Secondo Concerto VeronaLirica
Secondo appuntamento dei concerti organizzati dall’Associazione VeronaLirica nell’ambito della propria Stagione 2019/2020.
Ad accompagnare gli artisti il Trio Verona Lirica, formato da Sara Airoldi, violoncello, Gunther Sanin, violino e Roberto Corlianò al pianoforte, autore anche degli arrangiamenti e delle piacevolissime rielaborazioni strumentali; una formazione che ha saputo trovare con i cantanti un apprezzabilissimo affiatamento che in alcuni momenti ha realizzato esecuzioni più che eccellenti.
Di pari interesse le elaborazioni strumentali (“Mon coeur s’ouvre a ta voix” dal Samson et Dalila di Camille Saint-Saens, il preludio n. 4 di Sergei Rachmaninov, un brano dal balletto La bella addormentata nel bosco di Pëtr Il’ič Čajkovskij e una splendida parafrasi pianistica dalla Turandot di Giacomo Puccini), che hanno sicuramente allungato i tempi del concerto ma si sono fatte ascoltare con molto piacere.
Giorgio Misseri ha eseguito, dalla Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti, l’aria “T’amo qual s’ama un angelo” e dal Rigoletto di Giuseppe Verdi “Parmi veder le lagrime”, entrambe eseguite con una voce squillante, molto estesa, che raggiunge i sovracuti con facilità anche se a discapito dei centri, che di tanto in tanto suonavano vuoti. Del pari ben eseguito il duetto “Venti scudi?” da L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti con Biagio Pizzuti, in cui verve e allegria andavano di pari passo.
Grande attesa per Roberta Mantegna che, reduce dal successo dei Vepres Siciliennes di Giuseppe Verdi da poco debuttato a Roma, ha offerto una splendida esecuzione del Bolero di Hélène del quinto atto “Merci, jeunes amis”; eccellente l’aria dal Don Carlo “Tu che le vanità”, eseguito con una varietà di accenti davvero esemplare. Molto interessante il duetto dal Trovatore “Mira d’acerbe lagrime” e soprattutto il duetto da Norma di Vincenzo Bellini “Mira o Norma”, nel quale la sua voce si fondeva alla perfezione con quella di Chiara Amarù, regalando uno dei momenti, anzi, forse il momento più alto di tutta la serata.
Chiara Amarù, nelle arie da L’italiana in Algeri e da LaCenerentola di Gioachino Rossini, ha saputo infondere verve e charme grazie al bel timbro, anche se, come scritto prima, il momento più interessante è stato offerto dall’esecuzione del duetto di Norma, forse perché la scrittura vocale meglio si addice al suo timbro.
Biagio Pizzuti oltre ai duetti già descritti, ha eseguito insieme a Chiara Amarù il “Dunque io son?” dal Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini; purtroppo, un’indisposizione (che gli ha precluso la partecipazione a due recite della Lucia di Lammermoor in programmazione nel teatro veronese), non gli ha permesso di essere al pieno della forma vocale, con acuti piuttosto forzati e ingolati.
Molto esaustive e dettagliate, anche di particolari aneddoti, le presentazioni dei brani da parte di Davide da Como.
Alla fine del concerto molti sono stati gli applausi da parte del numeroso e attento pubblico che ha tributato vere e proprie ovazioni agli artisti, in particolar modo a Roberta Mantegna.