La traviata
Al Teatro Chiabrera di Savona il debutto di Rosa Feola in Traviata.
Il 24 dicembre 1952, una giovane esordiente debutta al Teatro Chiabrera di Savona, percorso l’ingresso monumentale, fra le imponenti statue di Santo Varni, Antonio Brilla e Giovanni Battista Frumento, nella sala progettata nella metà dell’Ottocento da Carlo Falconieri, la giovane cantante colpisce e ammalia il pubblico con la sua voce e sarà solo la prima delle tappe di una luminosa carriera: quel giorno Renata Scotto era Violetta Valéry, oggi, nel 2020, l’artista, da sempre legata alla sua città natale, torna in veste di regista, proprio in Traviata, nel teatro del suo esordio e in questa occasione si rinnova un debutto: per la prima volta nel ruolo della signora delle camelie l’acclamato soprano internazionale Rosa Feola.
Renata Scotto, non nuova alla esperienza di regia, sceglie di disegnare una Traviata nel complesso tradizionale, nonostante sia costretta dalle limitazioni sanitarie ad usare spazi fortemente condizionati dove il contatto fisico è possibile solo fra i cantanti congiunti. Le scene di Michele Olcese raccontano, con pannelli, ambienti ottocenteschi opulenti, tutto funziona bene ed è un grande risultato con i limiti attuali, lo spettacolo risulta gradevole ed accattivante, splendidi i costumi di Giada Masi ricchi e sfarzosi, adeguate le luci di Andrea Tocchio. Nel solco della tradizione anche le riuscite coreografie di Giovanna Badano. Per sollevare il pubblico dalla noia della seduta forzata, durante il primo intervallo è stato proposto un breve monologo sul senso della finzione teatrale, una idea originale che ha aiutato a mantenere il rispetto delle regole.
Grande era l’attesa per il debutto di Rosa Feola nel ruolo di Violetta Valéry e l’artista non ha certo disatteso le aspettative grazie al prezioso quanto encomiabile studio del personaggio sotto la guida di Renata Scotto.
La frequentazione di alcuni tra i più prestigiosi palcoscenici internazionali e la collaborazione con importanti direttori e registi hanno contribuito senza dubbio a rendere il soprano campano tra i più in vista della sua generazione. Ammirevoli la freschezza vocale, il timbro adamantino, la purezza soprattutto dei registri medio e acuto, il controllo delle agilità e il sapiente utilizzo del legato e delle mezze voci (particolarmente suggestivo nell’esecuzione di “Addio del passato”). Disinvolta sul palcoscenico, sotto il profilo interpretativo tratteggia una giovane donna quasi impaurita dinanzi ad una società borghese e perbenista; una lettura interessante in forza anche di una grande attenzione al giusto accento del fraseggio, ma che latita forse sul piano meramente emotivo: si avvertono solo in parte quel “sacrifizio ch’io consumai d’amore”, lo schianto dell’anima che dovrebbe far palpitare l’infelice eroina verdiana e la drammatica presa di coscienza che “tutto è finito” nella conclusione dell’opera. Una maggiore frequentazione del personaggio in futuro potrebbe portare senza dubbio ad una maggiore incisività sotto il profilo emotivo.
Leonardo Sánchez Rosales interpreta un Alfredo appassionato e accorato grazie ad una voce avvolgente e dal bel colore adeguato al ruolo. Si riscontra tuttavia nella sua prova una certa mancanza di raffinatezza ed eleganza sia sotto l’aspetto scenico (certa gestualità risulta talvolta affettata) sia sotto quello strettamente vocale (dove si avverte una perfettibile organicità del mezzo): il tenore messicano presenta comunque ottime potenzialità ed un maggiore affinamento tecnico-interpretativo gli consentirebbe di imporsi in questo ruolo con buoni risultati.
Sergio Vitale, (compagno nella vita di Rosa Feola), grazie al timbro suadente e screziato interpreta un Giorgio Germont giovanile, autoritario, ma anche capace di esprimere sensibilità nei confronti della sfortunata protagonista. Buona la prestazione sotto il profilo vocale con un’esecuzione molto intima e quasi sussurrata della celebre “Di Provenza il mare e il suol”.
Encomiabile Carlotta Vichi che grazie ad un’ottima intonazione ed un fraseggio ben scolpito interpreta un’Annina di lusso. Nel ruolo di Flora Bervoix un’ispirata Francesca di Sauro, in grado di svettare, tra l’altro, negli interventi corali. Notevole la prestazione di Blagoj Nacoski, un Gastone scenicamente accattivante.
Completano la locandina Matteo Perione (il Dottor Grenvil), Franco Cerri (il Barone Douphol), Carlo Feola (il Marchese d’Obigny), Giovanni Carlo Dragano (Giuseppe), Andrea Goglio (un commissario) e Alessandro Vandin (un domestico di Flora).
Al Maestro Giovanni Di Stefano spetta il compito di far rivivere le melodie immortali della partitura. A capo di una corretta Orchestra Sinfonica di Savona, sceglie un’esecuzione pressoché integrale (vengono riaperti i tagli delle strofe delle arie di Violetta di primo e terzo atto oltre delle cabalette di Alfredo e Germont); la sua lettura, tuttavia, stenta ad andare oltre una consolidata, e talvolta chiassosa, specialmente nelle chiuse d’atto, routine e non riesce a far emergere le infinite sfumature di cui la partitura è ricca. Da notare l’esecuzione in buca della melodia che accompagna il duettino tra Violetta e Alfredo che precede il celebre “Un dí, felice eterea” di primo atto solitamente affidata ad una banda fuoriscena.
Puntuale ed affidabile il Coro del Teatro dell’Opera Giocosa diretto dal Maestro Gianluca Ascheri.
Il pubblico accorso numeroso applaude con grande entusiasmo tutta la compagnia riservando un trionfo personale a Rosa Feola che abbraccia visibilmente commossa Renata Scotto. Lasciando la sala alcuni spettatori affermano con grande soddisfazione che erano anni che a Savona non si registrava un successo tanto fragoroso: anche questa volta il dramma di Violetta è riuscito ad emozionare in una magia senza tempo.
Si replica al Teatro Flavio Vespasiano di Rieti il prossimo 24 Ottobre.
La Traviata
Melodramma in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas
Riduzione per piccola orchestra – a cura di M.Uvietta – Casa Ricordi, Milano
Violetta Valéry Rosa Feola
Flora Bervoix Francesca Di Sauro
Annina Carlotta Vichi
Alfredo Germont Leonardo Sanchez Rosales
Giorgio Germont Sergio Vitale
Gastone Blagoj Nacoski
Il Barone Douphol Franco Cerri
Il Marchese d’Obigny Carlo Feola
Il Dottor Grenvil Matteo Peirone
Giuseppe Giovanni Carlo Dragano
Un commissionario Andrea Goglio
Un domestico Alessandro Vandin
Maestro Direttore Giovanni Di Stefano
Regia Renata Scotto
Scene Michele Olcese
Costumi Giada Masi
Light Designer Andrea Tocchio
Aiuto Regia Silvia Alù
ORCHESTRA SINFONICA DI SAVONA
CORO DEL TEATRO DELL’OPERA GIOCOSA
Maestro del Coro GianLuca Ascheri
GRUPPO PALCOSCENICODANZA
Coreografie Giovanna Badano
Nuovo allestimento Coproduzione Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, Reate Festival e Teatro Coccia di Novara
Savona, Teatro Chiabrera, 18 ottobre 2020
FOTO PER GENTILE CONCESSIONE DEL TEATRO