Salome (streaming)
La stagione 2020/2021 del Teatro alla Scala prosegue con Salome di Richard Strauss in una nuova produzione, trasmessa in streaming, diretta da Riccardo Chailly e con la regia di Damiano Michieletto.
Dopo la messa in scena nel gennaio scorso di Così fan tutte di Mozart, la stagione 2020/2021 del Teatro alla Scala prosegue, rigorosamente in streaming sui canali Rai5, RaiPlay e Radio3, con un nuovo allestimento di Salome, produzione già prevista nel marzo 2020 ma poi cancellata a seguito della chiusura del teatro causa Covid. Rispetto allo scorso anno sono intervenuti numerosi cambiamenti nel cast, tra i quali anche gran parte dei ruoli principali, mentre è stata confermata, per la trasmissione streaming dello spettacolo, la direzione del Maestro Chailly, giunto in sostituzione del già annunciato Maestro Zubin Metha, colto, nei giorni scorsi da un lieve malore.
Molto atteso il progetto registico di Damiano Michieletto che realizza uno spettacolo ben riuscito ed emotivamente trascinante. La corte di Herodes è rappresentata come un moderno inferno borghese, animato da uomini laidi e lussuriosi. Salome fa il suo ingresso in scena impaurita ed intimorita, l’incontro folgorante con Jochanaan fa riaffiorare nel suo inconscio ricordi inquietanti della sua infanzia: le attenzioni morbose da parte del padre Herodes Philippus, ucciso, per ordine della moglie Herodias, sotto gli occhi della figlia. Nella protagonista matura progressivamente un sadismo perverso del quale sarà lei stessa vittima sacrificale. Il gesto scenico è riuscitissimo, a tratti sconvolgente e carico di simbolismi. Diversi i momenti suggestivi dello spettacolo: citiamo su tutti la danza dei sette veli, risolta come una sorta di drammatica rappresentazione della perdita dell’innocenza di Salome ad opera degli uomini della corte (l’immagine della protagonista alzata dai ballerini sulla parete di fondo alla stregua di una crocifissione è un vero e proprio pugno nello stomaco) e il finale con il rimando al celebre acquerello “L’apparizione” di Gustave Moreau. Altrettanto efficaci sono le scene firmate da Paolo Fantin: la vicenda ha luogo all’interno di un gigantesco cubo bianco, forse un rimando al mausoleo del defunto Herodes Philippus, delimitato ai lati da eleganti quinte lucide di colore nero e sul fondo da una parete scorrevole, anch’essa di colore bianco, oltre la quale hanno luogo controscene di volta in volta differenti (il banchetto di Herodes, la rievocazione delle scene dell’infanzia di Salome). Al centro una pedana circolare che sprofondando sotto il palcoscenico riporta poi sulla scena, con effetti di grande suggestione, ora il Battista recante in braccio, al suo primo apparire, un agnello sacrificale morto, ora il gigantesco piatto contenente il volto di Jochanaan illuminato con raggi luminosissimi nel finale. Sul soffitto un’apertura circolare, in corrispondenza della pedana sul pavimento, dalla quale scende una grande sfera di colore nero, la luna, che la stessa Salome toccherà e accompagnerà prima con movimenti oscillatori e poi verso l’alto.
Sobri e contemporanei i costumi di Carla Teti, realizzati soprattutto con tonalità chiare.
Efficace e puntuale il progetto luci di Alessandro Carletti, giocato soprattutto sui toni freddi, particolarmente efficace nell’illuminare i volti dei protagonisti.
Curate e ben riuscite le coreografie di Thomas Wilhelm che muove con naturalezza i ballerini, ora angeli bendati con grandi ali nere (le cui piume pioveranno dall’alto sulla perversa corte), ora cortigiani che indossano antiche maschere funebri durante la danza dei sette veli.
Sul fronte musicale il Maestro Riccardo Chailly sigla una prova maiuscola ed encomiabile: ogni singola nota viene cesellata con meticolosa perizia, grazie anche all’eccellente contributo di un’Orchestra scaligera in forma smagliante, ogni sonorità è ricca di tensione emotiva e rende perfettamente l’atmosfera richiesta da ogni singolo momento.
Il Maestro milanese disegna la partitura con una tavolozza infinita di colori ed una tale appropriatezza stilistica che lo collocano, meritatamente, tra i migliori interpreti attuali del repertorio novecentesco.
Di ottimo livello la compagnia di canto.
Il soprano russo Elena Stikhina affronta la complessa parte di Salome con totale immedesimazione interpretativa e credibilità scenica. Il fraseggio è particolarmente curato e stilisticamente pertinente; vocalmente musicalissima, mostra un mezzo dal colore chiaro, omogeneo, timbrato nel registro medio e grave, ben appoggiato e sicuro in acuto. La parte è massacrante e qualche comprensibile affaticamento nel finale non scalfisce una prova nel complesso di gran livello.
Ben riuscito il personaggio di Jochanaan interpretato da Wolfgang Koch con fraseggio scolpito, accento solenne, presenza scenica massiccia e ieratica. Il bel colore scuro e vellutato e la buona proiezione in acuto completano una performance perfettamente riuscita.
Gerhard Siegel è un Herodes insinuante, curato e variegato nel fraseggio, vocalmente omogeneo e ben controllato su tutta la linea. Scenicamente partecipe, disegna un personaggio particolarmente convincente.
Ottima l’Herodias di Linda Watson: disinvolta in scena, risulta perfettamente in parte grazie ad un mezzo opulente e squillante.
Di buon livello il Narraboth interpretato da Attilio Glaser, apprezzabile per il bel timbro chiaro, buona proiezione in acuto e pertinenza d’accento. Scenicamente molto curato il personaggio nell’enfatizzare il suo desiderio quasi ossessivo nei confronti di Salome (oltre ad una dipendenza da farmaci, probabilmente per tenere a bada proprio questa ossessione, che lo porterà poi alla morte).
Altrettanto positiva la prova di Lioba Braun nei panni del paggio di Herodias, vocalmente sicura e ferma nella linea vocale. Nella visione di Michieletto viene rappresentata come una sorta di governante, quasi sempre presente in scena, perfettamente consapevole dei misfatti della corte nonché testimone oculare dei traumi infantili di Salome.
Ben amalgamata e di buona fattura la schiera degli altri comprimari: Tomas Tazl e Manuel Walser, due Nazareni, Mattahäus Schmidlechner, Matthias Stier, Patrick Vogel, Thomas Ebenstein, Andrew Harris, i cinque Giudei, Sorin Coliban e Sejong Chang, due soldati, Chan Wang, uno schiavo e Paul Grant (allievo dell’Accademia Teatro alla Scala), un abitante della Cappadocia.
La regia televisiva, curata da Arnalda Canali, restituisce allo spettatore la peculiarità di ogni singolo gesto, sguardo o piccolo particolare: questa produzione rimane in ogni caso uno spettacolo da vedere assolutamente in teatro e la speranza è quella che il Teatro alla Scala lo possa rappresentare nuovamente, appena possibile, per il grande pubblico.
Teatro alla Scala (streaming)
SALOME
Dramma in un atto dall’omonimo poema di Oscar Wilde
nella traduzione tedesca di Hedwig Lachmann
Musica di Richard Strauss
Herodes Gerhard Siegel
Herodias Linda Watson
Salome Elena Stikhina
Jochanaan Wolfgang Koch
Narraboth Attilio Glaser
Ein Page der Herodias Lioba Braun
Fünf Juden Matthäus Schmidlechner, Matthias Stier,
Patrick Vogel, Thomas Ebenstein, Andrew Harris
Zwei Nazarener Thomas Tatzl, Manuel Walser
Zwei Soldaten Sorin Coliban, Sejong Chang
Ein Kappadozier Paul Grant
Ein Sklave Chuan Wang
Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore Riccardo Chailly
Regia Damiano Michieletto
Regia televisiva Arnalda Canali
Scene Paolo Fantin
Costumi Carla Teti
Luci Alessandro Carletti
Coreografia Thomas Wilhelm
Nuova produzione Teatro alla Scala
Milano, 20 febbraio 2021
FOTO Brescia/Amisano – Teatro alla Scala