direttore Margherita Colombo riesce a spaziare con grande disinvoltura e facilità fra generi musicali diversi, dando una lettura delle differenti partiture sempre leggera e piacevole.
Ottima la prova della Orchestra Giovane Ensemble Guido Cantelli che dimostra grande coesione e ottima capacità di dare vita alla musica.
Dopo una iniziale diffidenza il pubblico, capiti i meccanismi metateatrali progressivamente si appassiona e applaude sempre più entusiasta fino alla ovazione finale per i protagonisti sul palco.
Un gradito rientro nella sala del teatro Coccia in attesa di una stagione che speriamo possa essere finalmente svolta in piena normalità.
TUTTO IN UNA NOTTE
musica di Federico Gon
soggetto e libretto Stefano Valanzuolo
Pasquale Greco l’insonne
direttore d’orchestra Margherita Colombo
regia Roberto Recchia
scene Matteo Capobianco
costumi Silvia Lumes
luci Ivan Pastrovicchio
Orchestra Giovane Ensemble Guido Cantelli
produzione Fondazione Teatro Coccia in collaborazione con Accademia AMO
FOTO MARIO FINOTTI