Messa da Requiem
Si può cogliere Il senso profondo di Messa da Requiem in una lettera datata 3 giugno 1873 ed inviata da Giuseppe Verdi al suo editore Tito Ricordi: “Io pure vorrei dimostrare quanto affetto e venerazione ho portato e porto a quel grande che non è più e che Milano ha tanto degnamente onorato”. In quel momento il pensiero del Cigno di Busseto va ad Alessandro Manzoni morto il 22 maggio 1873, oggi, ancora nel pieno di una pandemia che conta già trentacinquemila morti solo in Italia, questa Messa è il giusto omaggio che molti teatri stanno offrendo a chi non c’è più perché tutti possano essere ricordati con l’affetto e la venerazione che si tributano ai grandi. Un omaggio che supera il senso religioso della composizione per diventare voce della pubblica “pietas”, dell’affetto pubblico per i cari perduti, lo stesso affetto che ha animato lo spirito del Festival, che ha dimostrato come sia possibile: continuare a godere della musica e dell’arte nonostante tutto e farlo in sicurezza.
Il Festival Verdi 2020 prosegue dunque rendendo il giusto omaggio alle vittime della pandemia, essendo purtroppo Parma una tra le città più duramente colpite, ma al tempo stesso la serata è anche dedicata al violinista Piero Farulli per commemorare il centenario della sua nascita. Dopo la recita di venerdì 18, la serata di domenica 20 settembre era sicuramente destinata a replicare il successo della prima, ma il clima instabile di una serata di fine estate non ha consentito agli spettatori di godere appieno delle meraviglie del sommo capolavoro sacro: a poco più di mezz’ora dall’inizio una pioggia sottile ha costretto alla fuga dietro le quinte orchestrali, coristi e solisti nonostante la tenacia del pubblico presente nel rimanere, chi seduto al proprio posto sotto l’ombrello, chi cercando un riparo di fortuna sotto gli alberi del parco. Dopo circa un’ora di attesa è arrivato l’annuncio che nessuno avrebbe voluto ascoltare: per il perdurare dell’incertezza delle condizioni meteorologiche lo spettacolo è definitivamente sospeso. Quella che segue è pertanto la recensione limitata a poco meno di metà dell’intera esecuzione, lo spettacolo viene infatti interrotto sulle prime note del “Recordare”.
Il Maestro Roberto Abbado offre una lettura quasi tremante del “Kyrie”, solenne e ieratica del “Dies irae”, sbigottita e visionaria del “Turba Mirum” e “Mors stupebit”, imperiosa del “Liber scriptus”, dolcissima del “Quid Sum miser”, attonita del “Rex tremendae”.
La Filarmonica Toscanini appare in forma smagliante: gli archi richiamano con un suono particolarmente dolce la condizione dell’uomo perso davanti alla potenza divina, i fiati svettano per pulizia come trombe delle schiere celesti, tuonano i timpani.
Esemplare nella sua compattezza ed omogeneità il Coro del Teatro Regio diretto dal Maestro Martino Faggiani.
Di assoluto rilievo il quartetto vocale. Eleonora Buratto, elegantissima nel suo vestito verde, sfoggia una voce pastosa, di straordinaria morbidezza specialmente nei filati, svettante in acuto e sonora nel registro grave.
Anita Rachelisvili risalta con il suo timbro caldo e vellutato, il registro centrale e quello grave ben appoggiati, così come lo sono gli acuti, sempre saldi; di gran pregio la sua esecuzione del brano “Liber Scriptus”, cesellato con infinite screziature e accompagnato dal vento che muovendo l’abito rendeva questo momento di rara suggestione.
Roberto Tagliavini predilige per le proprie pagine una lettura molto intima e raccolta rendendo perfettamente, grazie al colore brunito della voce e all’uso molto espressivo specialmente dei piani, lo sbigottimento dell’umanità di fronte al giorno del giudizio.
Giorgio Berrugi, attraverso il proprio canto vigoroso e sicuro, tratteggia con credibilità e convinzione il ritratto dell’uomo penitente.
Pochi applausi salutano l’esecuzione al momento della sua interruzione; ci piace pensare che la pioggia sia una forma di commozione divina per il capolavoro verdiano e forse chissà per l’attuale infelice situazione che ci accomuna tutti. Con profondo dispiacere per aver visto interrotta un’esecuzione tanto prestigiosa siamo tornati a casa, ma come spesso accade, sempre arricchiti dalla musica del capolavoro del buon Peppino.
Festival Verdi 2020
Teatro Regio di Parma
MESSA DA REQUIEM
Per coro, voci soliste e orchestra
Musica di Giuseppe Verdi
Soprano Eleonora Buratto
Mezzosoprano Anita Rachvelishvili
Tenore Giorgio Berrugi
Basso Roberto Tagliavini
Filarmonica Arturo Toscanini
Direttore Roberto Abbado
Coro del Teatro Regio di Parma
Maestro del coro Martino Faggiani
Parco Ducale di Parma, 20 settembre 2020
FOTO ROBERTO RICCI