La grande passione di Mozart per frasi volgari e oscenità
Io, è vero, sono volgare. Ma vi giuro che la mia musica non lo è.
Sembra la frase di qualche rockstar dannata, invece sono parole scritte da Wolfgang Amadeus Mozart, uno dei geni indiscussi della musica classica. Mozart aveva senza dubbio delle capacità artistiche fuori dal normale, eppure in pochi conoscono la sua goliardia e una passione molto particolare per le volgarità. Guardando i suoi ritratti ci si aspetterebbe un musicista tutto di un pezzo, severo e poco incline al divertimento. Al contrario, il compositore austriaco riempiva i propri discorsi e le proprie lettere di oscenità di ogni tipo, bestemmie ed espressioni di dubbio gusto. Il genio di Salisburgo ha composto alcuni capolavori che ancora oggi vengono riproposti e apprezzati, mentre meno note sono le sue composizioni più “spinte”.
Ne è un chiaro esempio “Leck mich im Arsch”. Il titolo di questo brano significa letteralmente “Leccami il c*lo” e il testo potrebbe far impallidire il rapper moderno più volgare. Mozart è infatti riuscito a decantare il fondoschiena da leccare e l’inutilità del brontolio di tutti i giorni. Il musicista è poi andato oltre con un’opera successiva dal titolo “Leck mir den Arsch fein recht schön sauber” (Leccami il culo ben bene pulito). In questo secondo caso il deretano viene paragonato alla carne arrosto. Però questo è soltanto un antipasto, Mozart ha dato il meglio di sé nelle lettere scritte e indirizzate alla cugina Anna Maria Thekla.
Le volgarità raggiunsero vette inimmaginabili e non è difficile immaginare la faccia della cugina durante la lettura. In queste missive si trovano espressioni come “Con quanto sentimento defeco sul tuo naso, così che ti coli sul mento” o frasi in rima altrettanto esplicite. L’elenco delle oscenità è completato da un inequivocabile “Mi arde il culo come il fuoco, che vorrà mai dire? Che la m*rda vuole uscire? Si m*rda, ti conosco, ti vedo e ti gusto!”. Come non citare poi questa strana filastrocca: “Ieri ascoltammo il re scoreggione, era dolce come torrone e benché non fosse granché in voce, rumoreggiava in modo atroce”? Il gossip riferito da Mozart era infarcito di espressioni audaci e di riferimenti sessuali che lasciavano ben poco all’immaginazione.
Diversi esperti hanno riconosciuto nell’atteggiamento di Mozart alcune caratteristiche della sindrome di Tourette. Il disturbo è di origine genetica e provoca diversi tic e una parlantina irrefrenabile con riferimenti alle funzioni corporali. Qualche tempo fa il British Medical Journal ha pubblicato il lavoro di uno studioso americano sul compositore e la possibile patologia. Il ricercatore ha infatti accertato che le parole scurrili e le bestemmie ricorrevano soprattutto nei periodi di forte stress per Mozart. Si può soltanto immaginare di cos’altro sarebbe stato capace Mozart se fosse vissuto più a lungo. La sua morte è uno dei misteri più studiati dagli storici, l’unica certezza è che ha privato il mondo del suo genio e della sua sregolatezza dopo appena 35 anni.