Cavalleria rusticana – Pagliacci
Grande successo per il dittico Cavalleria rusticana/Pagliacci proposto da Fondazione I Teatri a Reggio Emilia.
Emma Dante firma la regia del capolavoro di Mascagni, regia ripresa da Gianni Marras. Nelle intenzioni viene eliminato quasi completamente l’aspetto folcloristico e gli stereotipi tanto cari a certa tradizione, a favore di una narrazione sul rapporto fra anima siciliana e sacralità, l’oppressione della donna (di forte impatto la scena in cui Turiddo da un calcio a Santuzza); l’uso dei colori si ravvisa solo nei ventagli dei popolani, nei costumi della processione pasquale o nei pennacchi tipici dei cavalli del carretto siciliano di compar Alfio; il tutto narrato in un palcoscenico vuoto, con solo due rampe di scale e una struttura a balcone che sapientemente posizionate assumono i contorni di una chiesa o della locanda di mamma Lucia o la casa di Lola; sapiente l’uso di attori che ora sono gli spasimanti di Lola o i compari del duello.
Elegante il movimento delle masse, come la recitazione dei personaggi, fatta di piccoli ma significativi gesti. Alla riuscita dello spettacolo contribuiscono i costumi di Vanessa Sannino, le scene di Carmine Maringola e le luci di Cristian Zucaro assieme ai movimenti coreografici Manuela Lo Sicco.
Sonia Ganassi affronta il ruolo di Santuzza con la proverbiale competenza e professionalità; purtroppo la voce è parecchio provata causando slittamenti di intonazione, l’appoggio e l’emissione non le permettono di sostenere lunghe arcate di suono causando asprezze in zona acuta, gravi sfuocati e centri depauperati; rimane il fascino di uno dei timbri più seducenti degli ultimi vent’anni e la grande esperienza attoriale e di fraseggiatrice che le permettono di comporre un personaggio lacerato, spinto dalla gelosia a farsi vendetta.
Angelo Villari funziona a corrente alterna; dopo una buona siciliana la prima parte del duetto di Santuzza appare generico come fraseggio e si avvertono cali di intonazione; molto meglio la seconda parte e il brindisi affrontato con piglio deciso ed energico e buoni acuti; l’addio alla madre è il momento migliore della sua prestazione.
Stefano Meo incappa anch’egli in problemi sugli acuti che risultano ingolati e il fraseggio alquanto generico non gli permette di comporre un personaggio dai contorni nitidi.
Apprezzabile Alessia Nadin nei panni di Lola e efficace Claudia Marchi in quelli di mamma Lucia.
Serena Sinigaglia ambienta Pagliacci in un campo di grano con nel mezzo una struttura che sarà il palcoscenico della rappresentazione teatrale del secondo atto. La vicenda si svolge intorno agli anni 40, nell’atmosfera neorealista di quegli anni. Anche qui i movimenti risultano efficaci ed equilibrati dando spazio anche ad alcuni elementi del coro che interagiscono in prima persona con i protagonisti. La bella scena è realizzata da Maria Spazzi come i costumi di Carla Teti si fanno apprezzare insieme alle luci di Claudio De Pace; eccellenti i mimi Paolo De Giudici, Sara Giulia Gibbon e i saltimbanchi che impersonano i componenti della compagnia di Canio.
Stefano La Colla possiede buoni mezzi, un fraseggio vario e sempre adeguato, mette in luce una voce solida, ben timbrata con buoni centri e acuti magari non fulminanti ma intonati e precisi; il suo “Vesti la giubba” è stato eseguito con calore e partecipazione e gli ha meritato un successo personale alla fine del brano; la scena finale è stata elettrizzante, culmine un “la commedia è finita” come svuotato dal sentimento, asciutto, di grande efficacia.
Carmen Solis sostituisce la prevista Carmela Remigio e un senso di incompiuto si fa sentire. Il fraseggio è perfettibile, come perfettibile l’emissione che le preclude una buona impostazione dei centri che risultano vuoti e in cui si svolge la maggior parte del ruolo; anche gli acuti risultano forzati e ingolati.
Stefano Meo nel ruolo di Tonio risulta come trasformato; acuti pieni e timbrati (eccellenti quelli di tradizione del prologo), un fraseggio più a fuoco rispetto al personaggio di compar Alfio, un gioco scenico molto spontaneo.
Eccellente il Beppe di Paolo Antognetti che si ritaglia il suo momento nella serenata del secondo atto, tutta ammiccante e a doppi sensi, come un attore guitto dovrebbe interpretarla.
Sfuocato nel canto e dal fraseggio inerte il Silvio di Vincenzo Nizzardo, dall’emissione problematica e dagli acuti forzati e privi di squillo.
L’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna è diretta da Fréderic Chaslin che opta per tempi veloci, una corsa verso il dramma, ma sa anche abbandonarsi alla solennità religiosa dell’Inneggiamo e ai momenti melodici; l’esecuzione dei due intermezzi sono stati il culmine di una concertazione sempre attenta ai dettagli della partitura, anche se qualche sfasamento fra buca e palcoscenico si è fatto sentire.
Ottimo come sempre il coro diretto dal Maestro Alberto Malazzi; eccellente il coro di voci bianche del Teatro Comunale di Bologna diretto da Alhambra Superchi.
Grandissimo successo a fine spettacolo con lunghe chiamate al proscenio per tutti gli artisti da parte del numeroso pubblico accorso anche dalle città limitrofe grazie al servizio di pulmann offerto dalla Fondazione I Teatri; ottima iniziativa il cui esempio dovrebbe essere raccolto anche da altri teatri.
Teatro Romolo Valli
Stagione 2019/2020
CAVALLERIA RUSTICANA
Melodramma in un atto
Libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci
Musica di Pietro Mascagni
Santuzza Sonia Ganassi
Lola Alessia Nadin
Turiddu Angelo Villari
Alfio Stefano Meo
Lucia Claudia Marchi
Regia di Emma Dante ripresa da Gianni Marras
Scene Carmine Maringola
Costumi Vanessa Sannino
Luci Cristian Zucaro
Coreografia Manuela Lo Sicco
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PAGLIACCI
Dramma in un prologo e due atti
Libretto e musica di Ruggero Leoncavallo
Nedda/Colombina Carmen Solis
Canio/Pagliaccio Stefano La Colla
Tonio/Taddeo Stefano Meo
Beppe/Arlecchino Paolo Antognetti
Silvio Vincenzo Nizzardo
Regia Serena Sinigaglia
Scene Maria Spazzi
Costumi Carla Teti
Luci Claudio De Pace
Assistente alla regia Omar Nedjari
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
Maestro del Coro Alberto Malazzi
Coro di voci bianche del Teatro Comunale di Bologna
Maestro del Coro Alhambra Superchi
Direttore Frédéric Chaslin
Nuova produzione del teatro Comunale con Grand-Théâtre de Genève in collaborazione coproduttiva con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
Reggio Emilia, Teatro Romolo Valli, 9 febbraio2020
FOTO DI ALFREDO ANCESCHI